"Rivederlo in aula non è stato facilissimo, io l'ho guardato ma non so se lui mi ha visto”, ha detto il 24enne a margine dell'udienza al tribunale di Busto Arsizio. Alessandro Maja si trova in carcere da quando, nel maggio scorso, ha ucciso la moglie, l'altra figlia e ha gravemente ferito il figlio colpendoli con un martello
"Rivederlo in aula non è stato facilissimo, io l'ho guardato ma non so se lui mi ha visto”, ha detto Nicolò Maja a margine dell'udienza al tribunale di Busto Arsizio, durante la quale il 24enne ha rivisto il padre Alessandro. L'uomo si trova in carcere da quando, nel maggio scorso, ha ucciso la moglie Stefania, l'altra figlia Giulia e ha gravemente ferito Nicolò di notte a colpi di martello nella casa di Samarate (Varese). Dopo averlo visto il giovane, palesemente provato, in carrozzina dopo una serie di interventi chirurgici, ha detto di sentirsi "più tranquillo".
Nicolò al Padre: “Perché ci hai rovinati?”
"Vorrei chiedergli perché ha deciso di rovinare la nostra vita. Proverò a parlargli, forse alla prossima occasione", ha aggiunto Nicolò che questa mattina è presentato con una maglietta con le immagini della madre Stefania e della sorella Giulia "perché volevo portarle con me - ha detto Nicolò - mi danno quella spinta".
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Secondo quanto emerso dalle indagini, Maja ha aggredito tutta la sua famiglia perché, secondo investigatori e inquirenti, non aveva accettato l'idea che sua moglie potesse desiderare una vita senza di lui. La donna voleva separarsi dal marito. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il 57enne ha colpito con un martello la moglie Stefania, che riposava sul divano della sala, poi è andato in camera della figlia Giulia,. Infine, si è scagliato contro Nicolò, che nel frattempo si era svegliato e ha iniziato a chiedere aiuto attirando l'attenzione di una vicina che ha chiamato il 112.