Saman Abbas, inutilizzabili le parole del fratello: andava indagato

Cronaca

Dopo 30 udienze, il processo per l’omicidio della 18enne pakistana rischia di dover ricominciare. A questo punto, il ragazzo sarà sentito non più come testimone, ma nella veste di un imputato in un procedimento connesso

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Sono inutilizzabili le dichiarazioni rese da Ali Heider, fratello di Saman Abbas, in sede di incidente probatorio. È quanto deciso dalla Corte di Assise di Reggio Emilia dopo le obiezioni sollevate dalla difesa perché non sarebbe stato sentito come inizialmente iscritto nel registro degli indagati con le relative formule e garanzie. Inutilizzabili, quindi, i verbali del 12, 15 e 21 maggio del 2021. Ad oggi, comunque, Ali Heider non è imputato nel processo per l'omicidio della sorella Saman. Dopo 30 udienze, il processo rischia di dover ricominciare. A questo punto, il ragazzo sarà sentito non più come testimone, ma nella veste di un imputato in un procedimento connesso. Un colpo di scena, che accoglie le eccezioni dei difensori degli imputati. 

Udienza rinviata al 31 ottobre

Slitta quindi l'eventuale testimonianza. A ragione della mutata posizione del ragazzo, il suo difensore, avvocato Valeria Miari, ha chiesto un termine per valutare insieme al suo assistito se avvalersi o meno della facoltà di non rispondere (come previsto dalle garanzie per la veste processuale di imputato in procedimento connesso). Il giudice ha concesso il termine, rinviando a martedì 31 ottobre.

Il giovane vive sotto protezione

Tutta da ridefinire, dunque, la posizione del ragazzo considerato fino a questo momento il teste fondamentale dell'accusa. Solo le eventuali dichiarazioni che renderà martedì saranno 'materiale' per la sentenza. Secondo la Corte d'Assise, all'epoca dell'incidente probatorio e dei confronti coi pm c'erano già "precisi indizi di reità" di un suo possibile concorso nell'omicidio della ragazza pakistana. Quindi si sarebbe dovuto ascoltarlo non come persona informata sui fatti ma come indagato. Il giovane vive sotto protezione per le pressioni ricevute dei familiari che gli hanno chiesto una ritrattazione, come testimoniato da alcune conversazioni intercettate. La sua è dunque una posizione molto delicata e ambivalente che ha indotto la Corte a considerare necessaria l'attribuzione della qualifica di 'indagabile' a sua tutela. 

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"Non vogliamo colpevolizzare nessuno"

"Sentiremo il fratello di Saman nella massima serenità, senza colpevolizzarlo". Lo dicono Liborio Cataliotti e l'avvocato Luigi Scarcella, difensori rispettivamente del cugino Nomanulhaq Nomanulhaq e dello zio Danish Hasnain per l'omicidio della ragazza dopo che la Corte d'Assise ha accolto le loro eccezioni sull'inutilizzabilitaà delle dichiarazioni rese finora dal ragazzo. "Non vogliamo colpevolizzare nessuno nè  fare proclami di vendetta. Attendiamo martedi'" aggiungono. 

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