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Covid, le notizie. Gimbe: calo casi (-9,4%) e morti (-6,6%), intensive su (+3%)

©Ansa

Negli ultimi 7 giorni si registra un calo dei contagi e dei decessi. Stabili i ricoveri e lieve risalita delle terapie intensive. Lo rileva il monitoraggio della Fondazione Gimbe riferito alla settimana 24 febbraio-2 marzo. Rispetto alla settimana precedente, si evidenzia una diminuzione di nuovi casi (26.658 contro 29.438), dei decessi (228 contro 244) e delle persone in isolamento domiciliare (144.636 contro 165.641)

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Covid, la Cina: "Basta con diffamazione sull'origine del virus"

“Una perdita di laboratorio non è stata ritenuta possibile da autorevoli conclusioni scientifiche di esperti congiunti di Cina e Organizzazione mondiale della sanità", ha ricordato la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning.

- di Costanza Ruggeri

Inchiesta Covid, il procuratore a Sky TG24: “Migliaia di vite potevano essere risparmiate”

Antonio Chiappani commenta l'inchiesta sulla gestione della pandemia nella Bergamasca, chiusa a carico, tra gli altri, dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Salute Roberto Speranza. I pm scrivono che "Brusaferro impedì l'adozione di misure". E aggiungono: zona rossa avrebbe evitato 4mila morti.

- di Costanza Ruggeri

Pregliasco su inchiesta Bergamo: "No caccia a streghe"

Un errore non fare subito la 'zona rossa' a Bergamo per contenere la diffusione di Covid-19 all'inizio della pandemia nel 2020? "A mio avviso si è fatto il possibile considerato il momento, c'era anche l'ignoranza su una malattia con delle caratteristiche spiazzanti. Ora però non bisogna arrivare a fare una caccia alle streghe". Lo ha ribadito Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università Statale di Milano, a 'Un Giorno da Pecora' su Rai Radio 1, in merito all'inchiesta della procura bergamasca sulla prima gestione pandemica.
- di Costanza Ruggeri

Ex Oms Guerra: "Pm hanno fatto giustizia, servii patria"

Il nome dell'ex direttore vicario dell'Oms Ranieri Guerra non figura nell'atto di chiusura dell'inchiesta sulla gestione della prima fase del Covid della Procura di Bergamo. "La fine dell'indagine mi restituisce giustizia. Dopo anni in cui sono stato additato come responsabile assoluto della diffusione della pandemia e ho subito minacce di morte sono l'unico a non esserci. Non ho interessi a 'regolamenti di conti' dal punto di vista umano ma mi auguro che chi mi ha accusato, Francesco Zambon, abbia una coscienza. Per me questa storia è stata un danno enorme, oggi probabilmente sarei ancora all'Oms".
- di Costanza Ruggeri

Pregliasco: "Su zona rossa Bergamo fatto il possibile"

"A mio avviso si è fatto il possibile considerato il momento, c'era anche l'ignoranza su di una malattia con delle caratteristiche spiazzanti. Ora però non bisogna arrivare a fare una caccia alle streghe". Lo dice a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, il virologo Fabrizio Pregliasco, rispondendo alla domanda se non sia stato un errore non fare subito la zona rossa a Bergamo. 
- di Redazione Sky TG24

