Omicidio Garlasco, il Tribunale concede la semilibertà ad Alberto Stasi

Cronaca
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Il 41enne, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi nel 2007 a Garlasco, potrà stare fuori dal carcere parte del giorno e dovrà tornare la sera a Bollate. Madre Chiara Poggi: "Speriamo di non incontrarlo mai"

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Alberto Stasi ha ottenuto la semilibertà. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano. Il 41enne, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi nel 2007 a Garlasco, potrà stare fuori dal carcere parte del giorno, non solo per lavorare ma anche per attività di reinserimento sociale, e dovrà tornare la sera a Bollate.

Per i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano, come si legge nel provvedimento, Stasi in carcere ha tenuto "un comportamento in linea con l'accettazione della condanna" nonostante si sia sempre proclamato innocente e "ha sempre manifestato empatia e sofferenza verso" la vittima. Secondo i giudici, la recente relazione dagli operatori del carcere, aggiornata allo scorso primo aprile, Stasi ha proseguito il suo percorso "in maniera regolare e la capacità di adattamento (...) lo ha aiutato anche nelle gestione del lavoro all'esterno" e nella "fruizione dei permessi premio". In questo modo ha avuto "la occasione" di socializzar e con persone esterne al contesto di detenzione ha potuto confrontarsi "con il senso comune, con possibili processi li stigmatizzazione che, invero non sono emersi in modo preponderante". 

Sì alla semilibertà

La decisione dei giudici di Milano segue l'udienza del 9 aprile nel corso della quale la Procura generale di Milano, con la sostituta pg Valeria Marino, aveva chiesto il "rigetto" della richiesta della semilibertà avanzata dai legali di Alberto Stasi. I giudici della Sorveglianza di Milano hanno invece accolto la richiesta dei legali di Stasi di dare la semilibertà al 41enne. La Procura Generale aveva dato parere negativo perché Stasi nei giorni scorsi aveva rilasciato un'intervista a Le Iene durante il permesso premio dal carcere di Bollate e non avrebbe chiesto un'autorizzazione specifica per il colloquio mandato in onda in tv. Stasi attualmente lavora all'esterno del carcere come contabile. La semilibertà è regolamentata dall'articolo 48 dell'Ordinamento Penitenziario e consiste nella possibilità, data al condannato, di trascorrere parte del giorno fuori dall'istituto di pena, per partecipare ad attività lavorative, istruttive o comunque utili al reinserimento sociale, in base a un programma di trattamento, la cui responsabilità è affidata al direttore dell'istituto di pena.

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La difesa di Stasi ha sempre sostenuto che per quanto riguarda l'intervista concessa a Le Iene a fine marzo non ci siano state infrazioni alle prescrizioni a lui imposte. "Ci tengo ad evidenziare - ha spiegato l'avvocato Giada Bocellari - ed è la cosa a cui tengo di più, che il provvedimento affronta anche il tema dell'intervista, evidenziando quello che già il carcere aveva evidenziato, ossia che l'intervista non necessitava di alcuna autorizzazione e quindi non è stata violata alcuna prescrizione". Ci sono anche "ulteriori due considerazioni aggiunte dai giudici: non ha alcun divieto di parlare coi giornalisti e quell'intervista aveva dei toni assolutamente pacati". Nel provvedimento, infatti, si legge che per i giudici "non si sono rilevate infrazioni alle prescrizioni". Il tribunale di sorveglianza ha stabilito che non era stato fatto "alcun divieto espresso di avere rapporti con i giornalisti". Ma a "prescindere da ogni diversa valutazione circa la possibilità (...) di intrattenere rapporti con la stampa, considerato il tenore pacato dell'intervista" per il collegio , "tale comportamento, se valutato nel contesto di un percorso carcerario connotato dal rigoroso e costante rispetto delle regole, anche nel corso dei benefici penitenziari concessi (grazie ai quali già usufruisce di considerevoli spazi di libertà), non sia idoneo ad inficiare gli esiti" positivi dell'iter di Stasi. 

Madre Chiara Poggi: "Speriamo non incontrare mai Stasi"

La notizia della concessione della semilibertà ad Alberto Stasi è arrivata a casa Poggi, a Garlasco, con il telegiornale regionale. La madre di Chiara, Rita Preda, si prepara all'ennesimo assedio di tv e giornali, ma ancora una volta non si sottrae a un primo, telegrafico commento: "L'abbiamo saputo poco fa. Proviamo solo, ancora una volta, tanta amarezza. Speriamo solo di non incontrarlo mai". 

Prossimo passo l'affidamento in prova

La concessione della semilibertà è il primo passo per Alberto Stasi verso la completa scarcerazione. Il 41enne, condannato in via definitiva a 16 anni, è in carcere da 10 anni. Tenendo conto di buona condotta e sconti di pena, però, la sua liberazione dovrebbe essere anticipata. Una volta ottenuta la semilibertà, tra alcuni mesi Stasi potrà chiedere anche un'altra misura alternativa alla detenzione, ovvero l'affidamento in prova ai servizi sociali. In quel caso niente più carcere per lui e sconterà la restante pena con la misura alternativa, svolgendo lavori socialmente utili. Aggiungendo, poi, anche la liberazione anticipata potrebbe finire di scontare la pena nel 2028, massimo nel 2029. 

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