Migranti, tre navi Ong fermate per 20 giorni. Monta polemica sui soccorsi in mare

Cronaca
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La nave di Open Arms, arrivata ieri a Carrara con 196 persone soccorse, è stata bloccata con 20 giorni di fermo amministrativo, più una multa. Stessa sorte per le imbarcazioni di Sea Watch il 21 agosto e Sea-Eye 4 oggi, in altri porti italiani. Intanto a causa del mare agitato, da domenica sono quasi azzerati gli sbarchi a Lampedusa, così nella struttura dell’isola i migranti presenti sono scesi: al momento ci sono circa 500 persone

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Torna ad accendersi in Italia il tema dei salvataggi dei migranti in mare da parte delle navi Ong. Negli ultimi giorni tre imbarcazioni, dopo aver compiuto missioni di soccorso nel Mediterraneo e in seguito all’attracco nei porti italiani, sono state sanzionate (LO SPECIALE MIGRANTI). Il 21 agosto, la nave Aurora della Ong Sea Watch, che nei giorni scorsi anziché dirigersi a Trapani (indicato come porto sicuro) ha attraccato a Lampedusa dove ha fatto sbarcare 72 migranti, è stata sottoposta a fermo amministrativo per 20 giorni. Ieri invece a Marina di Carrara è arrivata la nave della Ong Open Arms con 196 migranti, soccorsi giorni fa nel Mediterraneo centrale. Le persone soccorse erano state sbarcate, poi alla nave è stato poi notificato un fermo amministrativo di 20 giorni, in cui non può lasciare il porto. La nave adesso è in rada. Notificata all'armatore anche una sanzione accessoria di 3.500 euro per la violazione del decreto Piantedosi che non consente i recuperi plurimi in mare di migranti dopo l'indicazione del porto di approdo in Italia. Questa mattina infine, nuova multa e fermo amministrativo per Sea-Eye 4 a Salerno. Dopo che il suo equipaggio ha salvato 114 persone in tre operazioni di salvataggio consecutive nelle zone Sar libiche e maltesi, la Sea-Eye 4 è ora nuovamente bloccata. Le autorità italiane hanno imposto anche una multa di circa 3.000 euro. La nave non potrà lasciare il porto di Salerno per 20 giorni. "Siamo nuovamente accusati di aver effettuato più di un'operazione di salvataggio. Se non lo avessimo fatto, le persone avrebbero perso la vita", afferma Gorden Isler, presidente di Sea-Eye. Per L'Ong è il secondo fermo quest’anno.

La polemica sui soccorsi in mare

Il triplice fermo amministrativo, sottolinea Sea-Eye, ha un’accusa identica: violazione della legge Piantedosi del 24 febbraio 2023. Allo stesso tempo - dice la Ong - “solo quest'anno sono morte più di 2.100 persone nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per cercare protezione in Europa". "È importante tenere presente che questa legge è stata scritta esclusivamente per le organizzazioni di soccorso in mare. È contraria al diritto internazionale, che obbliga un capitano a soccorrere le persone in pericolo in mare", afferma Gorden Isler. Secondo l'Ong, "le organizzazioni di soccorso in mare come Sea-Eye si troveranno così ripetutamente nella situazione di dover decidere se trattenere le proprie navi e tornare indietro dopo la prima operazione di salvataggio, oppure non lasciare morire nessuno e accettare così la perdita delle proprie navi". "Questa settimana Sea-Eye, Sea-Watch e Open Arms hanno scelto di anteporre il salvataggio di vite umane alle loro navi. L'Italia ora sta punendo questo comportamento e mettendo in pericolo la vita di molte persone che rimangono indifese e in balia del mare", ha continuato Isler. La Sea-Eye farà ricorso contro il fermo.

