Il vincolo era stato introdotto dal governo guidato da Mario Draghi nel 2021: la Consulta ha ritenuto inammissibili e non fondate le questioni poste da cinque uffici giudiziari
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La Corte Costituzionale ha deciso di “salvare” l’obbligo del vaccino contro il Covid-19, introdotto dal governo guidato da Mario Draghi nel 2021 per alcune categorie professionali e gli over 50. Erano diversi i dubbi posti dai tribunali di Brescia, Catania e Padova, dal Tar della Lombardia e dal Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Sicilia. Alcuni riguardavano la stessa legittimità dell'obbligo, altri la proporzionalità delle sanzioni, soprattutto con riferimento ai lavoratori a distanza, e la sicurezza dei vaccini. La Consulta ha ritenuto inammissibili e non fondate le questioni poste dai cinque uffici giudiziari.
Le decisioni della Corte Costituzionale
La Corte, secondo quanto comunicato dalla stessa Consulta, ha ritenuto inammissibile per ragioni processuali la questione relativa alla impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiamo adempiuto all'obbligo vaccinale, di svolgere l'attività lavorativa, quando non implichi contatti interpersonali. Sono state ritenute invece non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull'obbligo vaccinale del personale sanitario. Inoltre la Corte ha ritenuto ugualmente non fondate le questioni proposte con riferimento alla norma che esclude, in caso di inadempimento dell'obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso. Una misura valida sia per il personale sanitario, sia per il personale scolastico.
Quanti sono i non vaccinati over 50
Intanto è stato calcolato che tra gli over 50 sono oltre un milione e mezzo, per l'esattezza 1.693.294, gli italiani che non si sono vaccinati. La maggioranza di loro, 808.958, appartengono alla fascia di età tra i 50 e i 59 anni, che ha pure visto complessivamente un'adesione alla campagna per la prevenzione del Covid pari al 90,50%. I più ligi sono stati gli ultraottantenni: 4.402.891 di loro, cioè poco più del 95% si sono sottoposti all'iniezione.