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Dossieraggio contro politici e manager, l’inchiesta scuote l’Antimafia

Cronaca
©IPA/Fotogramma

Il reato per cui i magistrati si stanno muovendo è l’accesso abusivo a sistemi informatici. A essere iscritto nel registro degli indagati è un maresciallo della Guardia di Finanza che per lungo tempo è stato a servizio della Dna. Il ministro Crosetto: "Attendo fiducioso gli accertamenti della magistratura su questa torbida vicenda"

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La Procura di Perugia ha avviato un'indagine delicata, che rischia di diventare uno scandalo nazionale. Di cosa si tratta? Come riporta La Repubblica, si tratterebbe di una potenziale centrale di dossieraggio abusivo, all’interno della Direzione nazionale antimafia. Il reato per cui i magistrati si stanno muovendo è l’accesso abusivo a sistemi informatici. A essere iscritto nel registro degli indagati è un maresciallo della guardia di finanza che per lungo tempo è stato a servizio della Dna. Dove, avrebbe scaricato atti riservati senza autorizzazione. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, autore della querela che ha dato il via alle indagini e allora non ancora membro dell'Esecutivo, ha così commentato: "Oggi ho letto, su alcuni quotidiani, l'evoluzione di un'indagine giudiziaria nata grazie a una mia denuncia del 31 ottobre 2022. È emersa l'esistenza di un tentativo di condizionare la composizione del nuovo governo attraverso l'acquisizione illecita e la diffusione strumentale di notizie false per attaccarmi. Un sistema di dossieraggio illegittimo". E ha aggiunto: "Attendo fiducioso gli accertamenti della magistratura su questa torbida vicenda".

La ricostruzione dei fatti

Già nel corso del 2020 la pubblicazione su diversi quotidiani di Sos che riguardavano personaggi politici di primo livello (Matteo Renzi, Giuseppe Conte, Rocco Casalino, soltanto per fare alcuni nomi) avevano destato dei sospetti. Le Sos devono essere trattate con molta cura perché contengono informazioni riservate e in un certo senso neutre: come si diceva, Bankitalia fa un’istruttoria e invia a Dna e Finanza transazioni apparentemente sospette (bonifici dall’estero, strani scambi di denaro) ma che potrebbero essere lecite. Spetta infatti alla polizia giudiziaria effettuare gli approfondimenti. Quei documenti, invece, in alcuni casi sono finiti sui giornali prima che alle procure, circostanza che ha inquietato non poco i vertici delle Fiamme Gialle e del ministero dell’Economia. Tutto è cambiato nell'ottobre scorso. Tutto questo quando Guido Crosetto, ministro della Difesa, ha presentato una querela alla procura di Roma. Da qui la scoperta che un finanziere, nei giorni precedenti alla pubblicazione degli articoli, avrebbe effettuato ricerche proprio su Crosetto. Il militare viene perquisito e poi sentito: nega ogni irregolarità, ammette il fatto ma spiega che le interrogazioni al sistema venivano effettuate abitualmente dal suo ufficio per motivi di servizio. Non mentiva perché gli investigatori scoprono che sulla stampa sono finite solo alcune delle centinaia di interrogazioni alla banca dati che risultano dai log digitali fatte nell’ufficio della Dna. Successivamente il finanziere ha provato a scaricare sulle modalità organizzative dell’ufficio, non convincendo però gli inquirenti. Ora le indagini vogliono trovare una risposta a una domanda inquietante? Perché si cercavano dati sensibili su alcuni dei personaggi politicamente più esposti del nostro Paese? Compito dei magistrati far luce su tutti i misteri. Intanto, si sono "estese rispetto all'ipotesi originaria di violazioni di notizie riservate in danno del ministro Guido Crosetto" le indagini della procura di Perugia su "alcuni" accessi a banche dati pubbliche "da ritenersi presumibilmente non leciti" da parte di un appartenente alla guardia di finanza distaccato presso un gruppo di lavoro che si occupava dello sviluppo di segnalazioni di operazioni sospette presso la procura nazionale antimafia. Lo scrive il procuratore Raffaele Cantone in un comunicato. Sottolineando che sono state già sentite "numerose" persone ed esaminata una "rilevante" quantità di documenti.

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