Strage migranti, continuano ricerche dispersi. Sindaco Cutro: "Non abbassare i riflettori"

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Vigili del fuoco e Guardia costiera stanno setacciando tutta la costa. Avvistato un corpo a Botricello, è la 71esima vittima ufficiale. Un migliaio di persone alla Via Crucis intitolata “Con Cristo tra i migranti dinanzi all’indifferenza dei potenti”. Intanto, proseguono le indagini: la Procura della Repubblica di Crotone acquisirà, in incidente probatorio, le testimonianze dei superstiti

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Mentre proseguono le ricerche dei dispersi, un migliaio di persone ha partecipato alla Via Crucis (FOTO) organizzata in memoria dei migranti vittime del naufragio di domenica scorsa a Steccato di Cutro (Crotone). Le persone disperse in mare dovrebbero essere tra 30 e 40. Vigili del fuoco e Guardia costiera stanno setacciando tutta la costa. Un corpo è stato avvistato a Botricello. Le vittime accertate, escludendo questo ritrovamento, sono 70, tra cui 16 bambini. "È una tragedia nella tragedia. Ed ecco perché i riflettori non possono essere abbassati su questo problema. Le polemiche in questo momento non giovano a nessuno", dice ai microfoni di Sky TG24 il sindaco di Cutro. Continuano, nel mentre, le indagini: la Procura della Repubblica di Crotone acquisirà, in incidente probatorio, le testimonianze dei superstiti. L'incidente probatorio punta a cristallizzare davanti al Gip le prove che potrebbero emergere dai racconti dei sopravvissuti alla traversata partita dalla Turchia e conclusasi tragicamente a poche decine di metri dalla spiaggia calabrese (L'APPELLO DEL PAPALO SPECIALE SUI MIGRANTI DI SKY TG24).

Le indagini

Le testimonianze dei sopravvissuti saranno inserite nel fascicolo dell'inchiesta per naufragio e omicidio colposo aperta a carico dei presunti scafisti identificati, tre dei quali - un turco e due pachistani (uno è minore) - sono stati fermati, mentre un quarto è irreperibile. E del naufragio potrebbe occuparsi anche la Procura di Roma chiamata, da un esposto dei deputati di Sinistra Italiana Ilaria Cucchi e Nicola Fratoianni, a verificare se ci sono state responsabilità anche a livello ministeriale. Nell'esposto infatti i due parlamentari chiedono di accertare se vi siano state "disposizioni ministeriali che abbiano impedito l'uscita in mare della Guardia Costiera", tenuto conto che "non si può escludere che vi sia una responsabilità superiore visto che la Guardia Costiera dipende dal ministero dei Trasporti, mentre il ministero dell'Interno è diventato il supercoordinatore di sbarchi e soccorsi dei migranti". Una tesi respinta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, secondo il quale "la Guardia Costiera non è intervenuta perché non è stato lanciato un segnale di allarme" elemento rafforzato dal fatto che "l'aereo di Frontex non ha continuato a seguire quella barca, dopo averla segnalata". Per lunedì, poi, è previsto l'affidamento formale da parte della Procura ai carabinieri della delega all'acquisizione degli atti nell'ambito del nuovo filone di indagini, al momento senza indagati e senza ipotesi reato, aperto per chiarire quali siano state le procedure e le comunicazioni tra la Guardia di finanza e la Guardia costiera fra le 23.03 di sabato e le 4:10 di domenica 26 febbraio.

Le ricerche

Sul fronte delle ricerche, per quelle in mare vengono utilizzati un elicottero, un gommone e due moto d'acqua. L'attività di perlustrazione andrà avanti ad oltranza, salvo diverse disposizioni della Prefettura di Crotone, che coordina le ricerche alle quali partecipano unità della Guardia costiera di Crotone.

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La Via Crucis

Intanto, nel pomeriggio sulla spiaggia di Steccato di Cutro c'è stata la Via Crucis intitolata "Con Cristo tra i migranti dinanzi all’indifferenza dei potenti". Hanno partecipato un migliaio di persone. In testa al corteo la croce realizzata con i resti del barcone affondato. Presente l'arcivescovo di Crotone, monsignor Angelo Raffaele Panzetta. "Siamo qui, animati dalla speranza e in spirito d'unione con i nostri fratelli musulmani, nel silenzio e in preghiera, dietro la Croce salvifica", ha detto. Presente anche l'imam della moschea di Cutro, Mustafa Achik.

Una croce con i legni del barcone di Cutro

La croce con i resti del barcone su cui si trovavano i migranti è stata fatta realizzare da don Francesco Loprete, sacerdote dell'arcidiocesi di Crotone - Santa Severina, con l'aiuto dell'artista Maurizio Giglio. "Quando, recatomi sul posto della tragedia, ho visto il barcone che andava sempre più spappolandosi, ho pensato che il mare avrebbe presto spazzato il ricordo. Bisognava salvare qualcosa per preservare il ricordo e perché la strage non si ripeta”, ha spiegato. "Abbiamo voluto realizzare questa croce per ricordare i tanti innocenti morti nel naufragio. Questo dramma non si cancellerà mai dalle nostre menti. Dopo duemila anni Cristo è ancora in Croce", ha aggiunto.

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