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Incidente bus a Mestre, morto anche l'autista Alberto Rizzotto: chi era

Cronaca
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Aveva 40 anni ed era originario di Conegliano, nel Trevigiano, ma residente a Tezze di Vazzola. Era considerato un “autista esperto”, tanto che svolgeva l'attività di conducente da 7 anni. Secondo quanto emerso, aveva preso servizio poco prima della tragedia 

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I colleghi lo hanno definito un “autista esperto”, tanto che svolgeva l'attività di conducente da 7 anni. Nel cordoglio legato alla tragedia del bus di Mestre c’è anche stupore tra i tanti messaggi che in queste ore stanno comparendo, soprattutto in rete, per ricordare Alberto Rizzotto, il 40enne originario di Conegliano, in provincia di Treviso, che si trovava alla guida del bus precipitato da un cavalcavia e che ha perso la vita insieme ad altre 20 persone. (TRAGEDIA DI MESTRE - LE NEWS IN DIRETTA)

La presa di servizio poco prima della tragedia

Rizzotto, residente a Tezze di Vazzola, era dipendente della Martini Bus, società che aveva noleggiato il mezzo alla società “La Linea” con cui aveva un contratto per il trasporto dei turisti a Venezia. Al momento dell'incidente, l'autista aveva caricato i turisti nel centro storico e li stava riportando in campeggio, a Marghera. Da quanto emerso aveva preso servizio 90 minuti prima della tragedia. "L'autobus era nuovo e lui era bravo" ha dichiarato Massimo Fiorese, amministratore delegato de “La Linea”. L’autista, ha proseguito ancora, “ha preso le persone da piazzale Roma e le stava riportando in campeggio, a Marghera, in quello che una volta si chiamava Jolly. Avevano prenotato la corsa in 16, ma evidentemente sfortuna ha voluto che sia salito anche qualcuno che non aveva prenotato e quando ha visto l’autobus arrivare, bello grande, con tanti posti, è montato lo stesso”.

vedi anche

Bus precipitato a Mestre, da Brunico ad Avellino: i precedenti

L’ultimo post

"Shuttle to Venice" (navetta per Venezia) aveva scritto Rizzotto nell'ultimo post su Facebook. Nei momenti successivi alla tragedia, diffusasi la notizia dell'incidente, sotto al post sono comparsi i messaggi sempre più preoccupati degli amici, che sapevano essere quella la linea percorsa dal 40enne. “Rispondi” o ancora "Fatti sentire, per favore" i messaggi rimasti però senza replica.

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