Acqua, allerta sulle alpi. La situazione tra Cervinia e Zermatt

Cronaca
Giorgia De Benetti

Giorgia De Benetti

Jean Antoine Maquignaz, sindaco di Valtournenche e Cervinia, lancia un appello anche ai turisti, a cui chiede di fare attenzione: "C'è da preoccuparsi per il futuro". Per anni "ci si è comportati con troppa disinvoltura nei confronti delle reti, si sono trascurate perdite e manutenzioni", denuncia Luigi Vesan, che si occupa della gestione di 10 acquedotti

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L’acqua dalle grandi vette sino a fondo valle, da Cervinia scendendo giù, Valtournenche, Chamois, da sempre abbondante è ora un tema che preoccupa. Le precipitazioni nevose sono progressivamente diminuite. Il ghiaccio è vivo a 4000 metri, non c’è più neve a conservarlo, i crepacci aperti raccontano di un grande cambiamento. Più in basso spunta l’erba dove solamente pochi anni c’erano metri di neve sino a primavera inoltrata. Il ghiacciaio soffre davanti al Cervino, patrimonio condiviso con la Svizzera, l’acqua nonostante sia dappertutto non è più abbastanza. Lungo la valle i sindaci hanno emanato ordinanze per il risparmio dell’acqua. A Chamois, dove si arriva solo con una funivia, e l’unico rumore è quello del torrente, Mario Pucci, il sindaco, chiede di limitare i consumi.

Il sindaco: "Preoccupazione per il futuro"

Chamois fornisce l’acqua anche ad altri paesi: nella vicina frazione de La Maddaleine ci sono però già problemi e così non si beve l’acqua purificata dell’acquedotto ma quella del torrente che però va bollita. Jean Antoine Maquignaz sindaco di Valtournenche e Cervinia deve provvedere alle ondate di turisti, a cui chiede di fare attenzione: “Ha nevicato poco e le sorgenti risentono di questa situazione e bisogna stare attenti a non rimanere senza acqua. Bisogna pensare a delle vasche di accumulo, ritrovare sorgenti antiche e cercarne delle nuove. Io credo che di acqua se ne perda i tubi sono vecchi ci sono delle perdite che non sappiamo e che vanno verificate. In questo momento non abbiamo il rischio di rimanere senza acqua. C’è da preoccuparsi per il futuro”.

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Perdite d'acqua e manutenzione trascurata

Gli amministratori evidenziano impianti obsoleti, e troppa acqua che si perde. A gestire gli impianti idrici della valle un ente che raggruppa diversi comuni, “Unite des communes Valtodoteine du Cervin” in alcuni casi in luoghi impervi, tra acquedotti pubblici e privati, ghiaccio e frequenti perdite. Luigi Vesan, si occupa della gestione di 10 acquedotti: “La Valle D’ Aosta climaticamente è una zona xerotermica in cui le precipitazioni sono molto più limitate rispetto ad altre regioni dell’arco alpino fino ad ora siamo stati sostenuti dalle grandi montagne con i ghiacciai che permettevano che l’innevamento durasse sino a giugno dando sostegno alle sorgenti a mano a mano che l’innevamento cala ci troviamo ad essere anche noi una regione con problemi idrici. L’acqua è ancora sufficiente però dobbiamo sopperire agli anni in cui ci si è comportati con troppa disinvoltura nei confronti delle reti, si sono trascurate perdite e manutenzioni”.

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Necessari investimenti

Il Cervino è un patrimonio condiviso tra Italia e Svizzera. Zermatt è favorita poiché possiede la gran parte de ghiacciaio. Ma la vocazione ecologica della rinomata località è chiara da anni: non esistono le auto, solo mezzi elettrici. Le perdite di acqua nella confederazione sono circa del 12 per cento, in Italia superano il 40. A Zermatt c’è riserbo sul nuovo progetto di una grande diga, che ci anticipa il sindaco della vicina località di Tasch, responsabile come in ogni paese del Canton Vallese del sistema idrico. “A Zermatt hanno una situazione ideale con la forma delle rocce con un piccolo intervento possono costruire un grande lago ci sono diversi ghiacciai in montagna che possono portare l’acqua a quel lago per tutte le esigenze dall’acqua potabile a quella necessaria per spegnere gli incendi”. La regione è particolarmente secca, l’ultima estate è stata molto calda e così la Svizzera si sta organizzando. La prassi è rifare gli impianti ogni 50 anni, sostituire tutti i tubi anche se è necessario rompere le strade. Da una parte all’altra del Cervino, il messaggio è lo stesso: l’acqua non va più sprecata, ma raccolta in grandi vasche ancora da costruire. Gli amministratori chiedono investimenti per costosi impianti, necessari a salvare ciò che permette la vita in questo pianeta.

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