Cyberbullismo, Moige: lockdown ha aumentato del 10% i casi tra minori

Cronaca
Stefania Trapani

Stefania Trapani

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A Roma è stata presentata l'indagine del Moige sul tema del cyber risk e la campagna "Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro cyberbullismo e cyber risk"

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Internet. Utilizzo del telefono. Tecnologia digitale. Prepotenze. Un legame sempre più pericoloso. Lo testimoniano i dati del movimento italiano dei genitori: più della metà (54%) dei minori in Italia ha subito prepotenze nel 2022. Una realtà che va inserita in uno scenario più complesso. Il 22% dei minori supera le 5 ore al giorno connesso, il 63% si collega ad internet senza alcuna supervisione (nel 2021 era il 59%). Questi in sintesi i risultati dell’indagine “Tra digitale e cyber risk: rischi e opportunità del web”, realizzata dal Moige in collaborazione con l’Istituto Piepoli, che ha analizzato il rapporto dei minori con il web e i vari device intervistando 1.316 minori dai 6 ai 18 anni.

L'evento del Moige

L’evento il 2 febbraio a Palazzo Giustiniani a Roma è stato l’occasione anche per lanciare la VII edizione della campagna "Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro cyberbullismo e cyber risk”, che coinvolge ogni anno migliaia di studenti, docenti e genitori. Il dato più evidente che balza agli occhi è che con il lockdown sono aumentati, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%). Nel caso del cyberbullismo, invece, il 14% ha subito scherzi o telefonate mute, l’11% ha ricevuto insulti tramite messaggi istantanei, il 10% tramite SMS, il 3% tramite foto o video e, addirittura, il 2% ha ricevuto minacce. In queste circostanze, il sentimento più diffuso è la solitudine e il sentirsi isolato (28%), seguito dalla rabbia (27%) e dalla paura (25%).

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I dati sui minori

Il 34% dei minori che ha partecipato allo studio conosce qualcuno che è stato vittima di prepotenze (nel 2020 erano il 29%). C’è chi ammette di aver preso parte ad episodi di prepotenza, chi ha usato foto o video per offendere altre persone. Un preoccupante 53% (+15% rispetto al 2020) dice di prendere abitualmente in giro uno o più amici, ma che lo fa per scherzare. Un ragazzo su due è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming, ovvero la derisione del corpo. Chi vuole fare il bullo, lo fa per sentirsi più forte, si diverte a mettere in ridicolo gli altri o gli piace che gl altri lo temano. Ma come si comportano se assistono ad episodi di bullismo?  3 ragazzi su 10 affermano di aiutare la vittima, un dato che nel 2020 era il 44%. Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente.

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Relazioni virtuali e reali

Dati alla mano, lo studio ci rimanda un’immagine di una generazione sempre più iperconnessa che però, dato interessante non sta sostituendo le relazioni nel mondo reale con quelle virtuali. L’89% degli intervistati dichiara di avere più amici nel mondo reale (nel 2020 erano l’81%) e diminuisce il numero di chi fa nuove conoscenze online sempre o spesso (22% contro il 26% del 2020).
I social più utilizzati sono YouTube, Instagram e Tik Tok.  Il 3%, purtroppo, ha subito phishing, il 13% dichiara di essersene accorto per tempo. Tra le vittime, 2 su 3 non hanno denunciato per vergogna (9%), paura dei genitori (9%), timore di essere preso in giro (4%) o altro (78%).
Internet viene utilizzato principalmente per chattare, l’idea di stare un giorno intero senza internet li fa sentire molto o abbastanza arrabbiati.
Per il 17% dei minori internet è l’unica fonte di informazione.

