La richiesta di risarcimento ammonterebbe a milioni di euro per le vicissitudini subite. A cominciare dal fatto che il marò è stato costretto a ritornare in India, dove è stato colpito anche da un'ischemia
Il marò Massimiliano Latorre avrebbe chiesto il risarcimento danni allo Stato italiano per essere stato rispedito in India dove avrebbe rischiato la pena di morte. Lì sarebbe stato anche colpito da un'ischemia. Inoltre tutti questi anni di processi sarebbero stati di ostacolo alla sua carriera e al metter su famiglia. A riportare la notizia è Il Fatto Quotidiano. L'Avvocatura dello Stato , scrive il giornale, però sembrerebbe poco conciliante anche perché l'Italia ha pagato diversi milioni di euro al pool internazionale di legali che si occupò del caso e oltre un milione di danni alle famiglie dei pescatori indiani.
La vicenda è nota a tutti
Il fuciliere della Marina è stato accusato insieme al collega Salvatore Girone dell'omicidio di due pescatori indiani nel febbraio del 2012 al largo delle coste del Kerala. Dopo aver trascorso 106 giorni nel carcere indiano, i due marò ottennero un permesso di un mese per tornare in Italia. Il 31 agosto del 2014 Latorre, tornato in India, venne colpito da un'ictus e ricoverato d’urgenza nel dipartimento di neurologia di un ospedale di New Delhi.
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Archiviate le accuse
La vicenda dei due marò si è conclusa lo scorso gennaio con l’archiviazione delle accuse. Per il Gip di Roma i due ficilieri agirono per legittima difesa. "È chiarissimo come, più che legittimamente Latorre e Girone si trovassero in una situazione tale da far pensare a un attacco di pirati alla Enrica Lexie” si legge nel documento del Gip “ragion per cui nessuna perplessità potrebbe giammai residuare sul fatto che i due militari abbiano agito in stato di legittima difesa, almeno putativa". E anche qualora, scrive ancora il Gip "residuasse nella loro condotta un qualche profilo colposo, ovviamente tutto da accertare, il relativo reato di omicidio colposo sarebbe definitivamente prescritto".