Bread for peace, il grano di Leopoli nel carcere di Alessandria

Cronaca
Massimo Postiglione

Massimo Postiglione

Farina, pane e grissini prodotti dai detenuti della casa circondariale San Michele con la cooperativa sociale Pausa Café

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Il progetto si chiama “Bread for Peace” e i protagonisti sono il pane, i grissini e la farina di tipo 1 prodotti nel panificio sociale del carcere di Alessandria. L’iniziativa è della cooperativa Pausa Café, che importa via terra il grano dall’Ucraina, acquistandolo direttamente da 72 piccoli produttori della regione di Leopoli. Il grano viene poi lavorato nella casa di reclusione San Michele, dai detenuti, che lo macinano a pietra e lo trasformano artigianalmente usando il lievito madre e il forno a legna. Ma non è tutto, perchè per ogni confezione di farina, pane e grissini per la pace venduta, 30 centesimi vengono destinati all’acquisto di sementi e attrezzature per gli stessi piccoli agricoltori di Leopoli da cui il grano viene acquistato. Finora sono state importate 46 tonnellate di grano tenero dall’Ucraina, che rappresenta un vero e proprio serbatoio mondiale di questo cereale, perché lì se ne coltiva più del 10 per cento destinato alla panificazione nel mondo.

Prodotti venduti in tutto il Piemonte

"Il pane, i grissini e la farina per la Pace in ucraina vengono commercializzati attraverso la rete di negozi Nova Coop in tutto il Piemonte - racconta  Marco Ferrero, presidente della Cooperativa “Pausa Café”- e questo progetto fornisce una concreta risposta al bisogno di proteggere e rafforzare la sicurezza alimentare della popolazione ucraina. La guerra ha costretto alla fuga altre 14 milioni di persone, limitando le esportazioni via mare di cereali e ridotto le nuove semine. Ha inoltre danneggiato le infrastrutture e le filiere di approvvigionamento agricole, mettendo così a rischio la stessa sicurezza alimentare della popolazione ucraina".

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Progetto di solidarietà

Bread for Peace ha innescato una solidarietà circolare e proprio in questi giorni parte la seconda fase dell’iniziativa, che mira ad aiutare chi, a causa della guerra, fa fatica a mettere insieme un pasto sano ogni giorno. Parliamo in particolare degli sfollati dell’Oblast di Leopoli, ai quali saranno distribuiti cibi nutrienti e freschi, prodotti localmente: formaggio, frutta, miele ed ortaggi. Con un duplice risultato. Perché da una parte viene rafforzata la capacità produttiva dei piccoli agricoltori locali, promuovendo la loro filiera di produzione, e dall’altra viene garantita la sicurezza alimentare di chi ha perso tutto a causa della guerra. "Il Progetto Bread for Peace – continua Ferrero – fornisce una concreta risposta al bisogno di proteggere la salute alimentare della popolazione ucraina, permettendo di limitare il ricorso all’aiuto alimentare esterno, determinante nella fase di crisi acuta ma, nel medio periodo, dannoso per il sistema economico locale. E allo stesso tempo, in Italia, favorisce l’inclusione lavorativa dei detenuti".

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Bread for peace
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