Ragazza morta dopo aver mangiato tiramisù vegano a Milano, fidanzato sentito dal pm

Cronaca

Proseguono gli accertamenti sul caso della ragazza di vent'anni, morta domenica scorsa dopo aver consumato parte del dolce contenente tracce di latte, a cui era allergica. Sotto la lente di ingrandimento anche l'azienda produttrice del dessert e i titolari del locale

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È stato ascoltato per circa due ore dalla Procura di Milano il fidanzato di Anna Belisario, la ragazza di vent'anni morta domenica scorsa dopo dieci giorni di coma a causa di uno shock anafilattico provocato dall'ingestione di una piccola dose di tiramisù vegano che, secondo l'ipotesi al vaglio, conteneva tracce di latte, alle cui proteine la ragazza era estremamente allergica.

Il ragazzo è stato convocato dal pm Luca Gaglio e ha ricostruito l'intera vicenda di quella serata. I due erano infatti insieme nel ristorante, specializzato in panini vegani, di Corso Garibaldi, uno dei pochi locali dove la ventenne, attentissima alla sua allergia, era solita frequentare assieme agli amici. Non aveva però mai ordinato prima quel dolce e dopo sole due cucchiaiate ha cominciato a dare segnali di malessere, fino allo shock anafilattico vero e proprio.

Durante la serata la ragazza aveva anche consumato un sandwich contenente maionese fatta in casa, nella quale sono state rinvenute tracce di uova, altro alimento a cui era allergica, seppur in misura minore rispetto alle proteine del latte. Proprio questo aspetto, costituisce il principale punto interrogativo su cui stanno lavorando gli investigatori per chiarire quali siano state le effettive cause del decesso della giovane.

 

"Ha guardato l'etichetta, ma, non convinta, ha chiesto ulteriori rassicurazioni al personale del

ristorante sull'assenza di tracce di latte". E' quanto ha confermato anche al pm Luca Gaglio il fidanzato di Anna B., la ventenne morta il 5 febbraio all'ospedale San Raffaele di Milano

dopo dieci giorni di coma per un shock anafilattico. Nel suo racconto in qualità di testimone al magistrato, che coordina le indagini del Nas dei Carabinieri e dell'Ats, il giovane ha poi

ribadito anche che la ragazza, dopo aver provato a vomitare il tiramisù appena ingerito, ha preso pure un antistaminico a base di cortisone e un farmaco per l'asma. Un tentativo per bloccare la crisi respiratoria che però non è stato sufficiente.

Possibili indagini anche su titolari del locale

È probabile che nelle prossime ore, in attesa dell'autopsia sulla ragazza, in programma al più tardi per l'inizio della prossima settimana, vengano inseriti nel registro degli indagati anche i proprietari del locale dove è avvenuto l'incidente, oltre al titolare, al responsabile di produzione e a due dipendenti dell'azienda produttrice del dessert ("Tiramisun" con marchio Mascherpa prodotto dalla Glg srl), che è stato ritirato dal commercio.

Tra i capi di accusa imputati all'azienda quello di omicidio colposo, frode nell'esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine. Parallelamente all'autopsia, i medici dovranno valutare nel dettaglio la storia clinica della ragazza, oltre che analisi più approfondite sul panino e sul tiramisù ingerito dalla ragazza nel corso della serata.

 

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