Open arms, il primo ufficiale: "Fermo per un soccorso a 132 persone su nave a rischio"

Angelo Selim, primo ufficiale di coperta della Open arms, ha raccontato che la nave si stava dirigendo verso Carrara, come indicato da Roma dopo aver soccorso alcuni migranti su un gommone nel Mediterraneo, quando ha ricevuto l'avviso di un altra imbarcazione in difficoltà, con 132 persone a bordo. "Lo abbiamo comunicato a Roma" ma "ci hanno hanno detto che dovevano rispettare il decreto" e proseguire la navigazione fino a Carrara: alla richiesta di "informazioni se qualcuno" stesse seguendo il caso "ci hanno detto che la nostra assistenza non era necessaria perchè c'erano dei mezzi di soccorso nella zona dell'autorità competente". Non avendo "avuto indicazioni su quali" fossero e sul loro arrivo "abbiamo allora deciso di verificare la situazione e fortunatamente siamo riusciti a incontrare l'imbarcazione. Adesso stiamo parlando di un problema amministrativo" invece che di persone che potevano affogare. Selim riferisce che la seconda imbarcazione soccorsa, del tipo di quelle con due ponti, era in "sovraccarico e imbarcava acqua". Le persone erano sia "nella stiva che sopra, situazione super pericolosa, spesso succede che le persone a bordo quando avvistano" un'altra nave nei dintorni "dalla parte bassa salgono e la nave si capovolge: eventi" del genere sono giù accaduti "varie volte". Così "una volta verificato lo stato precario dell'imbarcaizone abbiamo deciso di procedere al soccorso. Poi" mentre procedevano per Carrara "abbiamo anche dovuto evacuare una persona in Lampedusa. Dopo non abbiamo più avuto comunicazioni da Roma". All'arrivo ieri a Marina di Carrara "io e il comandante e il capo missione siamo stati interrogati per 7 ore" e poi "ci hanno comunicato il fermo amminstrativo della nave. Dobbiamo restare qui in porto", un "mezzo in meno nel Mediterraneo dove più serve in questo momento. Anche altre due navi di ong nell'ultima settimana sono coinvolte in questi fermi, quindi tre navi non potranno fare quello che è necessario, cioè assistere le persone in alto mare".

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La situazione a Lampedusa

Intanto dopo settimane di emergenza, l’hotspot di Lampedusa lentamente si è svuotato negli ultimi giorni. A causa del mare agitato, da domenica sono quasi azzerati gli sbarchi, così nella struttura dell’isola i migranti presenti sono scesi sotto quota 600, tra cui alcune centinaia di minori non accompagnati. Per l'esattezza sono 543, fra cui 225 minori non accompagnati, i migranti presenti all'hotspot di Lampedusa. Per stamani non sono previsti trasferimenti. Ieri mattina, 250 persone sono state imbarcate sul traghetto di linea Galaxy che le ha portate a Porto Empedocle. E il prefetto di Agrigento ha detto a Sky TG24: “Siamo attrezzati per alleggerire la situazione a Lampedusa”. 

Pochi sbarchi in Italia

Nella giornata di ieri, 25 migranti, fra cui 3 donne e 10 minori, sono sbarcati a Lampedusa dopo che il barchino di 6 metri, salpato da Gasr Garabulli in Libia, sui cui viaggiavano è stato soccorso dalla motovedetta Cp310 della Guardia costiera. A bordo del natante siriani, sudanesi e somali. Nel sud della Sardegna invece, dodici uomini e una donna sono stati intercettati dai carabinieri a Sant'Antioco. Altri undici uomini sono stati avvistati e raggiunti dalla Capitaneria su un barchino nelle coste di fronte a Cala Piombo, sempre a Sant'Antioco. I ventiquattro migranti sono stati tutti sottoposti alle procedure di identificazione. Poi il trasferimento al centro di accoglienza di Monastir.

Barchino affonda, un disperso e 37 sbarcati a Lampedusa 
Foto Concetta Rizzo

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Nave Emergency con 40 migranti a Ortona

La Life Support di Emergency è arrivata a Ortona, con a bordo i 40 naufraghi soccorsi sabato scorso nel Mediterraneo, in acque internazionali della zona SAR maltese. Le persone, che erano partite dalla Libia, "sono tutti uomini provenienti da Bangladesh, Egitto, Pakistan, Siria e Sudan, Paesi afflitti da conflitti, instabilità economica e politica. Due sono minori non accompagnati". I migranti soccorsi erano su una piccola imbarcazione in vetroresina, ed erano in evidente condizione di pericolo.

L'arrivo della Open Arms a Porto Empedocle (Agrigento), 21 agosto 2019. ANSA/PASQUALE MONTANA LAMPO

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