Omicidio Genova, testimone: "I datori di lavoro dovevano stipendi ad Abdalla"

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I carabinieri hanno sentito il titolare della barberia in cui la vittima lavorò fino alla fine del 2022. Secondo la sua testimonianza i datori di lavoro di Abdalla, arrestati con l'accusa di omicidio, gli "dovevano degli stipendi" e "non volevano che se ne andasse, rischiando di portare via clienti"

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Emergono nuove indiscrezioni sull’omicidio di Mahmoud Abdalla, il barbiere di 19 anni ucciso a Genova, il cui corpo senza testa e mani è stato ritrovato al largo della costa di Santa Margherita Ligure. I datori di lavoro del ragazzo, Ahmed Gamal Kamel Abdelwahab (detto Tito) e Mohamed Ali Abdelghani (detto Bob), arrestati con l’accusa di averlo ucciso e mutilato, gli “dovevano degli stipendi” e “non volevano che se ne andasse, rischiando di portare via clienti”. È quanto emerge dal racconto dell’ex datore di lavoro della vittima. Il supertestimone è stato sentito ieri dai carabinieri del nucleo investigativo, guidati dal colonnello Michele Lastella e dal maggiore Francesco Filippo. L'uomo, di origini egiziane e titolare di una barberia nel centro storico genovese, ha contattato gli inquirenti mentre era in vacanza in Egitto ed è stato interrogato non appena rientrato in Italia. Abdalla aveva lavorato da lui fino alla fine del 2022 e poi era andato a lavorare da Tito e Bob. 

Proseguono le indagini

Nel frattempo proseguono le indagini coordinate dal sostituto procuratore Daniela Pischetola. Domani, 8 agosto, gli esperti del Ris di Parma effettueranno una serie di sopralluoghi nell'appartamento in cui il 19enne viveva insieme ad altri colleghi, e nei negozi di via Merano a Sestri Ponente, e in via Dante a Chiavari. L’obiettivo è quello di cercare tracce biologiche per capire con esattezza il luogo il ragazzo è stato ucciso e poi fatto a pezzi. Dalle indagini è emerso che i due assassini, domenica 23 luglio, hanno contattato la vittima dicendogli di andare nell’appartamento per ricevere i soldi che gli spettavano. Secondo gli inquirenti si sarebbe trattato di una trappola e, stando alle ipotesi, Abdalla sarebbe stato ucciso proprio in quell'abitazione. In seguito, sarebbe stato infilato in una valigia. Gli assassini si sarebbero poi fatti portare in taxi fino a Chiavari e lì avrebbero decapitato il cadavere e amputato le mani per non farlo riconoscere. I resti sarebbero stati buttati alla foce del fiume Entella.

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