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Onlyfans e i contenuti vietati

Nell’indagine sul rapporto dei minori con il web è stato inserito un capitolo espressamente dedicato a Onlyfans. Nonostante sia vietata l’iscrizione ai minori di 18 anni, il 3% degli intervistati ammette di avere un account personale, percentuale analoga viene rilevata anche nella fascia d’età 11-14 anni, e l’1% degli intervistati ha condiviso online materiali. Del resto, la rete sembra essere poco attenta ad evitare che i minori abbiano accesso a contenuti a loro vietati

Online bullying Cyber bullying photo of an upset boy in his bedroom looking at hurtful messages on social media

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I giovani ambasciatori per la cittadinanza digitale

Comportamenti incauti, ma anche forti responsabilità dei social, che portano a valutare in modo superficiale i rischi e che mettono in pericolo i nostri figli. Per questo il Moige con Polizia di Stato, Anci, associazione nazionale comuni italiani, Un nodo blu del Ministero dell’Istruzione, CONI e Fondazione Cariplo porterà per il 2023 nelle scuole la campagna "Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale”, per rendere gli studenti più consapevoli dei rischi di internet, responsabilizzare, e stimolare docenti e genitori ad avere un ruolo di guida e controllo più attivo. Saranno coinvolte 300 scuole, circa 75.000 alunni, oltre 2000 docenti e 150.000 genitori sul territorio nazionale, alcune delle quali verranno raggiunte dal “Centro mobile di sostegno e supporto per le vittime di bullismo e cyberbullismo”, l’ufficio itinerante del Moige finalizzato ad assicurare un aiuto concreto ed immediato alle vittime e alle loro famiglie e a contrastare il fenomeno con azioni mirate di prevenzione e informazione.
L’attività rientra nella Campagna nazionale di prevenzione e formazione contro il bullismo e il cyberbullismo con la quale negli ultimi sei anni sono stati formati oltre 779.500 genitori, 389.750 studenti e 11.759 docenti sulle tematiche del bullismo e cyber risk e della cittadinanza digitale.
“Come genitori siamo preoccupati perché i dati dell’indagine, confermano il vissuto quotidiano delle mamme e dei papà, in merito alle preoccupazioni dell’uso della rete. Purtroppo, i social fanno presa sui nostri figli nel delicato periodo dell’adolescenza offrendo accanto a momenti di condivisione anche sempre più spesso situazioni di disagio e pericolo, con inadeguati strumenti di tutela. Con il nostro progetto Giovani ambasciatori puntiamo come primi educatori a fare rete con le agenzie educative come le scuole, le associazioni sportive, ed il mondo del volontariato, per fare fronte a questa emergenza sociale dei minori che sentiamo tutti nostri figli" ha dichiarato Antonio Affinita direttore generale Moige.
Durante l’evento è stata premiata una delegazione di 32 giovani ambasciatori degli: IC Via Ormea di Roma, IC Plinio il vecchio di Cisterna di Latina, IC Anzio I di Roma e Giorgi-Woolf di Roma.
Sono intervenuti all’evento: Maurizio Gasparri, Vicepresidente del Senato; Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; Carla Garlatti, Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza; Ginevra Cerrina Feroni, Vicepresidente del Garante per la protezione dei dati personali; Laura Aria, Commissario AGCOM, Stefano Locatelli, Vicepresidente di Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani; Sandra Cioffi, Presidente Consiglio Nazionale degli Utenti Cnu-AGCOM; Silvia Salis, Vicepresidente Vicario Coni; Giovanna Paladino, Direttore e Curatore del Museo del Risparmio di Torino; Patrizia Torretta, Direttore tecnico superiore psicologo della Polizia di Stato; Giovanni Siena, Vicepresidente Di.Te. Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullismo; Antonio Affinita, Direttore Generale MOIGE; Maria Grazia Cucinotta; Alessio Strazzullo e Fernanda Pinto di Casa Surace; Guillermo Mariotto; Emanuele Blandamura, Edoardo Mecca. Ha moderato Ilaria Iacoviello, giornalista Sky, ed ha concluso Maria Rita Munizzi, presidente nazionale.

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