Cospito, il tribunale di Sorveglianza di Roma dice no alla revoca del 41 bis

Cronaca

Pe riudici l'anarchico è ancora "estremamente pericoloso". Nel corso dell'udienza della settimana scorsa la Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterorrismo aveva dato parere favorevole alla cessazione del carcere duro per Cospito che nei mesi scorsi avevo messo in atto per protesta uno sciopero della fame

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Il Tribunale della Sorveglianza di Roma ha respinto l'istanza di revoca anticipata del 41 bis presentata dalla difesa di Alfredo Cospito, che dall'ottobre del 2022 fino all'aprile scorso ha portato avanti un lungo sciopero della fame contro il 'carcere duro'. La Dna e gli organi centrali di polizia avevano dato parere positivo. Nel respingere la richiesta di revoca, il Tribunale scrive che Cospito continua ad avere una "estrema pericolosita'" che sarebbe confermata, secondo i giudici, anche dallo stesso parere della Dna, che pure era favorevole al venir meno del carcere duro. I magistrati evidenziano che Cospito ha "infuocato gli animi delle formazioni anarchiche" con la "clamorosa" iniziativa dello sciopero della fame. 

Le motivazioni dei giudici

Per il tribunale della Sorveglianza, "l'aumento degli attentati" da parte di formazioni anarchiche "è coincidente non con l'applicazione del 41 bis ma con l'inizio dello sciopero della fame da parte di Cospito tant'é che si esauriscono con l'ultimo attentato appena due giorni dopo la conclusione dell'iniziativa personale". In questo senso, i giudici ritengono che "la clamorosa iniziativa del pescarese abbia infuocato gli animi delle formazioni anarchiche e che soprattutto lo abbia reso figura di ancora maggor carisma all'interno del sodalizio". Non viene ritenuto "coerente" il parere favorevole alla revoca da parte della Dna. "Semmai è dato rinvenire negli stessi pareri della Dna plurimi elementi di segno contrario attestanti l'estrema pericolsità del Cospito che invece è descritto come figura di vertice del movimento come desunto dalla stessa Dna attraverso il richiamo testuale della nota del direttore centrale della Polizia di

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Lo scorso giugno concluso l'ultimo processo contro Cospito

Il 57enne leader degli anarchici del Fai-Fri è in carcere in seguito alla condanna per aver sparato alle gambe, a Genova nel 2012, all'allora amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi e per aver collocato due ordigni esplosivi fuori dalla caserma della Scuola per carabinieri di Fossano (Cuneo), nel 2006. Solo il fatto che le bombe artigianali erano state mal congegnate evitò conseguenze e vittime. Lo scorso 26 giugno, si è concluso anche l'ultimo processo nel quale Cospito era imputato, si tratta di un procedimento nato dall'inchiesta 'Scripta manent', e la Corte di assise d'appello di Torino ha ricalcolato in 23 anni di carcere la pena per strage, in relazione al fallito attentato di Fossano, dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha lasciato al giudice del dibattimento la discrezionalità di valutare il riconoscimento delle attenuanti del "fatto lieve", anche nel caso di pena edittale fissata con l'ergastolo. Il carcere a vita per Cospito - che è recluso a Sassari - era stato richiesto dalla Procura generale. Il leader anarchico ha seguito l'udienza in videocollegamento, ed ha respinto le accuse negando ogni coinvolgimento e parlando di "forzature" e "accanimento" nei suoi confronti. 

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Le proteste degli anarchici contro il carcere duro

Nei mesi scorsi, quando Cospito faceva lo sciopero della fame ed era stato trasferito a Milano - con ricovero anche nel centro clinico del carcere di Opera e poi nel reparto di medicina penitenziaria dell'ospedale San Paolo - le varie anime della galassia anarchica al grido di 'Alfredo libero' e 'No 41 bis' si unirono per una massiccia campagna di solidarietà. Su alcuni aspetti violenti delle manifestazioni si sono appuntate le attenzioni di investigatori e magistrati. Oltre alla Procura di Bologna, dove è stato aperto un fascicolo per associazione sovversiva con una mezza dozzina di indagati, si è mossa anche quella di Milano, che in relazione ad episodi avvenuti lo scorso 11 febbraio durante un corteo nel capoluogo lombardo ha ottenuto sei misure restrittive e ha chiuso l'inchiesta su 13 appartenenti all'area antagonista. Lo scorso 15 settembre, il Tribunale di Torino ha restituito a Cospito alcune foto di famiglia e cartoline illustrate che gli erano state inviate in carcere e che la Corte di Assise di appello di Torino aveva chiesto di trattenere. Per il Tribunale del capoluogo piemontese le 29 foto e le cartoline non sono veicolo di "messaggi criptici" . Si tratta di foto piuttosto datate che ritraggono "persone sorridenti, adulti e bambini, in contesti domestici", compresi i "defunti genitori", e cartoline nelle quali si chiedeva a Cospito notizie sulla sua salute o gli si esprimeva solidarietà.

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