Medico va in pensione e distrugge telefono in piazza: "La reperibilità era un incubo"

Cronaca

Ha preso una mazza da baseball e ha rotto in mille pezzi il telefono fisso dell'ambulatorio davanti agli ex pazienti. È successo a Guastalla, in provincia di Reggio Emilia

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Dopo essere andato in pensione ha deciso di distruggere il telefono a mazzate in piazza a Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, davanti ai suoi ex pazienti. Il gesto è stato compiuto da Ugo Gaiani, medico di base che è andato in pensione dopo 39 anni di lavoro, di cui gli ultimi 33 passati proprio a Guastalla, mentre nei primi sei aveva fatto la guardia medica tra Appennino Reggiano e Modenese, in particolare a Riolunato.

©Ansa

Il telefono distrutto a mazzate

Il 28 luglio, al termine del suo ultimo giorno col camice bianco, Gaiani ha chiamato pazienti e amici - circa 150 i presenti - per salutarli e offrire loro un rinfresco d'addio in piazza a Guastalla. Poi il colpo di scena: indossando una maglietta dei San Antonio e il cappellino da battitore ha preso una mazza da baseball e ha rotto in mille pezzi il telefono fisso dell'ambulatorio, con i pazienti in cerchio che hanno filmato la scena. "L'ho fatto" - ha spiegato il dottore al Resto del Carlino - "perché negli ultimi anni la reperibilità era diventata un incubo, dallo stress a tanti problemi che hanno influito sulla mia condizione generale".

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"Il peggio è arrivato post Covid, la gente è diventata più cattiva"

"Ero arrivato a lavorare 16 ore al giorno, dormendo poco la notte", ha raccontato il medico. "Ma più che la pandemia e il lockdown, diciamo che il peggio è arrivato col post Covid. La gente in generale è diventata più cattiva, più maleducata. Molti rapporti si sono incrinati, l'emergenza sanitaria ha cambiato le persone. In peggio. Pazienti sempre meno pazienti, il nostro lavoro non bastava mai". Gaiani ha poi aggiunto che "è difficile lasciare una professione a cui si è rimasti legati per quasi 40 anni. Con tanti pazienti si è creato un rapporto non solo professionale, ma anche di amicizia. Lo dimostrano i tanti cittadini che sono venuti a salutarmi in piazza, sotto l'ambulatorio, alla fine della mia attività. Ma arriva un momento in cui bisogna smettere".

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