Incidente pullman Mestre, a rischio i risarcimenti in caso di malore del conducente

Cronaca
©Ansa

Secondo il codice delle assicurazioni, un problema di salute dell'autista potrebbe rientrare nei casi "fortuiti" che escludono la negligenza da parte del vettore che, quindi, non sarebbe tenuto a pagare. Rimane alta l'attenzione sul tema del guardarail, in regola ma i cui lavori sono rimasti fermi 5 anni. Intanto, migliorano le condizioni di alcuni feriti ricoverati

ascolta articolo

Mentre migliorano le condizioni di alcuni feriti ricoverati in ospedale, la tragedia del pullman precipitato a Mestre il 3 ottobre potrebbe sfociare anche in una battaglia legale per i risarcimenti alle vittime. Fra le ipotesi sulle cause dell’incidente c’è ancora quella di un malore dell’autista, una circostanza che - se confermata - secondo il codice delle assicurazioni rientrerebbe nei casi "fortuiti" che escludono la negligenza da parte del vettore che, quindi, non sarebbe tenuto a pagare. Intanto sarà effettuata una perizia sul varco di servizio presente lungo il guardrail del viadotto. Un varco, ha spiegato l'assessore comunale alla Mobilità e Trasporti Renato Boraso, "non illegale" perché consentito quando fu costruito negli anni '60, ma di cui era prevista da cinque anni l'eliminazione nei lavori di rifacimento del guardrail che già nel 2018 furono discussi in giunta. Sono 27 gli urti del bus contati dai rilievi tecnici sul luogo dell'incidente: segni ben visibili a terra, ad indicare il fatto che l'urto tra il pullman e il guardrail è avvenuto almeno una ventina di metri prima dell'ormai noto varco di servizio, nei pressi del quale è precipitato. Rimangono 15 i feriti ricoverati, 9 dei quali sono in reparti ad alta intensità di cura (terapie intensive), 5 nei reparti di chirurgia, uno in pediatria. È stabile un paziente tedesco di 33 anni ricoverato all'ospedale di Treviso le cui condizioni ieri erano state definite critiche. La prognosi resta però ancora riservata. Per quanto riguarda le vittime, il prefetto di Venezia Michele Di Bari ha assicurato che "i tempi per il rimpatrio saranno brevissimi". "È in corso di predisposizione la documentazione, entro domani sera tutte le salme saranno ricomposte e saranno nell'obitorio dell'ospedale di Mestre, da quel momento in poi è opportuno che siano trasferite", ha spiegato.

Le regole europee non retroattive

"Il varco era una struttura di servizio usuale e regolare alla fine degli anni Sessanta e consentiva la manutenzione del manufatto - ha spiegato Boraso- Il foro, ampio quasi 2 metri, in ogni caso non è illegale. Lo sarebbe stato se l'opera fosse stata costruita ora, visto che esiste da 10 anni in materia una normativa europea, regola che non prevede però la retroattività". Dunque se il cavalcavia all'epoca era stato collaudato con i varchi (ve ne sono più di uno sul tracciato) e risultato a norma, "era a tutti gli effetti in regola a tutt'oggi" sottolinea l'assessore. L'eliminazione del passaggio in ogni caso, ricorda Boraso, "era già prevista negli interventi strutturali alle tre diramazioni del viadotto che erano cominciati il 4 settembre scorso e avrebbero dovuto finire dopo 20 mesi grazie anche all'utilizzo dei fondi del Pnrr".

approfondimento

Dagli sposini croati ai fratelli tedeschi, chi c'era sul bus di Mestre

Le indagini nel 2017

Nel 2017, riporta Il Corriere della Sera, un parere depositato da tecnici scelti dal Comune di Venezia indicava la necessità di sostituire i guardrail del cavalcavia in entrambi i sensi di marcia e segnalava casi di "ammaloramento delle fasce metalliche dovuto agli effetti degli agenti aggressivi esterni". Il Comune, come spiegato dall’assessore Boraso, approva il piano di Fattibilità Tecnico Economica nel settembre 2018, il via libera al Progetto definitivo arriva nel 2020 per un costo di sei milioni di euro. L’inizio dei lavori viene fissato per il 2021, poi spostato al 2022 in attesa dei fondi: il primo cantiere apre il 4 settembre 2023, un mese prima della tragedia. Il capitolato della nuova struttura che si sta realizzando al posto del vecchio cavalcavia che unisce Mestre a Marghera e si raccorda con l'autostrada A4 prevede, in particolare, il rifacimento dei cordoli, l'adeguamento della piattaforma e delle barriere stradali (un parapetto e delle strutture aggiuntive alte 3 metri), la sostituzione dei giunti di dilatazione e la predisposizione del nuovo impianto di illuminazione.

