Alle 3 del mattino la lancetta dell’orologio va un’ora indietro. Da tempo si discute sull’opportunità di mantenere questa continua alternanza o se invece sarebbe meglio mantenere solo l’ora legale tutto l’anno
Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre torna l'ora solare e si dice addio a quella legale: alle 3 del mattino la lancetta dell’orologio andrà spostata un’ora indietro. L’ora legale uscirà quindi di scena (tornerà il 27 marzo) e al suo posto arriverà quella solare, che a sua volta abbandonerà il campo il 26 marzo. Da tempo si discute sull’opportunità di mantenere questa continua alternanza o se invece sarebbe meglio mantenere l’ora legale tutto l’anno
Adottata per la prima volta nel 1910, con interruzioni tra il 1921 e il 1939 e tra il 1948 e il 1965, in Italia l’ora legale è un sistema che permette di sfruttare al meglio le ore di luce durante tutta la bella stagione. Tra marzo e ottobre c’è a disposizione naturalmente più luce, dato che il sole, in questo periodo dell’anno, sorge prima (in Italia verso le 4:30) e tramonta più tardi (verso le 20)
Il tema quest’anno è molto dibattuto, anche visti i problemi di approvvigionamento energetico che l’Europa sta avendo a causa della guerra tra Russia e Ucraina. Adottare l’ora legale comporta sicuramente alcuni vantaggi, soprattutto energetici, che non si possono trascurare: gli ultimi dati raccolti risalgono al 2020 ma i numeri dicono che grazie all'ora legale (giornate più lunghe, perciò più luce) il risparmio è stato di circa 400 milioni di kWh di energia, il consumo medio annuo di elettricità di circa 150mila famiglie
Ci sono poi i benefici ambientali: 250mila tonnellate di CO2 in meno nell'atmosfera. Ci sono però diversi studi che indicano aspetti negativi di questo passaggio, come diminuzione della produttività lavorativa, e più rischi legati alla salute
Un recente studio di Conflavoro PMI sostiene che mantenere l’ora legale permetterebbe di risparmiare 2,7 miliardi di euro l'anno. Nel dibattito è poi intervenuto anche l’ex ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, attuale consulente del nuovo responsabile dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin: secondo lui, i risparmi energetici non sarebbero così rilevanti da un punto di vista energetico, “perché quell'ora che si guadagna la sera, molto probabilmente la si perde la mattina” dal momento che ci si sveglia con il buio
E a livello europeo cosa si è deciso? Nel 2019 il Parlamento europeo ha approvato una direttiva che abolisce il passaggio annuale tra ora solare e ora legale, rinviando ai singoli Stati la scelta di uno o l’altro orario lungo tutto l’anno
In teoria, le nuove regole sarebbero dovute entrare in vigore dal 2021 ma, a causa della pandemia, la situazione resta bloccata tra Consiglio europeo e Commissione europea
Ad oggi, ricordano i dati di Altroconsumo, nessuno dei Paesi dell’Unione europea ha legiferato in merito. Un caso a parte è quello della Francia che si era già espressa più di due anni fa con una consultazione pubblica promossa dall’Assemblea Nazionale: la maggioranza dei francesi avrebbe voluto tenere per sempre l’ora legale e dire addio a quella solare
9/10
Finlandia e Svezia invece la vedono in altro modo. La possibilità di avere più luce a disposizione grazie all’ora legale, infatti, avvantaggia soprattutto i Paesi del Sud Europa. Nel Nord, invece, le giornate durante l’estate sono già molto lunghe a causa della vicinanza con il Polo Nord
Un esempio su tutti: in Finlandia nei giorni più lunghi, il sole sorge prima delle 4 del mattino e tramonta quasi alle 23. L’ora guadagnata quindi non serve né per avere più luce alla sera, né per risparmiare energia