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Mimmo Lucano, in appello l'ex sindaco di Riace condannato a un anno e sei mesi

Cronaca
©Ansa

Dopo il ritiro in camera di consiglio, i giudici della Corte d'appello di Reggio Calabria, presieduta da Elisabetta Palumbo, hanno hanno condannato ad un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa, l'ex sindaco di Riace. "E' la fine di un incubo", ha detto dopo la sentenza. La procura chiedeva 10 anni e cinque mesi

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Dopo una lunga camera di consiglio i giudici della Corte d'Appello di Reggio Calabria hanno emesso la sentenza nei confronti di Mimmo Lucano, l'ex sindaco di Riace imputato nel processo Xenia: condanna a un anno e sei mesi con pena sospesa. Crolla quindi la richiesta della Procura generale di 10 anni e 5 mesi, stravolgendo la sentenza di primo grado del Tribunale di Locri che gli aveva inflitto 13 anni e 2 mesi di carcere per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d'ufficio. Dalla lettura del dispositivo emerge che la Corte ha assolto Lucano dai reati più gravi, assolvendo inoltre tutti gli altri 17 imputati.

Le richieste della difesa

I difensori di Lucano, gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Pisapia, nelle loro arringhe, hanno contestato la ricostruzione accusatoria chiedendo l'assoluzione per il loro assistito e parlando di un accanimento non terapeutico e di uno stravolgimento dei fatti, oltre a un uso distorto delle intercettazioni per arrivare a una condanna a ogni costo di Mimmo Lucano. Nelle motivazioni d'appello, infatti, i due legali parlano di lettura forzata se non surreale dei fatti.

Lucano: "E' la fine di un incubo che mi ha abbattuto"

"E' la fine di un incubo che in questi anni mi ha abbattuto tanto, umiliato, offeso. E' la fine di incubo che per anni, ingiustamente, mi ha reso agli occhi delle gente come un delinquente. Lucano è stato attaccato, denigrato e accusato, anche a livello politico e non solo, quindi, giudiziario, per distruggere il 'modello Riace', la straordinaria opportunità creata per accogliere centinaia di persone che avevano bisogno e per ridare vita e ripopolare i centri della Calabria. A questo punto spero che pure la Rai si ricreda e mandi in onda la famosa fiction girata con Fiorello a Riace". Così lo stesso Lucano dopo la sentenza d'appello. 

 

 

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