Incidente Mestre, trovata scatola nera pullman. Carte sul cavalcavia in Procura da un anno
CronacaDa quanto emerge, gran parte della documentazione sul pessimo stato della struttura in cui è avvenuto l’incidente - che è costato la vita a 21 persone - si trovava già in Procura a Venezia da più di un anno. Intanto, il materiale da consegnare ai periti per ricostruire le cause di quanto successo è pronto. Gli investigatori sulla strada hanno individuato 27 elementi utili alle indagini, oltre alla scatola nera e alle testimonianze. Attesi anche i risultati dell’autopsia sul corpo del conducente
Mentre i periti sono pronti ad analizzare il materiale - tra cui la scatola nera del pullman - che aiuterà a ricostruire la dinamica di quanto successo a Mestre, spuntano nuovi dettagli sul cavalcavia in cui è avvenuto l’incidente che è costato la vita a 21 persone che erano a bordo del bus precipitato. Da quanto emerge, gran parte della documentazione sul pessimo stato della struttura si trovava già in Procura a Venezia da più di un anno. A dirlo è il Gazzettino, secondo cui il materiale era stato acquisito dagli uffici giudiziari in base ad articoli di stampa che riportavano il grave stato del cavalcavia e dopo le dichiarazioni dell'assessore ai Lavori pubblici Renato Boraso, che richiedeva un intervento urgente sulla struttura stradale. Non si sa ancora se la Procura, dopo aver analizzato le carte, abbia assunto qualche ulteriore iniziativa oppure no.
Le carte acquisite dalla Procura da oltre un anno
In particolare, ad allertare la Procura di Venezia sullo stato del cavalcavia superiore di Mestre (il cosiddetto cavalcavia della Vempa) sarebbero state delle notizie pubblicate sulla stampa già nel 2021. I magistrati, secondo La Nuova Venezia, hanno così acquisito dal Comune di Venezia tutte le carte relative alla situazione statica del cavalcavia e ai progetti per il consolidamento e la ristrutturazione, compresi quelli sul rifacimento delle protezioni laterali. Non un'inchiesta vera e propria, secondo il quotidiano, ma un atto “esplorativo”, del quale lo stesso Comune non avrebbe però saputo altro. "Non sono a conoscenza se dal 2021 vi sia un fascicolo in Procura, ma confermo che le preoccupazioni sullo stato di salute di quel cavalcavia hanno portato gli uffici della Viabilità a lavorare intensamente, finché oggi è palese un cantiere aperto per la messa in sicurezza, dal 4 settembre", ha commentato l'assessore veneziano alla Mobilità Renato Boraso. "La messa in sicurezza e la posa di un guardrail nuovo è un lavoro complesso: devo avere una banchina a norma, quella esistente va allargata e rinforzata, ed è quello che già si stava facendo, nella prima parte del cavalcavia. Purtroppo, in Italia i passaggi formali sono così tanti che solo con il commissariamento si accelerano le opere pubbliche. Sui temi della sicurezza di ponti, strade, ma anche di edifici pubblici, dobbiamo trovare formule procedurali tali che in un anno si possa appaltare un'opera", ha aggiunto. Riguardo alla partenza dei lavori, che erano stati approvati in Giunta nel 2018, Boraso ha spiegato: "Abbiamo avuto anche la sfortuna del Covid, che per mesi ha rallentato tutto. Si faranno tutte le valutazioni tecniche su un'opera di messa a norma della banchina e della massicciata di un cavalcavia che, ricordo, è del 1968. Oggi rispondo io del lavoro dei miei uffici, che governano 1.200 chilometri di strade comunali, ma so anche che qualcun altro non ha fatto nulla per anni".
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Le condizioni dei feriti
In mattinata c'è stata una manifestazione spontanea di un gruppo di cittadini di Marghera (Venezia) in ricordo delle vittime. In molti hanno sfilato per raggiungere il luogo in cui il pullman è precipitato, per deporre un fiore o recitare una preghiera. Per quanto riguarda i feriti, risultano ricoverati negli ospedali del Veneto 14 pazienti: nove (8 adulti e un minorenne) sono in terapia intensiva, quattro in chirurgia, uno in pediatria. Stamattina è stato dimesso dall'ospedale di Mestre un cittadino tedesco di 28 anni, le cui condizioni erano migliorate negli ultimi giorni: si tratta del padre di Charlotte Nima Frommherz, la bimba tedesca di un anno e 5 mesi che è la vittima più piccola dell’incidente. Resta ancora ricoverata la madre di 27 anni, in cura nel reparto di terapia intensiva. Si registra un lieve miglioramento rispetto a ieri per un altro paziente tedesco, sempre di 33 anni, ricoverato all'ospedale di Treviso, le cui condizioni nei giorni sorsi erano risultate critiche. In costante miglioramento anche una paziente ucraina 33enne ricoverata in terapia intensiva a Treviso. A Mestre, dei 4 pazienti ricoverati, tre ucraini e uno tedesco, uno è ancora in condizioni critiche, due in condizioni discrete e uno in decorso regolare. A Dolo un paziente francese è in decorso regolare. Stessa condizione per un croato ricoverato a Mirano . A Treviso, dei 5 pazienti - tre tedeschi, uno spagnolo e un'ucraina - quattro sono in decorso regolare, uno è in lieve miglioramento. A Padova le 3 pazienti - due donne ucraine e una spagnola - sono ancora in condizioni critiche.
Il rimpatrio delle salme
La Regione Veneto ha fato sapere che si farà carico delle spese per l'acquisto delle bare e per il rimpatrio delle salme delle vittime dell'incidente. Il presidente Luca Zaia ha disposto lo stanziamento, con fondi regionali. Nell'obitorio dell'ospedale all'Angelo di Mestre sono allineate le bare e di alcune è già stata disposta la chiusura. Ma le carte necessarie al trasporto non sono ancora completate: sembra quindi escluso, secondo quanto si apprende, che già oggi i carri funebri possano ritirare i feretri e iniziare il rimpatrio. Secondo le ditte di onoranze funebri, è probabile che fino a lunedì non sarà possibile iniziare il trasporto.
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Pronto il materiale per i periti
Intanto, il materiale da consegnare ai periti per ricostruire le cause dell’incidente è pronto, numerato e schedato. Gli investigatori, nei 50 metri di cavalcavia "strisciati" dal mezzo, hanno individuato 27 elementi utili alle indagini, tra segni delle ruote, pezzi di una porta, lo specchietto retrovisore sinistro, un bullone del guardrail. "La strada parla", hanno assicurato. Le tracce sono state fotografate e digitalizzate. Recuperata anche la scatola nera del bus, dalla quale è stata estratta la scheda di gestione. Anche il telefono dell'autista, con due schede Sim, è stato acquisito. Sono poi stati sentiti molti testimoni, finora una ventina. La perizia sul guardrail non sarà facile e l’indagine - è stato aperto un fascicolo per omicidio stradale plurimo, al momento senza indagati iscritti - si preannuncia lunga, così come i tempi nei quali i consulenti tecnici riusciranno a fornire risposte alla Procura. Intanto, si attendono i primi responsi dell'autopsia sul corpo di Alberto Rizzotto, l'autista della corriera, morto con gli altri passeggeri. Fin dall'inizio, testimonianze e video delle telecamere sul viadotto hanno portato a ipotizzare una causa principale: il malore del conducente, che avrebbe per questo perso il controllo del pullman fino a farlo precipitare dal cavalcavia della Vempa. Bisognerà però aspettare le comunicazioni del Procuratore Cherchi, l'unico autorizzato a parlare.