#losapevamotutte, sui social rabbia e dolore per l’omicidio di Giulia Tramontano

Cronaca
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Tante le reazioni sui social dopo l'omicidio della 29enne per mano del compagno. “Non una singola donna che abbia pensato ad un epilogo diverso. E questo la dice veramente lunga su quanto ci sentiamo sicure noi donne in Italia”, ha scritto un’utente. “A quando una rivoluzione culturale? Quando verrà insegnato agli uomini che non siamo oggetti, proprietà? Quando finirà questo massacro?”, si chiede un’altra 

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“#losapevamotutte , lo abbiamo sempre saputo, dal primo momento in cui abbiamo letto la notizia”. Inizia così uno dei migliaia di tweet pubblicati in queste ore, accompagnato dall’hashtag #losapevamotutte, per gridare la rabbia e lo sconforto dopo gli omicidi di Giulia Tramontano e di Pierpaola Romano. “Non una singola donna che abbia pensato ad un epilogo diverso. E questo la dice veramente lunga su quanto ci sentiamo sicure noi donne in Italia. Che amarezza…”.

“Quando verrà insegnato agli uomini che non siamo proprietà?"

A spiegare il senso dell'hashtag è una delle tante utenti che ha postato in queste ore: "Avevamo capito che: non si era allontana da sola, era stato lui, era già morta. Lui aveva simulato la fuga con messaggi, soldi passaporto. Questa splendida ragazza ed il suo bimbo non avranno giustizia. Sappiamo anche questo". Un hashtag che “è lo specchio della società in cui viviamo: non c’è stata una sola donna a credere di poter rivedere Giulia viva. Nessuna”, scrive un’altra utente. E c’è chi aggiunge che “#losapevamotutte è l’hashtag più triste di tutti. Perché è vero ed è lo specchio di come sappiamo va a finire ogni volta che scompare una donna. A quando una rivoluzione culturale? Quando verrà insegnato agli uomini che non siamo oggetti, proprietà? Quando finirà questo massacro?”.

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“Dire basta non basta più"

Un’altra utente sottolinea che "non è normale che sia normale. Avere paura ad uscire la sera da sole, stare attenti a come ci si veste, farsi accompagnare da qualcuno, non essere credute quando si denuncia, temere per la propria vita dopo una lite”. E c’è chi aggiunge che “#losapevamotutte e il problema è proprio questo. Mentre voi uomini ci date delle esagerate, pessimiste, rompicoglioni noi sappiamo già che è stata uccisa, non abbiamo più speranze, non crediamo più che possa andare diversamente, ormai è la normalità”. Tra i post appaiono anche nomi noti, come quello di Myrta Merlino: “Cambiano le città, i nomi. Ma, ogni volta, ripetiamo lo stesso sfogo, per ogni drammatico epilogo. Conosciamo i meccanismi, denunciamo le violenze, ma nulla cambia. E tutto si consuma sulla pelle e col sangue delle donne. Dire basta non basta più".

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“Portare l'educazione sentimentale e sessuale a scuola”

Sui social corrono anche feroci critiche a chi ha esortato le donne a salvarsi. "Sì, certo, alle ragazze va insegnato come vestirsi, qual è l'approccio giusto, e ora pare che debbano essere educate anche nella scelta del partner. Tutto ciò è assurdo, e privo di rispetto nei confronti delle vittime". E c’è anche chi scrive che “la cosa terribile del fatto che #losapevamotutte è rendersi conto ogni giorno di più del clima e della cultura di questo paese che hanno reso così facile per un uomo pensare che la prima soluzione ai suoi problemi sia uccidere una donna". E chi aggiunge: "Poi mi dite quante ne devono morire ancora prima di portare l'educazione sentimentale, sessuale e di genere a scuola. Dalla primaria. Voi pensate che con i piccoli non si debba parlare di questi temi, invece è proprio quando sono piccoli che bisogna parlarne".

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