Remdesivir ancora efficace contro nuove varianti

Remdesivir, il primo degli antivirali resisi disponibili per il trattamento di Covid-19, è ancora efficace contro la gran parte delle nuove varianti succedutesi negli ultimi mesi. È uno dei dati emersi nel corso della Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI) tenutasi nei giorni scorsi a Seattle. In test condotti in vitro, remdesivir ha dimostrato di mantenere un'efficacia comparabile a quelle che presentava contro la versione originaria del virus SarsCov2 anche quando usato contro sotto-varianti più recenti come BQ.1.1, XBB o BA.2.75. Nel corso della conferenza sono stati inoltre prestati altri studi che hanno mostrato come il trattamento tempestivo con l'antivirale riduca la mortalità e il rischio di avere bisogno di un nuovo ricovero nei pazienti ospedalizzati per Covid-19. In particolare, in una ricerca che ha analizzato i dati di 500mila pazienti americani ricoverati per Covid è emerso che l'inizio del trattamento con remdesivir entro due giorni dal ricovero è stato in grado di ridurre tra il 19% il 26% il rischio di morte dei pazienti. Questi risultati si sono stati mantenuti costanti nel tempo, nonostante l'avvicendamento delle varianti. Il trattamento si è dimostrato efficace anche in pazienti fragili, come quelli con compromissione del sistema immunitario. È risultato invece ridotto del 27% il rischio di un nuovo ricovero nei 30 giorni successivi alle dimissioni per i pazienti trattati con l'antivirale. Il vantaggio era confermato anche per chi aveva avuto forme di Covid più gravi che avevano richiesto il supporto respiratorio. 
- di Redazione Sky TG24

Covid Usa, Biden firmerà la fine dello stato d'emergenza nazionale l'11 maggio

Il presidente americano firmerà così la dichiarazione che sancisce la fine dell’emergenza sanitaria contro il Covid-19, iniziata il 13 marzo del 2020 quando alla Casa Bianca c'era Donald Trump. LEGGI L'ARTICOLO
- di Redazione Sky TG24

Pregliasco su inchiesta Bergamo: "Fatto il possibile, no caccia a streghe"

Un errore non fare subito la 'zona rossa' a Bergamo per contenere la diffusione di Covid-19 all'inizio della pandemia nel 2020? "A mio avviso si è fatto il possibile considerato il momento, c'era anche l'ignoranza su una malattia con delle caratteristiche spiazzanti. Ora però non bisogna arrivare a fare una caccia alle streghe". Lo ha ribadito Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università Statale di Milano, a 'Un Giorno da Pecora' su Rai Radio 1, in merito all'inchiesta della procura bergamasca sulla prima gestione pandemica.
- di Redazione Sky TG24

In India presto distribuito il primo vaccino nasale: cosa sappiamo sullo spray

Approvato alcuni mesi fa, si chiama iNCOVACC e viene prodotto dalla Bharat Biotec. È spruzzato direttamente nel naso: i test hanno mostrato che il prodotto induce una vasta risposta immunitaria, sia delle cellule T che di quelle della mucosa nasale, sede primaria di penetrazione del virus Sars-Cov-2
- di Redazione Sky TG24

Covid, atti inchiesta Bergamo, Guerra: "Tampone a tutti una scemenza"

Emergono nuovi particolari nelle indagini sull'inizio della pandemia: "Fare i tamponi a tutti adesso è la scemenza del secolo", scriveva in una chat il numero due dell'Oms al presidente dell'Iss Brusaferro il 15 marzo 2020. I FATTI 
- di Redazione Sky TG24

Inchiesta Covid, Fontana contro Crisanti. Rezza: “C’era indecisione su zona rossa”

Il presidente della Regione Lombardia attacca il microbiologo, consulente della procura di Bergamo: “Mi ha indignato che pretenda che teorie, frutto di sue valutazioni del tutto personali, debbano diventare oggetto addirittura di un processo”. Nel 2020 Rezza disse ai pm: “Mi sembrava che il Presidente del Consiglio non fosse convinto e avesse bisogno di un forte supporto”. Lamorgese: “Mandai militari a Nembro e Alzano, Conte non sapeva”. LEGGI L'ARTICOLO
- di Redazione Sky TG24

