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Migranti, G.Costiera: chiamate Ong intralcio a soccorsi. Al via trasferimenti da Lampedusa

Cronaca
©Ansa

Decine di imbarcazioni stanno partendo dal porto tunisino di Sfax: tanti i viaggi autonomi, compiuti senza scafisti. Sono centinaia le persone salvate da Ong, capitaneria e GdF. Record di sbarchi a Lampedusa, con l’hotspot ormai al limite. La nave Louise Michel dell'Ong finanziata da Banksy è in stato di fermo al porto dell'isola. Naufragi con vittime in zona Sar maltese e al largo della Tunisia. A Cutro, dove è stata recuperata la 91esima vittima del naufragio, inaugurato un monumento in memoria dei deceduti

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Continua ad aumentare il flusso di migranti che attraversano la rotta della Tunisia per raggiungere le coste italiane (LO SPECIALE MIGRANTI). Decine di barconi, gommoni e piccole imbarcazioni stanno lasciando il porto di Sfax. Nelle scorse 24 ore sono stati oltre tremila i migranti che si sono messi in viaggio e più di sessanta gli sbarchi avvenuti. Nello Stato magrebino la crisi economica e di tensione politica ha provocato un aumento vertiginoso di partenze che ora allarma l'Europa e il governo italiano. Tunisi è comunque solo un territorio di transito per salpare verso il Mediterraneo: i profughi che partono sono originari di Congo, Camerun, Nigeria, Costa d'Avorio e Guinea, Sierra Leone, Siria, Tunisia, Marocco e Burkina Faso, in tanti dicono di aver pagato tremila dinari tunisini per la traversata. E la Guardia Costiera in una nota lancia l'allarme: "Le continue chiamate dei mezzi aerei ong hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato". "Allo stesso modo, l'episodio citato dalla Ong Ocean Viking e riferito ai presunti spari della guardia costiera libica nella loro area Sar, non veniva riportato al Paese di bandiera, come previsto dalle norme, bensì al Centro di coordinamento italiano, finendo anche questo col sovraccaricare il Centro in momenti particolarmente intensi di soccorsi in atto", prosegue la Guardia Costiera.

Gli arrivi in Italia

È senza sosta l'attività della Guardia costiera locale, che riferisce di aver sventato, negli ultimi tre giorni, 79 tentativi di partenza, soccorrendo 2.982 persone a bordo di imbarcazioni in difficoltà al largo di Sfax e Chebba. Continuano i salvataggi anche nell'area Sar (ricerca e soccorso) italiana. Sono 2.500 i migranti già messi in salvo dalle nostre autorità, tra Sicilia e Calabria, sotto il coordinamento della Guardia costiera. Al Porto di Roccella Jonica, al termine di un'operazione di soccorso in mare compiuta dalla Guardia Costiera, sono sbarcati altri 311 migranti di varie nazionalità. Altri 190 naufraghi sono arrivati al porto di Bari a bordo della Geo Barents, la nave di Medici senza frontiere, mentre in 78 sono stati recuperati dalla Life Support di Emergency in acque maltesi. A Lampedusa, oltre alle persone soccorse anche dalla nave-Ong Louise Michel finanziata da Banksy, altre 294 sono giunte in vari sbarchi autonomi. Ieri a Lampedusa erano stati registrati complessivamente 37 sbarchi con un totale di 1.387 persone. Il giorno prima c'erano stati 43 arrivi con 1.778 immigrati. All'hotspot di contrada Imbriacola, all'alba di oggi - nonostante i massicci e ripetuti trasferimenti fatti effettuare ieri dalla Prefettura di Agrigento - si contavano 2.494 ospiti, a fronte di 400 posti disponibili. Durante la notte sono state trasferite, con il pattugliatore della Guardia di finanza, 128 persone a Pozzallo, mentre altri 180 migranti hanno lasciato Lampedusa e in serata arriveranno a Porto Empedocle. La nave Diciotti imbracherà oggi altre 600 persone che verranno trasferite a Reggio Calabria.

