
Gianni Minà, dagli esordi a Tuttosport all’intervista a Fidel Castro: la sua carriera
Nato a Torino il 17 maggio 1938, Gianni Minà ha iniziato la carriera da giornalista nel 1959 nel quotidiano sportivo. Passato poi alla televisione, nel 1987 diventa famoso in tutto il mondo per un’intervista di sedici ore con il presidente di Cuba

È morto all’età di 84 anni Gianni Minà, storico giornalista e conduttore televisivo italiano. L’annuncio è arrivato dalla sua pagina Facebook, in cui è apparso il post: “Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari”
L'addio a Gianni Minà
Nato a Torino il 17 maggio 1938, Gianni Minà ha iniziato la carriera da giornalista nel 1959 a 'Tuttosport' (di cui fu poi direttore dal 1996 al 1998). Nel 1960 debutta in Rai collaborando alla realizzazione dei servizi sportivi sui Giochi Olimpici di Roma. (In foto con Renzo Arbore, Fiorella Gentile, Michael Pergolani, Maria Gentile, Fabrizio Zampa, Irene Bignardi e Mario Marenco)
La prima intervista a Cassius Clay. VIDEO
Approdato a 'Sprint', rotocalco sportivo diretto da Maurizio Barendson, a partire dal 1965 si occupa di documentari e inchieste per numerosi programmi, tra cui 'Tv7', 'AZ, un fatto come e perché', 'Dribbling', 'Odeon. Tutto quanto fa spettacolo' e 'Gulliver’. (In foto con il Dalai Lama)
Morte Gianni Minà, dal ministro Sangiuliano a Fiorella Mannoia: il cordoglio social
Con Renzo Arbore e Maurizio Barendson fonda 'L’altra domenica'. Nel 1976 viene assunto al 'Tg2' diretto da Andrea Barbato. Nel 1981 vince il 'Premio Saint Vincent' in qualità di miglior giornalista televisivo dell’anno. (In foto con Gigi Proietti)

Dopo aver collaborato con Giovanni Minoli a 'Mixer', debutta come conduttore di 'Blitz', programma di Raidue di cui è anche autore, che accoglie ospiti come Eduardo De Filippo, Federico Fellini, Jane Fonda, Enzo Ferrari, Gabriel Garcia Marquez e Muhammad Ali. (In foto con Diego Armando Maradona)

Minà ha seguito otto mondiali di calcio e sette olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato, fra cui quelli storici dell'epoca di Muhammad Ali. Nel 1987 Minà diventa famoso in tutto il mondo per un’intervista di sedici ore con Fidel Castro, il presidente cubano, per un documentario da cui viene tratto un libro: il reportage intitolato 'Fidel racconta il Che'

Su quale fosse stato l’incontro più bello nel corso della sua carriera, aveva detto: "Quello con Muhammad Alì, il più grande di tutti, perché ha rotto un sistema, una cultura. All'inizio di ogni intervista, esordiva sempre con le sue idee di riscatto per il popolo nero e enumerava tutto quello che un nero americano non era riuscito ad avere nella vita”

Il personaggio che avrebbe voluto incontrare senza riuscirci, invece, è stato “sicuramente Nelson Mandela, ci siamo rincorsi: una volta non potevo io, una volta non poteva lui. E l'ho perso, come ho mancato l'intervista a Marcello Mastroianni, una persona gentile e ironica"

Gianni Minà, che nel corso della sua carriera aveva stretto un fortissimo rapporto con Diego Armando Maradona e Pelè, ha collaborato con moltissimi quotidiani da Repubblica all'Unità, dal Corriere della Sera al Manifesto. (In foto: con l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano)

È stato anche un prolifico scrittore: dal Il racconto di Fidel del 1988 a Non sarò mai un uomo comune del 2021. Nel 2007 ha ricevuto il Premio Kamera della Berlinale per la carriera, il più prestigioso premio al mondo per documentaristi