Omicidio Samarate, figlio sopravvissuto: a mio padre chiederei perché

Cronaca

In un'intervista Niccolò, 23 anni, racconta che il padre in questi mesi ha provato a mettersi in contatto con lui scrivendogli qualche lettera

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"Mio padre nell'ultimo periodo aveva molte preoccupazioni in ambito lavorativo, ma non si pensava si potesse arrivare a qualcosa del genere". Lo racconta ai microfoni della Tgr Lombardia Nicolò, il 23enne di Samarate, in provincia di Varese, sopravvissuto alla furia omicida del padre, che lo scorso maggio ha ucciso moglie e figlia e lasciato gravemente ferito il ragazzo, che in vista dell'imminente inizio del processo a carico del genitore, annuncia di volersi costituire parte civile.

 

"Mio padre mi ha scritto qualche lettera"

 

Finito in coma dopo l'aggressione, Nicolò è uscito dall'ospedale quattro mesi fa. Momenti difficili, che ha affrontato - racconta - "con la forza che mia mamma e mia sorella mi davano e che so che mi danno ancora e con il sostegno dei miei parenti".

In questi mesi il padre ha provato a mettersi in contatto con lui: "Mi ha scritto qualche lettera, però non gli ho mai risposto", dice Nicolò, che dall'uomo vorrebbe solo sapere "perché sia arrivato a fare una cosa del genere, cosa aveva la nostra vita che non andava bene per lui?".

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