Sanremo, timbrò cartellino in slip: vigile dovrà essere reintegrato

Cronaca

Annullato il provvedimento di licenziamento disciplinare nei confronti di Alberto Muraglia, cui dovrà essere corrisposto anche un risarcimento per il periodo di allontanamento dal lavoro

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La sezione lavoro della Corte d'Appello di Genova ha annullato il provvedimento di licenziamento disciplinare nei confronti di Alberto Muraglia, l'ex vigile di Sanremo finito a processo a seguito dell'operazione Stachanov della Guardia di Finanza sul presunto assenteismo dei dipendenti del Comune della cittadina ligure. Oltre a dover "reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro", si legge nella sentenza, Palazzo Bellevue è stato condannato a corrispondere a Muraglia "a titolo di risarcimento del danno la retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento a quello dell'effettiva reintegra, dedotto quanto percepito per lo svolgimento di altre attività lavorative".

Accusato di truffa e infedele timbratura del cartellino

Si parla di circa 250mila euro, a cui dovranno essere sottratti gli importi guadagnati negli anni dall'ex vigile che aveva aperto un laboratorio come "tuttofare". Accusato di truffa e di infedele timbratura del cartellino, Alberto Muraglia era salito alla ribalta della cronaca perché immortalato dalle videocamere delle Fiamme Gialle mentre timbrava il cartellino in mutande. Anche nel procedimento penale, i giudici avevano dato ragione all'ex agente di polizia locale che era stato assolto con formula piena sia in primo grado che dalla corte di Appello di Genova. Nonostante le assoluzioni, però, il Comune di Sanremo aveva respinto la successiva richiesta di riapertura del procedimento disciplinare, confermando il licenziamento. Assistito dai propri legali, Muraglia ha impugnato il provvedimento e ora dovrà essere reintegrato e risarcito.

La Procura di Palermo, guidata da Maurizio De Lucia, ha indagato per assenteismo 101 dipendenti della Rap, l'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti. A 18 i carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno notificato l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I "furbetti del cartellino" timbravano il badge e poco dopo uscivano senza alcun controllo. Sono accusati a vario titolo di truffa aggravata, false attestazioni o certificazioni e appropriazione indebita.  
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