
Scuola, allarme dei sindacati: per nuovo anno metà cattedre saranno senza docente di ruolo
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief (l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori) parla di “sette milioni di alunni e 1,3 milioni di docenti, Ata e dirigenti scolatici con tanti problemi irrisolti”. Il totale degli insegnanti attivi a tempo indeterminato potrebbe essere di circa 40mila

Manca poco all’avvio dell’anno scolastico 2023/2024 e secondo i primi dati riportati dai sindacati la metà delle cattedre non avrà un docente di ruolo. I numeri si leggono sul Corriere: sul totale degli 81mila posti liberi, il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara già a luglio aveva annunciato 51mila assunzioni (lasciando le altre 30mila ai supplenti). Che però non sono andate a buon fine nella loro totalità. Se tutto andasse bene bene, il totale degli insegnanti attivi a tempo indeterminato sarà di circa 40mila
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Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief (l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori), ricorda che in tutto ci sono “sette milioni di alunni e 1,3 milioni di docenti, Ata e dirigenti scolatici con tanti problemi irrisolti” e che anche quest’anno “le prime classi continuano ad essere composte ancora da troppi alunni, il personale rimane sottopagato malgrado gli aumenti dell’ultimo contratto, gli spostamenti di docenti e Ata rimangono vincolati a norme anacronistiche”
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“Gli insegnanti - ricorda Pacifico - vengono assunti solo su una parte delle cattedre libere, con meno diritti di chi è di ruolo e costretti a rimanere supplenti per decenni in disprezzo rispetto ai 36 mesi che indica da tempo l’Ue. Gli organici del personale sono sottodimensionati e quello aggiuntivo per i programmi del Pnrr viene finanziato solo per poche unità e 60 giorni anziché tre anni"
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"Inoltre - sottolinea - le assunzioni e i concorsi, in attesa della revisione totale prevista da un Dpcm in via di pubblicazione, continuano ad essere organizzati con modalità ancorate a modelli superati e inefficaci: così le supplenze continueranno a toccare numeri da record". E aggiunge: "Sempre più lavoratori della scuola sono costretti ad avviare un contenzioso con l’amministrazione pubblica”

Anche Giuseppe D’Aprile, segretario generale Uil per la scuola, non nasconde le problematiche: "Dai primi dati territoriali le immissioni in ruolo non raggiungeranno neanche la copertura del 50% dei posti disponibili". La prossima campanella, continua, suonerà con oltre 200mila supplenti: "Una scuola con oltre 200mila supplenti è un danno per i precari ma soprattutto per gli alunni”

"In Lombardia, nonostante le procedure di immissioni in ruolo, ci saranno oltre 25mila posti da dare a supplenza. Sempre al Nord Italia segnaliamo la situazione del Piemonte e del Veneto, dove si partirà con circa 20mila supplenti", prosegue D'Aprile. Che però precisa: "Si tratta come sappiamo di un problema nazionale che non si limita al Nord Italia”

“Nel Lazio i supplenti sono circa 12mila, mentre al Sud prendendo come esempio Sicilia, Campania e Puglia, ci attestiamo rispettivamente a quota 13mila, 11mila e 10 mila", dice il segretario Uil. Si procederà con le nomine "sicuramente in ritardo rispetto all'inizio dell'anno scolastico"

“Gli alunni rischiano di cambiare anche tre docenti all'inizio dell'anno sulla stessa disciplina. Assisteremo come di consueto 'al balletto' del personale", sottolinea D'Aprile. A questo si aggiunge poi "il problema sul sostegno. Migliaia di posti in deroga anche in assenza di docenti specializzati. Servono 80mila docenti di ruolo per la copertura dei posti"

Il segretario Uil ricorda come "avevamo proposto al ministro Valditara una soluzione: trasformare tutti i posti vacanti da organico di fatto a organico di diritto. Il tutto, quindi, stabilizzando 250 mila precari, costerebbe 180 milioni di euro, circa 715 euro a precario"

“Rappresenterebbe anche un volano di crescita per l'intera economia del paese. Come al solito la narrazione è diversa dalla realtà. Sulla scuola non si deve fare cassa, si deve investire. Basta la volontà politica", conclude D'Aprile
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