"Occorre anche fare una riflessione su come funziona il mondo dei media, le trasmissioni hanno riguardato profili dietrologici o profili che riguardano la vita privata della persona, sono stati diffusi particolari irrilevanti come le eventuali amanti o i farmaci utilizzati. Io mi sono molto irritato per questo" ha detto il magistrato di Palermo
"Parlare delle amanti del boss, delle pillole che prendeva non è stato un buon servizio. Diciamo che alcuni media hanno guardato dal buco della serratura abdicando al ruolo importante che hanno. Peraltro a me da cittadino sapere certi particolari non interessa proprio ". Lo ha detto il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, intervenendo a un incontro con degli studenti palermitani, a proposito degli articoli e dei servizi tv sulle amanti del capomafia Matteo Messina Denaro. "Non c’è un momento in cui questo Paese riesce a stare unito e festeggia i successi" ha aggiunto il procuratore. "Occorre anche fare una riflessione su come funziona il mondo dei media - ha detto -: le trasmissioni hanno riguardato profili dietrologici o profili che riguardano la vita privata della persona, sono stati diffusi particolari irrilevanti come le eventuali amanti o i farmaci utilizzati. Io mi sono molto irritato per questo: anche l’ultimo criminale ha diritto alla propria dignità, mettere in piazza queste cose che contributo ha dato al servizio che l’informazione dovrebbe fare? Ci hanno fatto vedere dal buco della serratura la vita del boss".
L'uso delle intercettazioni
"Ci sono soggetti che non fanno indagini da anni che compaiono sui media per disquisire sulla cattura di Messina Denaro o fanno dietrologie" ha continuato de Lucia, durante un incontro al Gonzaga, rispondendo agli studenti che gli chiedevano delle polemiche legate alla cattura del padrino di Castelvetrano e ai presunti retroscena sull’arresto. "Un punto di svolta per arrivare alla cattura di Messina Denaro, c’è stato quando sono state captate alcune conversazioni in cui si faceva riferimento a una possibile malattia del latitante. Questo riporta all’importanza delle intercettazioni nelle indagini contro le organizzazioni mafiose. Gli associati per mettersi d’accordo devono parlare - ha spiegato parlando agli studenti del Gonzaga -, un sistema per contrastare questa organizzazione è scoprire i suoi piani attraverso le informazioni che l’organizzazione stessa genera. Esistono due sistemi per farlo, per rompere la sua segretezza: o c’è qualche mafioso che inizia a collaborare con la giustizia oppure è lo Stato che deve entrare nella testa dei mafiosi ascoltandone i dialoghi con gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione, ossia le intercettazioni".