Naufragio Crotone, trovato corpo di un altro bambino. Vittime sono 70. Ancora polemiche

Cronaca
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A quasi una settimana dalla tragedia, i soccorritori oggi hanno rinvenuto i cadaveri di altri due bambini. Continuano le ricerche dei dispersi. Intanto, si discute sul mancato intervento d'aiuto al barcone che poi si è rovesciato davanti alla spiaggia di Cutro. La Procura vuole sentire i superstiti e avanzerà la richiesta di incidente probatorio. Il sindaco di Crotone: "Qui è mancato il governo". Meloni: "Davvero si pensa che non abbiamo voluto salvarli?"

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Salgono a 70 le vittime ufficiali del naufragio avvenuto in Calabria nella notte tra il 25 e il 26 febbraio. A quasi una settimana dalla tragedia, il 4 marzo i soccorritori hanno rinvenuto i corpi di altri due bambini: uno di circa tre anni e uno di 12-13 anni. Sono ancora una decina i morti senza nome, mentre si continuano a cercare i dispersi. Intanto, continua la polemica per i mancati soccorsi al barcone di migranti che poi si è rovesciato davanti alla spiaggia di Cutro, in provincia di Crotone. Il governo difende la Guardia Costiera. La Procura vuole sentire i superstiti per ricostruire quanto successo e avanzerà la richiesta di incidente probatorio. La premier Giorgia Meloni, da Abu Dhabi: "Davvero si pensa che non abbiamo voluto salvarli?". La scrittrice Elena Stancanelli lancia l'esortazione agli studenti di presentarsi lunedì in classe con una fascia bianca in segno di lutto e di ribellione. Iniziativa che sembra essere stata accolta con favore dal mondo della scuola.

Il governo difende la Guardia Costiera

La prefettura stima tra i 27 e i 47 dispersi nella tragedia. Da Palazzo Chigi, il ministro Matteo Salvini ritiene che la Guarda Costiera sia "stata codardamente coinvolta in una squallida battaglia politica. Chi l'accusa è ignorante o è in malafede". Intanto oggi il ministro dell'Interno Piantedosi è a Malta al Med5, per incontrare i suoi omologhi di Cipro, Grecia, Malta e Spagna. Si tratta del primo faccia a faccia tra i Paesi del Mediterraneo dopo la tragedia di Cutro e a pochi giorni dalla riunione del Consiglio europeo dei ministri dell'Interno. L'attacco del leader del M5S Giuseppe Conte: "Chi è in mare va salvato, con il mio governo era così". I deputati di Sinistra italiana, Ilaria Cucchi e Nicola Fratoianni, invece, hanno sollecitato in un esposto alla Procura di Roma di verificare se vi siano state "disposizioni ministeriali che abbiano impedito l'uscita in mare della Guardia Costiera". Secondo i due parlamentari, si legge nell'esposto, "non si può escludere che vi sia una responsabilità superiore visto che la Guardia Costiera dipende dal ministero dei Trasporti mentre il ministero degli Interni è diventato il supercoordinatore di sbarchi e soccorsi dei migranti".

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Sindaco di Crotone: "Qui è mancato il governo" 

In una lettera inviata alla premier Giorgia Meloni, il sindaco di Crotone Vincenzo Voce scrive: "Se non ha ritenuto di portare la sua vicinanza come presidente del Consiglio, venga a Crotone a portarla da mamma". "Questo popolo - ha aggiunto il primo cittadino - aspettava una testimonianza della presenza dello Stato, che è arrivata altissima dal Capo dello Stato. Ma qui è mancato il governo, è mancata lei presidente. Abbiamo aspettato una settimana. La comunità crotonese, colpita da un dolore enorme, ha aspettato un suo messaggio, una sua telefonata, un suo cenno, che non sono arrivati". "Venga a conoscere - ha scritto ancora Voce - cosa si è vissuto in un palazzetto dello sport destinato alla vita e che si è trasformato in un luogo di dolore e lacrime. Venga a condividere, da mamma, il dolore di altre mamme, dei figli senza più genitori, di donne, uomini e bambini che avevano una speranza e ora non hanno più nemmeno quella. Non le faccio una colpa di non essere venuta da Presidente del Consiglio. Sicuramente avrà avuto altri importanti impegni. Allora venga in forma privata, se ritiene, da cittadina di questo Paese. Venga in questa città, che ha espresso fortissimo il sentimento di restare umani. Di guardare alle persone come tali e non come numeri. Perché quelle bare che non hanno ancora nome non sono numeri. L'aspettiamo".

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Meloni: "Davvero si pensa che non abbiamo voluto salvarli?"

Da Abu Dhabi, dove è in missione diplomatica, la premier Giorgia Meloni ha parlato della strage sulle coste calabresi. "La lettera del sindaco di Crotone non l'ho letta tutta. Posso solo dire - ha detto - che io sono rimasta colpita dalle ricostruzioni di questi giorni. Ma davvero, in coscienza, c'è qualcuno che ritiene che il governo abbia volutamente fatto morire 60 persone? Vi chiedo se qualcuno pensa che se si fosse potuto salvare 60 persone, non lo avremmo fatto. Vi prego, siamo un minimo seri". La presidente del Consiglio ha affermato che "non ci sono arrivate indicazioni di emergenza da Frontex. La rotta, inoltre, non è coperta dalle organizzazioni non governative e nulla dunque hanno a che fare con le politiche del governo". Il prossimo Consiglio dei ministri sull’immigrazione, ha aggiunto Meloni, si celebrerà in via simbolica proprio a Cutro, luogo del naufragio.

