Naufragio Cutro, morta anche una reporter in fuga da Kabul

Cronaca
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Torpekai lavorava per l'Onu, morti anche il marito e i bambini. La giornalista collaborava con l'Onu, a cui inviava report sulla condizione delle donne nel suo Paese, ed era perseguitata dai talebani

 

 

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Torpekai Amarkhel, la 42enne giornalista afghana morta nel naufragio del barcone a Steccato di Cutro, era stata costretta a fuggire dall'Afghanistan, trasformato dai Talebani in un carcere femminile a cielo aperto. Nel naufragio ha perso la vita anche il marito e due bambini mentre una terza bimba di 7 anni è ancora tra i dispersi, secondo quanto riferito da alcuni media di Kabul. A Crotone, tappa finale del viaggio disperato di Torpekai è arrivata, da Rotterdam, la sorella, Mida che ha dato mandato al pool di legali creato nella città calabra per assistere le famiglie delle vittime di rappresentarla nel procedimento giudiziario che scaturirà dall'indagine in corso alla Procura.  

Torpekai Amarkhel, la 42enne giornalista afghana morta nel naufragio - ©Ansa

Collaborava con l'Onu

Torpekai aveva circa 40 anni ed era una giornalista e fotografa afghana. Collaborava da anni a Kabul con l'Onu al progetto 'Unama News', dopo un passato alla radio nazionale afghana. Realizzava servizi fotografici sulla condizione delle donne, un mestiere messo al bando come tutti gli altri. Perché le donne in Afghanistan non possono lavorare se non in poche eccezioni, non possono uscire di casa senza velo e nemmeno andare al parco giochi con i propri figli, neppure con il burqa. Per questo Torpekai Amarkhel non poteva più vivere a Kabul dove regnano il terrore del governo talebano. E proprio per questo aveva intrapreso il viaggio verso l’Europa ed era salita con i suoi familiari sulla barca che è naufragata il 26 febbraio 2023 a Steccato di Cutro.  

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