Viola: virus per ora non cambia ma pandemia non è finita

"La buona notizia è che per il momento il virus non sembra cambiare in maniera importante, Omicron rimane la variante che sta circolando sotto forma di varie sottovarianti" e "non c'è stato un cambiamento così importante da mettere in crisi la vaccinazione o anche le immunità date da infezioni pregresse". E "se il virus non cambierà ancora in maniera importante continuerà a circolare, con momenti in cui ci saranno più contagi, ma non ci saranno più grandi problemi grazie alle vaccinazioni". Lo ha detto all'ANSA l'immunologa Antonella Viola a margine della Conferenza delle addette e degli addetti scientifici a Padova. Viola ha spiegato che "siamo in una fase della pandemia in cui non c'è più l'emergenza, il numero dei contagi non è altissimo, ma soprattutto è importante l'indice di quello che accade negli ospedali, perché oggi sappiamo che non si fanno più molti tamponi". Tuttavia, ha avvertito, "il virus è ancora presente, la pandemia non è finita perché non siamo ancora in grado di fare previsioni accurate. Nel momento in cui saremo in grado di sapere quando si ripresenteranno le oscillazioni dei contagi, quando aumenteranno le infezioni noi passeremo da una fase pandemica ad una fase endemica e sapremo come convivere con il virus. In questo momento non lo sappiamo e quindi navighiamo un po' a vista". 
- di stefano.santini

Covid, Minelli: "Evitiamo scia sanguinosa di scontri politico-giudiziari"

"Mi piacerebbe che si potesse evitare una scia sanguinosa di scontri politico-giudiziari, perché già alto è il prezzo che abbiamo pagato in questi anni di pandemia, ma purtroppo era inevitabile un tale epilogo". Così all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, coordinatore per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata, intervenendo sulle polemiche dopo i 19 indagati, tra cui scienziati e politici, dalla Procura di Bergamo sulle mancate zone rosse in Lombardia. 
"Di certo è necessario, e prioritario, favorire percorsi di legittimazione della verità, in un'ottica di trasparenza. Dire 'non so', 'non c'ero', 'non mi ricordo' non mi sembra onesto e sicuramente non aiuta a fare chiarezza - avverte l'immunologo - Di certo, quelli erano i tempi in cui ogni ipotesi aggiuntiva rispetto al mainstream codificato dai 'gestori' della pandemia era esclusa a priori e anzi, in verità, nemmeno considerata. Vero è che nessuno nella prima fase aveva chiara in mente la situazione ed errori erano comprensibili, ma incertezze e debolezze politiche si pagano sempre a caro prezzo".
"Ed è forse proprio per quel senso di responsabilità civica ed istituzionale, di cui non possiamo spogliarci, che bisogna osservare massimo rispetto per questa operazione di verità, speriamo non troppo lunga e lacerante", conclude. 
- di Redazione Sky TG24

Fontana a pm: stupito che con militari in zona non si chiuse

"Mi sono stupito che dopo l'arrivo dei soldati e Carabinieri non si è più fatta la zona rossa". Lo ha riferito il presidente della Lombardia Attilio Fontana ai pm di Bergamo, nel verbale del 29 maggio 2020. Parlando dell'area della Val Seriana il governatore ha detto di essere "convinto che quando siamo intervenuti il virus ormai era diffuso; noi dovevamo intervenire prima". E precisando: "Noi credevamo nella realizzazione della zona rossa". E ancora: "La nostra non era una scelta politica, ma tecnica". 
- di stefano.santini

Ricciardi: 'su indagine dibattito inutile, usare energie per sicurezza Ssn'

"Un dibattito inutile e stucchevole" quello che contrappone gli esperti sugli elementi emersi dall'indagine di Bergamo sulle mancate zone rosse in Lombardia nella prima ondata pandemica. "Non si possono fare dibattiti scientifici in questo modo, non voglio entrare in questa polemica. E' assolutamente controproducente". Così all'Adnkronos Salute Walter Ricciardi, docente di Igiene all'Università Cattolica di Roma.
Le energie, per Ricciardi, invece che in un inutile dibattito, "dovrebbero concentrarsi sul mettere in sicurezza il Servizio sanitario nazionale che, al momento, non lo è".
- di stefano.santini