leggi anche

Incidente Mestre, la famiglia di Ferhat salva grazie a una pizza

Brugnaro: "Il Comune non poteva cambiare il guardrail"

"Il cavalcavia è un'infrastruttura degli anni '60 passata al Comune una quindicina di anni fa. Noi abbiamo fatto le manutenzioni che la legge ci consentiva di fare. Se mi chiede perché non abbiamo pensato di cambiare il guardrail le rispondo che non potevamo farlo", dice a Il Corriere della Sera il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. "Serviva un progetto unitario, che è stato approvato l'anno scorso - aggiunge - per cui abbiamo stanziato oltre sei milioni di euro anche di fondi Pnrr e i cui cantieri sono già in corso. L'iter è stato avviato nel 2016 con i primi rilievi. Per sostituire la barriera di protezione bisogna intervenire anche sulla piattaforma stradale e sui pilastri, insomma su tutta la struttura". Il sindaco assicura che il ponte era omologato, "per la legge era in regola. Il problema semmai è un altro: non doveva essere in capo al Comune. Non a caso era gestito dall'Anas che l'ha ceduto alle amministrazioni precedenti. Io non lo avrei mai accettato senza un finanziamento per poter adeguarlo". Sulle polemiche sulla manutenzione commenta: "Degli sciacalli, in Italia siamo tutti tecnici. Mai in passato il Comune di Venezia ha investito così tanto sulla sicurezza: 7-8 milioni all'anno. Fin dal 2016 abbiamo verificato tutti i ponti e i viadotti anche della città metropolitana, programmando gli interventi a seconda delle situazioni". Sul fatto che la strada ora sia sicura, Brugnaro osserva: "Lo era anche prima. Abbiamo ristretto la carreggiata, cambiato la viabilità: ci saranno dei rallentamenti ma in questi giorni abbiamo lavorato per non bloccare la città perché c'è la necessità di far vivere le persone".

approfondimento

Incidente a Mestre, le caratteristiche del bus elettrico precipitato

Migliorano le condizioni di alcuni feriti ricoverati

Intanto, migliorano le condizioni di alcune persone rimaste ferite nell’incidente e ricoverate negli ospedali della Ulls 3 del Veneto. Per una di loro, un tedesco, le dimissioni sono imminenti. E nei prossimi giorni altre persone potrebbero lasciare l’ospedale. Lo ha fatto sapere in un punto stampa la direttrice dell’ospedale dell’Angelo di Mestre, Chiara Berti. “All’ospedale dell’Angelo in questo momento abbiamo ancora 5 pazienti ricoverati. I due pazienti ricoverati nei due reparti di degenza stanno migliorando. Stiamo pensando per uno a una dimissione nei prossimi giorni. Per l’altro non è immediata, ma potrebbe essere nei prossimi 3/4 giorni”, ha detto. Buone notizie anche per “le tre pazienti in terapia intensiva: le due in respiro spontaneo stanno migliorando, una dovrà fare un intervento chirurgico. Anche la paziente intubata sta avendo qualche miglioramento, quindi stiamo riducendo i farmaci ipnotici”. Il ragazzo croato ricoverato all’ospedale di Mirano è stato dimesso ieri dalla terapia intensiva ed è ora ricoverato in chirurgia generale. “Tutti i suoi problemi legati al trauma stanno evolvendo molto positivamente”, ha detto Berti, facendo sapere che “per le dimissioni ci vorranno alcuni giorni”. Infine, la donna in rianimazione all’ospedale di Dolo, “nonostante le sue problematiche legate al trauma, sta migliorando, quindi uscirà dalla rianimazione all’inizio della prossima settimana”.

Cronaca: i più letti