Strage di Erba, procedimento disciplinare per giudice Cuno Tarfusser: voleva riaprire caso

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Ad avviare il procedimento disciplinare è stata la Procura generale della Cassazione, che contesta al giudice di aver "violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio"

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Il giudice Cuno Tarfusser, che voleva riaprire il caso della strage di Erba, è finito sotto procedimento disciplinare non per la fondatezza o meno della messa in dubbio degli ergastoli, ma per il modo di farlo. A riportare la notizia è il Corriere della Sera. E ad avviare il procedimento disciplinare è stata la Procura generale della Cassazione, che contesta al giudice di aver "violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio" quando il 31 marzo depositò di propria iniziativa in cancelleria la richiesta di revisione della condanna definitiva dei due ergastolani, "in palese violazione del documento organizzativo dell’ufficio che assegna all’Avvocato generale e al Procuratore generale" (che in caso di dissenso ha l’ultima parola) "la facoltà di richiedere la revisione di sentenze" qualora sopravvengano nuove prove dell’innocenza. (STRAGE DI ERBA: LE TAPPE)

La ricostruzione dei fatti

Come riporta sempre il Corriere della Sera, il sostituto pg milanese Tarfusser è disciplinarmente accusato di avere, appunto senza alcuna delega dal capo, per mesi tenuto contatti con i difensori Fabio Schembri e Paolo Sevesi, e da essi ricevuto consulenze scientifiche sulle asserite nuove prove a favore dei coniugi Romano-Bazzi. Da qui la richiesta di revisione degli ergastoli inflitti alla coppia per il quadruplice omicidio nel 2006 del bimbo di 2 anni Youssef Marzouk, di sua madre Raffaella Castagna, di sua nonna Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini, nonché per il tentato omicidio di Mario Frigerio. Al pg di Cassazione, che dovrà decidere se farlo processare o no dalla sezione disciplinare del Csm, Tarfusser sostiene che il regolamento interno - che indica competenti i due vertici di una Procura Generale - sarebbe pensato per i casi ordinari in cui a chiedere la revisione è il difensore, non per l’inedito caso di una revisione chiesta d’iniziativa da un singolo magistrato. E ribalta sulla pg Nanni l’accusa di non averla informata, affermando d’averle invece chiesto in una mail il 24 marzo un incontro per parlarle di una cosa delicata e urgente, senza ricevere risposte. Da parte sua, la pg Nanni ribatte che la mail inviatale da Tarfusser non conteneva alcun riferimento specifico alla strage di Erba, Tarfusser controlamenta di non essere neppure stato richiamato da lei al telefono in quei sette giorni, Nanni gli rimprovera di aver lavorato mesi senza dirle nulla.

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Tarfusser: "Ho fatto il mio dovere"

"In merito al procedimento disciplinare a mio carico promosso dal Procuratore generale di Milano, mi limito a dire che attendo con grande serenità e fiducia l'esito del procedimento nella consapevolezza di non avere fatto altro che il mio preciso dovere di Magistrato", è la replica in un comunicato del sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser. "Per il resto prendo atto come il problema della vicenda relativa alla cosiddetta 'strage di Erba' non sono più due persone da 17 anni all'ergastolo che hanno maturato una legittima aspettativa a che la mia richiesta di revisione sia serenamente valutata dall'unica autorità legittimata a farlo, ovvero la Corte d'appello di Brescia - aggiunge Tarfusser - ma sia diventato io che, in nome di quella Giustizia in cui credo, ho studiato il caso, valutato gli elementi che hanno condotto alla condanna, scoperto gravi criticità e valutato nuovi elementi probatori che, a mio avviso, meritano un serio approfondimento. Ho quindi formulato la richiesta di revisione basandomi su precise norme di legge". "Ammetto di non sapere - conclude - se sono più amareggiato per questa assurda inversione di prospettiva o se per l'essere io soggetto ad un procedimento disciplinare dopo un'impeccabile carriera di Magistrato che nessuno mi può togliere".

Il legale: "Beghe tra toghe, istanza pg vada avanti"

Sulla vicenda è intevenuto l'avvocato Fabio Schembri, difensoredi Olindo Romano e Rosa Bazzi, che chiede di non fermare la possibile revisione della condanna per la strage di Erba a causa di quelle che definisce "beghe tra magistrati". Infatti: "Le beghe tra magistrati non ci competono - commenta il legale della coppia -. Sarebbe gravissimo che l'istanzadi revisione presentata da Tarfusser non venisse valutata dalla Corte d'Appello di Brescia alla quale anche noi depositeremo un'altra istanza. Il fatto che Nanni non la condivida non significa che non debba essere la Corte a valutare se ritenerla ammissibile o meno".

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