Laura Bonafede, amante di Messina Denaro è stata arrestata. Indagata anche la figlia

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Si tratta della figlia del boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede. Le accuse sono di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena, aggravati dall'aver agevolato Cosa Nostra. Non è invece stata accolta la richiesta degli arresti domiciliari per la figlia della stessa Bonafede, Martina Gentile

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È stata arrestata per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena - aggravati dall'aver agevolato Cosa nostra - Laura Bonafede, maestra e figlia dello storico boss di Campobello di Mazara, Leonardo Bonafede, che per anni sarebbe stata la compagna di Matteo Messina Denaro. La donna farebbe quindi parte della rete di complici che ha protetto l'ex capomafia durante la sua lunghissima latitanza. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dal pm della Dda Gianluca de Leo. Risulta indagata per gli stessi reati anche Martina Gentile, figlia di Laura Bonafede. Per lei la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari, ma il gip ha rigettato l'istanza per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza. Laura Bonafede e Martina Gentile avrebbero condiviso anche periodi di convivenza con Messina Denaro durante la sua latitanza. Il gip di Palermo Alfredo Montalto definisce “sconcertante” come Messina Denaro abbia potuto trascorrere una vita normale, nonostante “anni e anni di ricerche”, anche con “i più sofisticati sistemi di intercettazioni e di videosorveglianza”. 

Chi è Laura Bonafede

Bonafede sarebbe stata insomma uno dei perni intorno al quale ha ruotato la clandestinità di Messina Denaro già a partire dalla metà degli anni '90. È cugina del geometra Andrea Bonafede (l'uomo che ha prestato l'identità al boss), del dipendente comunale, anche lui di nome Andrea Bonafede, che ha provveduto a fargli avere le ricette mediche necessarie per le cure del cancro, e di Emanuele Bonafede, uno dei vivandieri del padrino arrestato insieme alla moglie. Risulta sposata con il mafioso ergastolano Salvatore Gentile, in cella per aver commesso due efferati omicidi su ordine proprio di Messina Denaro. Nonostante questo, sottolinea il gip di Palermo, "Bonafede non ha esitato a organizzare la sua vita per fornire assistenza proprio a colui che è di fatto il responsabile (o uno dei responsabili) della sua sofferenza".

Il rapporto tra Messina Denaro e Laura Bonafede

Laura Bonafede era stata immortalata dalle videocamere di un supermercato mentre parlava con Messina Denaro due giorni prima del suo arresto. Il suo nome non era nuovo alle forze dell'ordine: era già uscito più volte durante le indagini nel periodo di latitanza. Nell'ordinanza di custodia cautelare si legge che i due, dopo essersi conosciuti nel 1997, avevano instaurato "uno stabile rapporto quasi familiare coinvolgente anche la figlia Martina Gentile, durato dal 2007 sino al dicembre 2017, quando venne necessariamente interrotto a seguito di un importante ennesima operazione di polizia, per poi riprendere, appena 'calmatesi le acque' negli ultimi anni sino all'arresto del latitante il 16 gennaio 2023". La donna avrebbe provveduto alle necessità di vita quotidiana del latitante: gli avrebbe più volte fatto la spesa, temendo che potesse essere contagiato dal Covid e non potesse uscire, e avrebbe condiviso con lui un linguaggio cifrato per tutelare l'identità di altri protagonisti della rete di protezione del boss. Agli atti sono finiti i pizzini che i due si scambiavano, utlizzando nomi e linguaggi in codice - "gli sbirri mi stanno addosso", scriveva lei in un messaggio - e le lettere in cui parlavano della loro situazione sentimentale.

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Per Laura Bonafede anche blocco dello stipendio

Intanto, emerge che è stato bloccato lo stipendio a Laura Bonafede, come riporta l'Ansa per quanto riguarda il procedimento amministrativo relativo alla docente. Già a fine marzo l'Ufficio scolastico regionale aveva convalidato il provvedimento di sospensione cautelare successivamente esteso fino alla definizione della vicenda penale. Contestualmente è stato attivato un procedimento disciplinare volto ad accertare ogni ulteriore elemento per valutare la condotta della docente.

Il rapporto tra Messina Denaro e Martina Gentile

Le forze dell’ordine hanno poi trovato una lettera scritta da Martina al capomafia, che secondo il gip svela "un affetto quasi filiale nei confronti di Messina Denaro, affetto, peraltro, intensamente contraccambiato da quest'ultimo, che apprezzava, soprattutto, l'adesione di Martina ai valori mafiosi del nonno Leonardo Bonafede mettendola a confronto con i differenti comportamenti della propria figlia naturale". Gentile, per il magistrato, "ha certamente intrattenuto col latitante rapporti epistolari utilizzando gli stessi nomi convenzionali già contenuti nella corrispondenza tra la madre e il boss. Dunque, è stata certamente (almeno parzialmente) messa a conoscenza di tale 'codice' necessario per preservare la latitanza di quest'ultimo". Tutto questo, secondo il gip, non sarebbe però abbastanza per mettere a carico della ragazza concrete condotte di favoreggiamento. Dopo un lungo periodo di vicinanza col boss, i due non si sarebbero infatti più visti, se non – per caso - il 21 dicembre 2022, come la stessa ragazza racconta in una lettera. Gentile sarebbe anche stata ignara delle gravi condizioni di salute di Messina Denaro. Insufficiente a integrare il reato di favoreggiamento - "anche per la sua indeterminatezza ed assenza di concretezza" - la generica disponibilità manifestata dalla ragazza al latitante con una lettera in cui scriveva: "Se posso fare qualcosa per te". 

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Il gip di Palermo, negli atti che dispongono l'arresto di Bonafede, parla del sentimento di "adorazione" che ha legato Messina Denaro, Bonafede e Gentile, scrivendo che "non ha alcuna possibile spiegazione razionale e trova un senso solo nella totale adesione allo spirito, gli ideali ed i comportamenti di uno dei più feroci mafiosi conosciuti in territorio italiano". Il giudice si chiede poi come sia stato possibile che Messina Denaro sia riuscito a sfuggire per così tanto tempo alla giustizia, nonostante fosse a contatto con nomi come quello di Laura Bonafede, intercettata dalla polizia almeno fino a due mesi prima della cattura del capomafia, e quello di Leonardo Bonafede, "soggetto conosciutissimo dalle forze dell'ordine". E sempre nell'ordinanza di custodia cautelare per Bonafede, il gip scrive che "la cura quasi maniacale del latitante nella annotazione di qualsiasi accadimento della sua vita, nella tenuta di diari e quaderni in cui trascriveva anche commenti, non può fare dubitare dell'esistenza di materiale di ben altra importanza sugli affari criminali di Messina Denaro custodito in altri covi non ancora individuati (e di cui, peraltro, v'è già traccia in alcune delle corrispondenze tra il latitante e Laura Bonafede che pure mostra di conoscerli)".

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