Portovesme, i 4 operai interrompono la protesta e scendono dalla ciminiera

Cronaca
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Erano asseragliati a cento metri di altezza sull'impianto Kss della Portovesme srl a Portoscuso, il paese del Sulcis che ospita il sito industriale

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I quattro operai che da quattro giorni erano asseragliati a cento metri di altezza sulla ciminiera dell'impianto Kss della Portovesme srl a Portoscuso, il paese del Sulcis che ospita il sito industriale, hanno deciso di interrompere la protesta.

Atto di fiducia

"Una decisione - chiariscono - che viene presa non in segno di resa ma concedendo l'ennesimo atto di fiducia al governo che tuttavia non sarà illimitato. Pronti nel caso - promettono - a nuove iniziative". Il vertice al ministero si è chiuso con l'indicazione di una road map per individuare una soluzione strutturale al costo dell'energia.

La road map

 

Tre tavoli interministeriali con l'azienda, la Regione e i player dell'energia a partire da lunedì, per arrivare entro dieci giorni a un tavolo di crisi in presenza sulla vertenza della Portovesme srl. Sono le conclusioni del vertice convocato dal governo a Roma e in videoconferenza con i rappresentanti dei lavoratori, i quattro operai sulla ciminiera e la Regione, al tavolo anche il Comune di Portoscuso e i rappresentanti di Confindustria. "Il governo - si legge nel verbale conclusivo dell'incontro - ritiene fondamentale individuare, insieme alla Regione Sardegna, una soluzione strutturale per il costo dell'energia della società Portovesme, in modo che possa essere assicurata la continuità produttiva degli stabilimenti di Portoscuso e San Gavino fino all'entrata in funzione del progetto di riconversione degli impianti verso la produzione di litio". Per questo il governo ha chiesto all'azienda di non interrompere l'attività produttiva durante questo periodo di interlocuzioni. Nel vertice sono emerse le possibili vie d'uscita per l'azienda per attenuare il peso del costo energetico, che potrebbero far leva sul principio di insularità e sul riconoscimento del gap della Sardegna: da un lato la possibilità di estendere il credito di imposta pari al 45% del costo dell'energia oltre la scadenza del 31 marzo 2023, dall'altro il ricorso alla cosiddetta superinterrompibilità, che diversamente dal passato potrebbe non essere considerata dall'Unione europea un aiuto di Stato. I rappresentanti sindacali hanno riferito gli esiti dell'incontro ai lavoratori in assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento. 

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