L'associazione, la cui presidente ha incontrato oggi il ministro per le disabilità, ha lanciato una campagna di comunicazione su TikTok per affermare il diritto alla piena partecipazione alla vita sociale e all’inclusività delle persone con disabilità intellettiva, libere da ogni forma di discriminazione
“Celebriamo la Giornata mondiale della sindrome di Down con una campagna di comunicazione nella quale abbiamo chiesto alle persone con sindrome di Down e alle loro famiglie quali fossero le scuse più utilizzate per escluderle dalla vita, dal lavoro, dallo sport”, ha detto Martina Fuga, vicepresidente di CoorDown, intervistata a Timeline, a Sky TG24.
Fuga: “Non ci sono scuse accettabili per non essere inclusivi”
“Ci siamo resi conto che si trattava di scuse ridicole e assurde, che potevano essere usate per denunciare questo velo di ipocrisia. In questo mondo sempre più attento all'inclusività e al politcally correct c'è anche chi tira fuori queste scuse – ha proseguito la vicepresidente dell'associazione – ma non ci sono scuse accettabili per non essere inclusivi. Il tema di quest'anno è 'con noi, non al nostro posto' per questo abbiamo detto no a testimonial per far parlare direttamente le persone con sindrome di Down. In tanti hanno fatto sentire la propria voce”, ha poi concluso Fuga ricordando che proprio oggi la presidente di CoorDown ha incontrato il ministro per le disabilità, Erika Stefani.
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La campagna “Ridiculous Excuses, Not To Be Inclusive”
La campagna, realizzata in collaborazione con l’agenzia creativa SMALL di New York e prodotta da Indiana Production e Tiny Giant per la regia di Stoney Sharp con musica composta e realizzata da Stabbiolo Music, è stata ideata per affermare il diritto alla piena partecipazione alla vita sociale e all’inclusività delle persone con disabilità intellettiva, libere da ogni forma di discriminazione e abilismo. Il debutto su TikTok, in vista della Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down, ha avuto l’obiettivo di dare visibilità agli episodi di vita vissuta di bambine e bambini, adolescenti e giovani donne e uomini con sindrome di Down lanciando al contempo un appello per prendervi parte, condividendo le proprie storie di discriminazione subita.