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Le indagini

Intanto, sul naufragio proseguono le indagini per cercare di capire se Guardia di Finanza e Guardia Costiera hanno fatto tutto ciò che potevano e dovevano fare nella notte tra sabato 25 e domenica 26 febbraio dopo l'avvistamento da parte di Frontex del caicco che poi si è schiantato a un centinaio di metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro. La Procura di Crotone vuole sentire i superstiti del naufragio per ricostruire l'attività degli scafisti e lo schianto del caicco sulla secca. Nelle prossime ore il pm Pasquale Festa, titolare del fascicolo, avanzerà la richiesta di incidente probatorio al gip del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola. L'obiettivo dell'Ufficio guidato dal procuratore Giuseppe Capoccia è quello di cristallizzare le prove dei racconti dei sopravvissuti. All'inizio della prossima settimana, probabilmente già lunedì, sarà formalizzata la delega ai carabinieri per l'acquisizione di tutti gli atti relativi alla gestione di Guardia di finanza e Guardia costiera nell'intento di ricostruire tutte le fasi intercorse tra la segnalazione fatta dall'aereo di Frontex fino al momento del tragico schianto. Il nuovo filone di indagini - al momento contro ignoti e senza ipotizzare un reato - è stato aperto per accertare quali decisioni siano state prese e se vi siano state falle penalmente rilevanti nella catena dei soccorsi.

Il portavoce dei parenti dei migranti: "Chiediamo prosecuzione ricerca dispersi e rimpatrio salme"

"Il presidente Mattarella è un uomo di parola e so che la manterrà. Noi vogliamo due cose: che le ricerche dei dispersi non si fermino e che le salme riconosciute siano trasferite al più presto nei loro Paesi d'origine". A chiederlo è Mohammad Haroon Faizi, un ragazzo afghano giunto in Italia nel 2016, che si è fatto portavoce dei parenti delle vittime del naufragio di domenica scorsa, intervenendo nel corso del sit-in organizzato davanti alla Prefettura di Crotone dalla "Rete 26 febbraio 2023", formata da 200 associazioni calabresi. Mohammad Haroon Faizi, a nome dei parenti delle vittime, ha chiesto di avere soprattutto informazioni chiare su come procedere per il rimpatrio delle salme e di farlo nel modo più veloce possibile. "Non è arrivato nessuno - ha aggiunto - dal Governo italiano a dircelo per tranquillizzarci. Noi non abbiamo informazioni, non sappiamo come fare per certificati di morte, se andare al Comune, alla polizia o se vengono loro al Palamilone. Fate per favore tutto quello che serve per i rifugiati. Queste famiglie sono qui da una settimana e dei corpi nelle bare tra poco non resterà nulla se attendiamo ancora. Noi non vogliamo essere agevolati, basta che ci dite fino a che punto sarà possibile aiutarci anche perché molti hanno lasciato il lavoro nei Paesi europei dove vivono per essere qui e non possono restare troppo tempo". "Voi italiani - ha detto ancora Mohammad Haroon Faizi - non dovete preoccuparvi degli stranieri. Non siamo un peso sulle vostre spalle. Noi lavoriamo qui come voi e vogliamo una vita normale come voi".

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L'iniziativa della fascia bianca a scuola

Riguardo all'invito della scrittrice Stancanelli, attraverso le colonne de La Stampa, il mondo della scuola sembra replicare positivamente. "Sono benvenute tutte le iniziate che oggi nella scuola possano dire 'no' all'indifferenza e alla mancanza di solidarietà", ha detto la dirigente di Flc Cgil Graziamaria Pistorino. "Sono per una scuola inclusiva e multietnica - ha spiegato Antonio Volpe, preside del Liceo Pilo Albertelli di Roma - siamo cittadini del mondo, il problema è capire se siamo in grado in Italia di essere nei fatti e non solo a parole pronti per una società multiculturale, inclusiva, dove non vige la legge di una meritocrazia a vantaggio solo di chi è già un privilegiato". Più sfumata la posizione dell'Associazione presidi Anp. "Se uno studente venisse a scuola con una fascia bianca per unirsi a questa forma di manifestazione - ha osservato Cristina Costarelli di Anp Lazio - non ci sarebbe nulla da osservare anche perchè si tratta di una iniziativa pacifica. Altro è schierarsi su un fatto su cui si stanno concentrando delle indagini e presumere di sapere come sono andate le cose, questa non la trovo una linea da sostenere". Per gli studenti, parla l'Uds con la coordinatrice Bianca Chiesa. "L'iniziativa proposta dalla scrittrice Elena Stancanelli ha il giusto obiettivo di sensibilizzare e porre l'attenzione rispetto al naufragio ma non è bastevole al fine di ribadire la necessità di ricnoscere come le politiche migratorie delll'Europa causino vittime tra le persone che cercano condizioni di vita migliori".

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