'Ndrangheta, il latitante Pasquale Bonavota catturato a Genova. Era ricercato dal 2018

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Inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità, è ritenuto responsabile dei reati di omicidio aggravato in concorso e partecipazione ad associazione mafiosa, con il ruolo di promotore dell'omonima cosca Bonavota, della ‘Ndrangheta di Sant’Onofrio

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È stato arrestato a Genova Pasquale Bonavota, ricercato inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità del “Programma Speciale di Ricerca” del Ministero dell’Interno. Le forze dell'ordine erano sulle sue tracce dopo che il Tribunale di Catanzaro aveva emesso un’ordinanza cautelare nell’ambito dell’indagine ‘Rinascita – Scott’ del Ros. Bonavota, si legge sulla sua scheda sul sito del governo, è ritenuto responsabile dei reati di omicidio aggravato in concorso e associazione di tipo mafioso. Nello specifico, riporta la nota stampa dei Carabinieri che ha annunciato la cattura, gli si contesta il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa, con il ruolo di promotore dell'omonima cosca Bonavota, della ‘Ndrangheta di Sant’Onofrio, in provincia di Vibo Valentia.

Le indagini

Bonavota, nato il 10 gennaio 1974, era ricercato dal 28 novembre 2018 ed era l’unica persona ancora latitante a seguito dell’operazione del Ros che, il 19 dicembre 2019, era finita con l’arresto di 334 soggetti appartenenti alle strutture della ‘Ndrangheta nella provincia vibonese. A seguire le indagini che hanno portato al suo arresto è stata la Procura della Repubblica – Direzione Antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri.

La cattura

L'ormai ex latitante è stato fermato dopo essere entrato nella chiesa di San Lorenzo, la cattedrale di Genova. I carabinieri del reparto operativo, coordinati dal colonnello Michele Lastella, lo hanno seguito per un tratto e poi, una volta dentro la chiesa, lo hanno arrestato. Aveva con sé un documento falso.

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Il ministro dell'Interno Piantedosi ha parlato della cattura di Bonavota come di "un grande successo dei nostri investigatori". L'arresto, ha aggiunto il titolare del Viminale, rappresenta "una risposta forte dello Stato che conferma ancora una volta, dopo gli arresti da inizio anno di Matteo Messina Denaro e di Edgardo Greco, il grande impegno di magistratura e forze dell'ordine per contrastare le organizzazioni mafiose e assicurare alla giustizia pericolosissimi criminali".

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