Davide Fontana potrà avere accesso all’iter di progressivo reinserimento nella società che prevede, l’accesso al “programma di giustizia riparativa”. Lo riporta il Corriere del Veneto, spiegando che si tratta di un programma introdotto di recente con la riforma Cartabia che non incide sulla vicenda penale e non è alternativo alla detenzione in carcere
Per Davide Fontana, condannato il 12 giugno scorso in primo grado a 30 anni di carcere per l’efferato omicidio di Carol Maltesi, è arrivato l’ok all’iter di progressivo reinserimento nella società che prevede, per il killer, l’accesso al “programma di giustizia riparativa”. Lo segnala il Corriere del Veneto, spiegando che si tratta di un programma introdotto di recente con la riforma Cartabia e che non incide sulla vicenda penale e non è alternativo alla detenzione in carcere, bensì "consiste nella ricostruzione del legame spezzato tra vittima, reo e comunità". Si tratta, sottolinea ancora il quotidiano, del primo caso nel nostro Paese, dopo che proprio di recente la stessa richiesta è stata respinta per Benno Neumair, condannato all’ergastolo dopo aver ucciso i genitori.
Il padre di Carol: "Allibito e incredulo"
Si tratta di una “decisione che lascia attoniti, aprendo nuove ferite e generando altro dolore”, hanno riferito familiari e associazioni contro la violenza sulle donne. Fabio Maltesi, papà della vittima, si è definito “allibito e incredulo”. Proprio di recente, il killer di Carol Maltesi aveva dichiarato in aula di “provare un gran bisogno di riparare alla mia condotta”, chiedendo alla Corte d’Assise di Busto Arsizio il permesso “di fare qualsiasi cosa, di seguire programmi e percorsi, qualsiasi cosa sia possibile fare verso i parenti di Carol e anche verso altre associazioni". L’11 gennaio 2022 Fontana uccise crudelmente la 26enne vicina di casa, massacrandola e facendola a pezzi dopo averne gettato da un burrone i resti, nascosti per tre mesi in un freezer.