Galli e Pregliasco consulenti della difesa del Trivulzio

L'infettivologo Massimo Galli e il virologo Fabrizio Pregliasco sono stati scelti, tra gli altri, come consulenti della difesa del Pio Albergo Trivulzio per fare chiarezza nelle nuove indagini sulle morti avvenute nella Rsa durante la prima ondata Covid. Lo scorso dicembre, infatti, il gip di Milano Marta Pollicino aveva nominato un pool di otto esperti per accertare la sussistenza del "nesso di causalità tra i decessi e le infezioni" ed "eventuali inosservanze" delle misure di sicurezza. La decisione sulla perizia, con la formula dell'incidente probatorio, è arrivata dopo che nei mesi scorsi il gip Alessandra Cecchelli - poi passata a nuovo ruolo - aveva respinto l'istanza di archiviazione formulata dai pm per il dg del Pat Giuseppe Calicchio, indagato per omicidio ed epidemia colposi e violazione delle regole sulla sicurezza, e per la struttura. L'udienza per il conferimento dell'incarico ai periti e per la formulazione dei quesiti per i nuovi accertamenti è in corso all'aula bunker di piazza Filangieri. Presenti anche i parenti delle vittime. 
- di Redazione Sky TG24

Bassetti: "Scelte al buio, processo in quei giorni va fatto al virus"

''In quel momento le scelte le facevamo al buio, io credo che il processo per quei giorni andrebbe fatto al virus''. Lo ha detto Matteo Bassetti, professore ordinario di Malattie infettive dell'Università degli Studi di Genova, a 'Mezz'Ora in più' su Rai3 ieri. "Qualunque scelta fu fatta in buona fede, navigavamo al buio in un mare in tempesta. Non possiamo giudicare quei giorni con gli occhi di oggi ma dobbiamo farlo con gli occhi di allora che erano quelli di un Paese che per primo affrontava il Covid'', ha detto. ''Non abbiamo ad oggi uno studio che ci metta a confronto la zona rossa verso non zona rossa. Io sono perfettamente d'accordo sul fatto che andava fatta e che andava fatta anche prima'' ma ''siamo sicuri che la discussione su questo argomento debba essere fatta dalla procura e mettendo sul banco degli imputati una serie di persone cioè fondamentalmente tutti? Non è forse più giusto discutere di come è stata gestita la pandemia in Italia, non guardare solo Bergamo e quella settimana ma magari guardare i tre anni e andare a vedere le scelte all'inizio e durante?'', ha detto. 
''Si faccia una commissione parlamentare, bicamerale, dove tante persone dicono la loro e non solo quella di Cristanti che è un bravissimo professionista ma è uno, non è tutta la comunità scientifica'', ha aggiunto. ''Noi stiamo facendo un esercizio profondamente sbagliato nei confronti del nostro Paese, sa che cosa c'è sui siti dei principali quotidiani del mondo? - ha sottolineato Bassetti - C'è l'Italia messa alla sberleffa, perché sembra che noi abbiamo fatto un grandissimo casino nella gestione del Covid e invece io ne vado profondamente orgoglioso di quello che il nostro Paese ha fatto dal punto di vista medico, sanitario ma anche dei politici che hanno passato ore e notti a decidere se fare una cosa o farne un'altra''.
''Questa inchiesta messa così come è stata messa dà fiato ai no mask ai no vax e a chi dice che noi non abbiamo fatto le autopsie e che abbiamo ammazzato le persone'', ha detto.
 
- di Redazione Sky TG24

Ruocco a pm: "Cts sapeva situazione l'1 o 2 marzo"

"Credo che l'1 o il 2 marzo 2020 il dott.Locatelli, unitamente al prof. Brusaferro, già avevano anticipato la situazione epidemiologica di Alzano Lombardo e Nembro, a margine delle riunioni del Cts di quei giorni. Locatelli evidenziava in particolare l'esigenza di attenzionare la zona di Bergamo per il numero dei casi significativo che si stava registrando nei comuni vicini". Lo ha dichiarato il 18 giugno 2020 Giuseppe Ruocco, allora segretario generale del ministero della Salute sentito come teste dai pm bergamasch. Il verbale è tra quelli agli atti dell'indagine sul Covid in Val Seriana che ora lo vede tra i 19 indagati. 
- di Redazione Sky TG24