Nave Ong finanziata da Banksy in stato di fermo a Lampedusa

La nave Louise Michel dell'omonima Ong, finanziata dall'artista Banksy, è in stato di fermo nel porto di Lampedusa per le violazioni del nuovo decreto. Lo hanno riferito gli stessi attivisti, spiegando che non è stata data alcuna spiegazione ufficiale dalle autorità le quali - dice la Ong - "ci impediscono di lasciare il porto e prestare soccorsi in mare". Prima di giungere a Lampedusa ieri la nave aveva soccorso alcuni barchini nel Mediterraneo sui quali viaggiavano diversi migranti e i salvataggi erano stati effettuati anche da motovedette di Capitaneria e Guardia di finanza.

Guardia Costiera: "Louise Michel ha complicato coordinamento soccorsi"

La Guardia Costiera, in una nota, ha fatto sapere che dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche, la nave Louise Michel contravveniva all'impartita disposizione di raggiungere il porto di Trapani, dirigendosi invece verso altri tre barconi sui quali, peraltro, sotto il coordinamento dell'Imrcc (Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo), stavano già dirigendo in soccorso i mezzi della Guardia Costiera italiana. È questo il motivo che, ai sensi del cosiddetti decreto Ong, ha portato al fermo della nave. La nave della Ong era giunta ieri nel porto dell'isola con a bordo 178 migranti, soccorsi su quattro diverse imbarcazioni (il primo evento avvenuto in aera Sar libica, i successivi tre in area Sar maltese). Secondo quanto si legge ancora nella nota, le disposizioni impartite alla Louise Michel di dirigersi verso Trapani ed evitare altri soccorsi, valutate le sue piccole dimensioni, erano anche tese a evitare che la nave prendesse a bordo un numero di persone tale da pregiudicare sia la sua sicurezza che quella delle imbarcazioni di migranti a cui avrebbe prestato soccorso. La non osservanza delle disposizioni - prosegue la Guardia Costiera - ha inoltre rallentato il raggiungimento di un porto di sbarco per i migranti salvati nel primo intervento, inizialmente individuato in quello di Trapani dal ministero dell'Interno, inducendo così a ridisegnare la decisione in modo da far convergere l'arrivo della Ong, per motivi di sicurezza e di urgenza, nel porto di Lampedusa, già peraltro sollecitato dai numerosi arrivi di migranti di questi ultimi giorni.

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I naufragi

Aumentano salvataggi e arrivi, ma si moltiplicano anche i morti. Almeno 29 migranti provenienti dall'Africa subsahariana sono deceduti al largo della Tunisia a causa del naufragio dell'imbarcazione sulla quale si trovavano mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l'Italia. La Guardia costiera tunisina ha salvato 5 persone dall'imbarcazione davanti alla costa di Mahdia, ha aggiunto il funzionario della Ong, affermando che i migranti erano partiti dalle spiagge di Sfax. È invece di otto morti e 97 superstiti il bilancio dei due naufragi avvenuti ieri in area Sar maltese. In nottata sono stati sbarcati sul porto di Lampedusa i cadaveri di quattro persone, oltre a 49 sopravvissuti.

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Cutro, recuperata la novantunesima vittima

Ad un mese esatto dal naufragio il mare ha restituito un altro cadavere. Si tratta della 91esima vittima della tragedia avvenuta il 26 febbraio ha Steccato di Cutro. Capitaneria di porto e Vigili del fuoco questa mattina hanno recuperato il corpo in avanzato stato di decomposizione di un uomo dell'apparente età di 30 anni. All'appello secondo i dati raccolti tra i sopravvissuti mancherebbero 10 persone che si trovavano a bordo del caicco. Ieri era stato trovato un altro corpo, recuperato dai sommozzatori della Guardia costiera. Si tratta di un uomo di circa trent'anni. Nella frazione marina ieri è stato inaugurato un monumento commemorativo. “Alla memoria dei morti ed ai sopravvissuti sia dedicato ogni giorno un nostro pensiero ed un nostro atto di amore. Questo naufragio ci serva da monito ad impedire che trafficanti e scafisti di esseri umani senza scrupoli possano mettere a rischio la vita di migranti disperati”, si legge sulla stele.

Le parole di Piantedosi

Sulla questione migranti è intervenuto anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che, sottolineando "un cambio di passo per merito soprattutto di Meloni" riguardo al tema nell'agenda dell'Unione, ha aggiunto: "l'Europa deve fare qualche passo in più verso l'inevitabile egoismo dei movimenti secondari secondo la regola di Dublino. L'unico modo per limitarli è bloccare gli sbarchi". Inoltre "dai Consigli europei non si esce con una soluzione che viene messa in campo il giorno dopo".

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