Processo Open Arms, Salvini in aula. Acquisite mail dell’ex cancelliera Merkel

Cronaca
Ansa/LaPresse

Nuova udienza a Palermo per il procedimento in cui il ministro dei Trasporti è accusato di sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio per aver impedito nell'agosto 2019 lo sbarco di 163 migranti per 19 giorni. "Open Arms rifiutò aiuto, voleva sbarco in Italia", dice il leader leghista. Il fondatore della Ong, Oscar Camps, ha raccontato di aver fatto avere una lettera all’allora cancelliera tedesca in merito al divieto di ingresso in acque italiane

ascolta articolo

Nuova udienza nell'aula bunker dell'Ucciardone, a Palermo, per il processo Open Arms in cui Matteo Salvini è accusato di sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio per aver impedito nell'agosto 2019 lo sbarco di 163 migranti per 19 giorni. Il vicepremier e ministro dei Trasporti è presente insieme all’avvocato Giulia Bongiorno. Tre i testimoni della giornata: Oscar Camps, fondatore di Open Arms, Inas Urrosolo Martinez De Lagos, medico a bordo della Missione 65, e Ricardo Barriuso Leoz, primo ufficiale sulla nave all'epoca dei fatti. A fine udienza, Salvini ha detto: "Dall'udienza di oggi a Palermo, dove rischio fino a 15 anni di carcere, sono emerse notizie interessanti: Open Arms aveva rifiutato, anche se non aveva ancora immigrati a bordo, di aiutare Alan Kurdi che lamentava di averne troppi. Poi la Ong spagnola veniva assistita in tutti i modi, con continue telefonate dall'Italia, potendo perfino contattare personaggi del calibro di Angela Merkel e Richard Gere. La Ong aveva declinato sdegnosamente gli aiuti e i porti di Malta e Spagna, a costo di aumentare i giorni di navigazione: l'obiettivo era sbarcare solo in Italia". 

Acquisite mail fra Camps e Merkel

Il primo a intervenire è stato Camps: ha raccontato che all’epoca dei fatti, dopo il decreto che vietava l'ingresso in acque italiane, il 7 agosto aveva incontrato l'ambasciatore tedesco a Madrid e gli aveva consegnato una lettera per l’allora cancelliera Angela Merkel "nella quale chiedevo un intervento della Commissione europea per favorire la collaborazione e parlare dell'atto che impediva di entrare in una Paese europeo che non ritenevamo giusto né legale. L'ambasciatore ha fatto avere la richiesta alla signora Merkel che ci ha risposto che stava lavorando su questo argomento e che sarebbero intervenuti nella riunione del Parlamento europeo". Per il team legale, ha spiegato Camps, "si poteva attendere una risposta positiva e attendevamo che l'Ue si determinasse a rimuovere quel decreto". Dopo il racconto, Giulia Bongiorno ha chiesto di acquisire agli atti la mail di Angela Merkel: Camps ha recuperato il testo dalla posta elettronica sul suo smartphone e ha inoltrato la mail all'indirizzo fornito dai giudici. Essendo il testo in tedesco, non è stato possibile leggerlo durante la deposizione. I giudici hanno acquisito anche la lettera che Camps aveva consegnato all'ambasciatore.

leggi anche

Processo Open Arms, Salvini: rischio 15 anni per aver difeso l'Italia

Camps: "A bordo tensione ed emergenza sanitaria"

Camps ha poi raccontato che a bordo della Open Arms nell’agosto 2019 la situazione era grave sia dal punto di vista sanitario che umano. "Siamo dovuti intervenire per raccogliere una persona che si era lanciata in mare". Sull’imbarcazione dei soccorritori c'era, ha detto Camps, "molta tensione". Alcune persone avevano la scabbia, altre erano disidratate. Oltre alla mancanza di acqua, non c'erano medicine a sufficienza. "Erano tutti provati per una situazione assolutamente insalubre", ha aggiunto il fondatore di Open Arms. Il primo soccorso avvenne l'1 agosto 2019 alle 4 del pomeriggio, 55 persone, 19 uomini, 16 donne e 20 minori, con due neonati e due donne in gravidanza. "Abbiamo ricevuto poi il decreto dall'autorità di Roma che vietava il nostro ingresso in acque italiane. Da Barcellona sono andato a Roma il 4 agosto per vedere il team legale e dare incarico di opporsi", ha proseguito Camps. "Ero al corrente delle operazioni e attraverso mail e comunicazioni informavamo le autorità di Spagna, Libia, Malta, Italia. Avevo contatti più frequenti con il capitano e il capo missione".

leggi anche

Meloni: "Su migranti passi avanti oggettivi, c'è cambio di priorità"

Camps: "Fino a marzo 2018 piena intesa con Guardia Costiera"

"Fino al marzo 2018 abbiamo agito sempre coordinati dalla Guardia costiera italiana, soccorrendo tra 25mila e trentamila persone. La Guardia costiera dopo quella data ha finito di coordinare le operazioni con le navi umanitarie - ha detto ancora Camps -. Poi non abbiamo più ricevuto informazioni dalla Guardia costiera italiana, né abbiamo ricevuto alcun coordinamento, ritengo a causa del cambio del vertice della politica e della Guardia costiera". "Noi abbiamo continuato a informare la Guardia costiera - ha aggiunto - attraverso mail e telefono praticamente tutti i giorni sui nostri movimenti, pur sapendo di essere stati sempre monitorati. In questi anni abbiamo salvato nel Mediterraneo migliaia di vite umane".

Camps: "Occorre distinguere fra trasporto e salvataggio"

Durante la deposizione di Camps, l'avvocato Bongiorno ha osservato che la certificazione spagnola della nave Open Arms fissava in 19 il numero massimo di persone che poteva trasportare, mentre nell'agosto 2019 aveva 19 uomini di equipaggio e 147 migranti raccolti nel Mediterraneo. Camps ha però replicato che occorre distinguere fra trasporto e salvataggio. Nel caso del salvataggio non si pongono infatti limiti al soccorso ed è previsto lo sbarco nel porto "vicino più sicuro" che Roma non ha mai indicato. L'avvocato Buongiorno ha approfondito poi, nel controesame, alcuni particolari dell'operazione Open Arms che si è svolta in momenti diversi ed è stata accompagnata da uno scambio di mail con le autorità maltesi. Proprio da loro venne l'autorizzazione a raccogliere un primo blocco di 39 migranti da trasferire in una motovedetta di Malta che però sarebbe arrivata solo dopo sette ore. Camps ha ricostruito vari contatti e altri momenti dell'operazione attraverso i quali il difensore di Salvini mira a dimostrare presunte incongruenze nei movimenti della nave rispetto all'esigenza di garantire la sicurezza dei migranti.

leggi anche

Mattarella: "Doveroso e meritorio il soccorso ai migranti in mare"

Cronaca: i più letti