Crisanti: "Piano ignorato, Italia ha buttato via manuale per frenare pandemia"

"La responsabilità della mancata attuazione del Piano pandemico nazionale va attribuita alle azioni di coloro ai quali era affidata la sicurezza sanitaria dell'Italia" e tra loro c'è, a dire di Andrea Crisanti consulente della procura di Bergamo, anche il Silvio Brusaferro che "come direttore di Iss e consulente del ministro della Salute legge il Piano la prima volta a maggio 2020 nonostante gli fosse stato sottoposto dal giorno 11 gennaio 2020". La consulenza fa parte degli atti dell'inchiesta sul Covid che ha portato i pm di Bergamo a chiudere le indagini sulla diffusione del virus e la mancata zona rossa in Val Seriana e a indagare una ventina di persone, tra cui diversi nomi eccellenti della politica. Per Crisanti, contrariamente a quanto affermato dal ministro della Salute Roberto Speranza "l'Italia" aveva nel piano pandemico "un manuale di istruzione. Se poi l'Italia ha affrontato la pandemia senza un manuale è perché questo manuale è stato scartato a priori senza essere valutato dai principali organi tecnici del Ministero".
Non solo: chi si trovò in prima linea a dover prendere le decisioni sulla pandemia - il professor Locatelli, il dottor D'Amario e lo stesso Brusaferro - avrebbero svolto, secondo il consulente della procura "un ruolo consapevole e allo stesso tempo determinante nel neutralizzare il sistema di sorveglianza limitando con azioni commissive l'uso del tampone ai casi sintomatici con legame epidemiologico prima del 20 febbraio 2020 e dopo quella data ai soli casi sintomatici". Il piano pandemico nazionale non era stato aggiornato dal 2006 ed era predisposto a contrastare l'influenza, "tuttavia conteneva misure efficaci di carattere generale per contrastare la diffusione di virus a trasmissione respiratoria esigibili dal punto di vista formale e sostanziale. Il fatto che il Piano sia stato completamente ignorato durante le fasi inter-pandemiche 1 e 2 dal ministero della Sanità non assolve le responsabilità dei vertici delle Regione Lombardia e del Ministero stesso di non averlo messo in atto le misure di preparazione per prevenire la possibile diffusione del contagio tra gli operatori sanitari già a partire dal 5 gennaio 2020" quando scatta l'allarme dell'Oms.
"Rimango di sasso. Ho avuto la perizia per tre anni e non è uscito nulla. Non sapevo chi fossero gli indagati. Chi fa il mio nome dice il falso e sono pronto a querelare. E sarò intransigente. Ma poi la perizia non è che contiene i nomi degli indagati, è una mappa logica che ricostruisce i fatti e permette agli inquirenti di contestualizzare altri documenti. In non ho contatti con la Procura di Bergamo dal mese prima che ho deciso di candidarmi", dice all'Adnkronos Salute il virologo Andrea Crisanti, senatore del Pd, autore della perizia tecnica al centro dell'inchiesta della Procura di Bergamo che ha portato a 19 indagati per le mancate zone rossa in Lombardia, commenta l'apertura di un fascicolo da parte della Procura di Bergamo per la fuga di notizie e le indiscrezioni di stampa che accostano il suo nome alla vicenda.
- di Redazione Sky TG24

Lamorgese a pm: "Mandai militari e Conte non sapeva"

Il "contingente programmato è arrivato a Nembro e Alzano il 6 marzo la sera, iniziando l'attività ricognitiva" e "sia per le forze di Polizia, sia per le forze Armate, la disposizione è partita dal Ministero dell'Interno", ma "il Presidente Conte non sapeva dell'invio delle forze armate e di Polizia" in Val Seriana, "proprio perché in quel periodo il fine era di natura preventiva e ricognitiva", e "ove ci fosse stato un Dpcm di 'cinturazione', avrei informato il Presidente dell'invio di uomini". Lo ha messo a verbale, sentita dai pm di Bergamo il 12 giugno 2020, l'allora ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. 
- di Redazione Sky TG24