Il ministro dell'Interno ha annunciato che - nel recepimento di una direttiva europea - "avvieremo da domani a Pozzallo, in provincia di Ragusa, la prima struttura di trattenimento di richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri, come la Tunisia, per fare in modo che si possano realizzare velocemente, entro un mese, procedure di accertamento per l'esistenza dei presupposti di status di rifugiato"
Aprirà a Pozzallo, in provincia di Ragusa, “la prima struttura di trattenimento di richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri, come la Tunisia, per fare in modo che si possano realizzare velocemente, entro un mese, procedure di accertamento per l'esistenza dei presupposti di status di rifugiato". L’annuncio arriva dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che spiega come il governo intenda “avviare” già da domani, 24 settembre, il percorso per la struttura di Pozzallo, “nel recepimento di una direttiva europea”. Ed è a questa struttura, e non ai Cpr, che si applicherà la nuova norma che prevede che un migrante possa restare a piede libero se presta fideiussione di 5mila euro. "La garanzia - ha spiegato il capo del Viminale, intervenendo a Benevento durante i lavori di "Sud Invest" - non riguarda le persone nei Cpr, i cittadini espulsi per irregolarità acclarata nella loro condizione di soggiorno o per pericolosità accertata, che sono quelli destinati nel Cpr". Quella di Pozzallo, ha proseguito, è "una scommessa" che prevede la possibilità "di trattenerli e che l'alternativa è la garanzia anche di carattere economico per sottrarsi al trattenimento, se la cosa funzionerà e la porteremo avanti in maniera più estesa risolverà una situazione annosa". Piantedosi ha poi confermato ancora una volta che ci sarà un Cpr – Centro di permanenza per i rimpatri - in ogni regione d’Italia. Ma la strada è ancora lunga: "Sul tavolo al momento però c'è solo qualche ipotesi" sulle collocazioni specifiche (MIGRANTI, LO SPECIALE DI SKY TG24).
Il sindaco di Pozzallo: “Siamo per accogliere e integrare ma a patto di regolarizzare”
Il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, ha commentato l’annuncio di Piantedosi citando recenti parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Siamo per accogliere, siamo per integrare ma a patto di regolarizzare questi immigrati". La prima struttura per richiedenti asilo (che dovrebbe avere 300 nuovi posti, di cui 84 da destinare all'attivazione del nuovo servizio). Ammatuna non nasconde di aver avuto "iniziali perplessità per questo tipo di strutture, specie perché nell'hotspot a ridosso dell'area portuale attualmente gestiamo un centro con 220 posti disponibili e ne stiamo accogliendo 500”. E al governo chiede di investire “nell' accoglienza e nella conseguente regolarizzazione per fare in modo che si possano realizzare velocemente procedure di stabilizzazione, di rifugiato o di rimpatrio".
Piantedosi: "Il problema dei flussi è la loro imprevedibilità"
Piantedosi, parlando più in generale del tema migranti, si è detto "orgoglioso" di quanto portato avanti finora dal governo "insieme ai territori e ai sindaci, con una grande disponibilità da parte della rete dei Comuni". L'Italia "finora, rispetto ad altri Paesi, come Germania e Belgio", ha aggiunto, è riuscita a tenere banco "seppur tra mille difficoltà". Poi ha detto che "sui flussi migratori l'Italia soffre del problema di come si presentano, sono arrivi non prevedibili nelle loro dinamiche, che impongono attenzione circa la pericolosità del transito". Non sarebbe quindi "il numero complessivo delle persone a preoccupare", ma piuttosto "il fatto che siamo costretti a gestirlo in modo non sempre del tutto prevedibile".
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La cauzione da 5mila euro e le polemiche
Intanto, fuori dalla maggioranza, si continua a discutere sui piani dell’esecutivo di Giorgia Meloni per gestire i molti sbarchi di migranti che continuano ad arrivare in Italia. Ieri è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale un decreto – con la firma di Piantedosi e dei colleghi Giorgetti (Economia) e Nordio (Giustizia) – che prevede una fideiussione bancaria da 4.938 euro che i richiedenti asilo dovranno versare per evitare di essere trattenuti in un centro alla frontiera, in attesa dell'esito dell'iter della sua domanda di protezione. La norma va a completare quelle già previste dal decreto Cutro dello scorso marzo, dove si è previsto il trattenimento dei migranti "al solo scopo di accertare il diritto ad entrare nel territorio dello Stato". I richiedenti asilo – si legge nel decreto - possono essere trattenuti nel caso non abbiano “consegnato il passaporto o altro documento equipollente in corso di validità”, oppure se non prestano “idonea garanzia finanziaria" e provengano da un Paese considerato sicuro (come Tunisia e Costa d’Avorio). Il decreto di ieri ha adesso stabilito l'entità della garanzia: quasi 5mila euro, abbastanza per assicurare al migrante - per il periodo massimo di trattenimento consentito (pari a 4 settimane) - "la disponibilità di un alloggio adeguato sul territorio nazionale; della somma occorrente al rimpatrio e di mezzi di sussistenza minimi". Subito è insorta l’opposizione. "L'ultima crudeltà" del governo, accusa ad esempio la segretaria del Pd, Elly Schlein, “cozza contro il diritto internazionale: si chiedono 5mila euro a chi fugge da discriminazione, guerre e torture per evitare di essere rinchiusi in un centro, un'ulteriore crudeltà inumana di un governo forte coi deboli e debole coi forti".