Il primo corpo, di un uomo adulto, è stato rinvenuto tra Botricello e Belcastro, il secondo, di un ragazzo di circa 30 anni, è stato trovato tra Steccato di Cutro e Praialonga. Altre 4 persone sono morte al largo della località costi turca di Kusadasi, in provincia di Aydin
Altri due corpi sono stati recuperati a seguito del naufragio di migranti avvenuto a Steccato di Cutro, all'alba di domenica 26 febbraio, dove si è ribaltato il barcone carico di persone proveniente dalla Turchia. Il primo corpo, di un uomo adulto, è stato rinvenuto tra Botricello e Belcastro, qualche chilometro a sud della località del naufragio. Il secondo, di un ragazzo di circa 30 anni, è stato trovato a nord tra Steccato di Cutro e Praialonga, in località Madama. Sale così a 81 il numero delle vittime. (LO SPECIALE MIGRANTI - CORTEO PER LE VITTIME)
Avvocati depositano la memoria dei parenti delle vittime
Intanto, gli avvocati del pool che gratuitamente assiste alcuni familiari di vittime del naufragio hanno depositato alla Procura di Crotone, una memoria a cui sono allegati anche alcuni documenti quali la direttiva del 2005 dell'allora ministro dell'Interno Pisanu sul fenomeno migratorio in cui si parla di "monitorare il barcone, soccorso solo in caso di pericolo imminente". Viene poi richiamata una direttiva Ue del 2014 - "le fonti del diritto non si allegano" spiega l'avvocato Francesco Verri - in cui alla fase 3, del pericolo, si fa presente di intervenire se la situazione "fa pensare alla probabilità di un pericolo".
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Altri quattro migranti sono morti oggi in seguito al rovesciamento del gommone sul quale stavano viaggiando al largo della località costi turca di Kusadasi, in provincia di Aydin. Lo rende noto l'agenzia Iha secondo cui la Guardia costiera turca ha salvato altre 38 persone che si trovavano nell'imbarcazione. Secondo la ricostruzione turca, il gommone era partito dalla Turchia per cercare di raggiungere illegalmente la vicina isola greca di Samos ma è stato respinto dalla Guardia costiera greca.
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