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Sicilia, è ancora emergenza incendi. A Palermo gente sui tetti, evacuato campus università

Cronaca
Ansa/Getty

Le alte temperature e il vento di scirocco hanno tenuto vivi decine di roghi anche nella giornata di oggi. Per domani, 23 settembre, la Protezione civile regionale ha diramato un nuovo avviso per rischio incendi e ondate di calore. Su tutte le province siciliane il livello è di preallerta. A Trappeto un uomo è morto durante l'evacuazione di alcune case, forse per un malore, mentre in zona Sala Verde a Mazzaforno è stata trovata morta una donna di 42 anni. A Cefalù quasi 700 turisti evacuati da un grande albergo

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In Sicilia è ancora allarme incendi. Con le temperature che da due giorni sfiorano ormai i 35°C e il vento di scirocco che continua a soffiare, da Palermo a Trapani, da Catania a Messina fino a Caltanisetta anche quella di oggi, 22 settembre, è stata una giornata difficile per i mezzi di soccorso impegnati a mettere in sicurezza le abitazioni minacciate dalle fiamme e spegnere i roghi. Potrebbe essere così anche domani: la Protezione civile regionale ha già diramato un nuovo avviso per rischio incendi e ondate di calore, valido da mezzanotte alle 24 del 23 settembre. Su tutte le province siciliane il livello è quello di preallerta, in miglioramento rispetto a oggi. Sono in tutto una cinquantina i focolai su cui si è dovuti intervenire. Una delle ultime segnalazioni è arrivata in serata, poco prima delle 19: a Palermo è stato evacuato l'edificio 18 del campus universitario, al confine tra viale delle Scienze e via Ernesto Basile (colpita dagli incendi già da ore). Le fiamme si sarebbero avvicinate all'edificio che ospita le facoltà di Chimica e Fisica ed è quindi stato dato l'ordine a studenti e professori di abbandonare immediatamente il luogo. A Trappeto, nel Palermitano, un uomo è morto durante l'evacuazione di alcune case, forse per un malore. In zona Sala Verde, vicino Cefalù, una donna di 42 anni, è stata trovata morta in un canalone vicino all'autostrada: con il padre e il fratello era andata a liberare dei cavalli dalla stalla assediata dalle fiamme. Non è chiaro se la donna sia morta soffocata dal fumo o bruciata. La scorsa notte invece alcuni residenti del quartiere periferico di Brancacci hanno abbandonato le proprie case per rifugiarsi in strada o per arrampicarsi sui tetti, per paura delle fiamme che stavano bruciando un agrumeto. 

La situazione nel Palermitano

Tra gli ultimi roghi c’è anche quello che ha interessato l’area di un impianto di trattamento biomeccanico dei rifiuti nella discarica di Bellolampo. Se questo è poi stato spento, intorno alle 19 si segnalavano roghi attivi in via Fichidindia a Brancaccio e sulla laterale di viale Regione (zona Bonagia), che si è propagato verso il "ponte Bonagia", uno degli ingressi della città sulla Circonvallazione e che ha coinvolto anche delle autovetture. Soltanto nel Palermitano sono dovuti intervenire tre canadair. Tra i diversi comuni colpiti della provincia ci sono Altofonte, Gratteri, Campofelice, Gibilrossa, Misilmeri, Piana degli Albanesi, Torretta e Prizzi. E ancora: il fuoco partito da Gibilmanna, alimentato dallo scirocco, è poi arrivato alle porte di Cefalù, battendo su una zona già devastata dagli incendi dello scorso luglio. Le fiamme hanno toccato anche la contrada di Rapputi, creando una "situazione molto complicata", ha spiegato il vicesindaco Rosario Lapunzina. Quasi 700 turisti sono stati evacuati dall'hotel Costa Verde, la più grande struttura alberghiera di Cefalù, assediata da un incendio rovinoso. Gli ospiti dell'albergo sono stati portati al palazzetto dello sport. Ma si tratta di una soluzione precaria e provvisoria.  Il Costa Verde si trova vicino a Mazzaforno dove oggi alcuni turisti ospiti di resort sono stati evacuati via mare. Le fiamme, sospinte dal forte vento di scirocco, hanno raggiunto la fascia costiera occidentale con un fronte di fuoco di oltre dieci chilometri partito ieri sera da Gratteri. Le fiamme hanno raggiunto l'autostrada e per questo è stato chiuso lo svincolo di Cefalù. Il traffico è stato deviato lungo la statale 113 dove si sono formate lunghe code di auto.

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Botta e risposta tra il vescovo di Cefalù e Schifani

La paura ha innescato un botta e risposta tra il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante e il governatore della Sicilia Renato Schifani. Tutto è partito dal prelato, che ha sottolineato come "occorre organizzare una protesta generale davanti all'inerzia colpevole dei vari governi regionali” e che “tra incendi e calo demografico avanza la desertificazione della Sicilia". Schifani ha risposto che le parole di Marciante "rischiano solo di alimentare proteste e fomentare la sommossa popolare” e ha ricordato che “questo governo regionale che fin dal suo insediamento ha lavorato e continua a lavorare per risolvere in maniera strutturale i problemi della Sicilia, tra i quali gli incendi, operando strategicamente per la tutela del territorio e la prevenzione". Al vescovo ha poi detto "che abbiamo dovuto pagare un duro prezzo in termini di vite umane nel contrasto ai roghi causati spesso da criminali senza scrupoli". Solo per questo incendio, da ieri sera, sono impegnate 12 squadre con 50 operai forestali, 12 autobotti, 6 ispettori del corpo forestale della Regione, 2 canadair e 2 elicotteri.

Roghi in tutta la Sicilia, da Trapani a Enna

Spostandosi da Palermo, sono una ventina gli interventi che hanno interessato l'area di Trapani, in particolare nella zona di Castellammare del Golfo. Domati dopo diverse ore gli incendi in provincia di Messina: Letojanni, Barcellona Pozzo di Gotto, Sant'Agata di Militello, Patti, Sinatra, Mistretta, Tusa. Danni anche nel Nisseno e nell'Ennese.

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