Terremoto Centro Italia, 6 anni fa il sisma: come procede la ricostruzione

Cronaca
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Nella notte del 24 agosto 2016 una scossa di magnitudo 6.0 distrusse Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e altri piccoli borghi, provocando la morte di 303 persone. Per il recupero delle strutture crollate, negli ultimi due anni sono stati aperti diecimila cantieri di edilizia privata che al giugno scorso hanno fatto registrare 22.700 richieste di contributo

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Sono passati sei anni dal terremoto del Centro Italia che alle 3:36 del 24 agosto 2016, con una scossa di magnitudo 6.0, distrusse Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e altri borghi tra Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche. A oggi, la ricostruzione post sisma è entrata nella “fase matura” con 10mila cantieri di edilizia privata che sono stati aperti negli ultimi due anni e che, a giugno 2022, hanno fatto registrare 22.700 richieste di contributo. È quanto emerge dal Rapporto 2022, presentato il 19 agosto di quest’anno dal commissario straordinario Giovanni Legnini.

Gli interventi per la ricostruzione

Sul fronte degli interventi pubblici, sono 365 le opere terminate ed altre 315 sono oggi in fase di cantiere. Il Rapporto, un documento di un centinaio di pagine, fa il punto sullo stato di avanzamento sia della ricostruzione privata che pubblica, ma anche della riparazione delle chiese e degli edifici di culto, proponendo per la prima volta un quadro completo del danno causato dal sisma di sei anni fa, pari nel complesso a 26,5 miliardi di euro, anche a livello dei singoli comuni. Amatrice è il Comune con i maggiori danni, per oltre 1,3 miliardi di euro, seguita da Camerino con 1,2 miliardi e da Norcia, con 1,1 miliardi. A fine giugno scorso erano 22.700 le richieste di contributo per la ricostruzione privata post sisma 2016, per un totale di 7,6 miliardi di euro. Delle quasi 23mila richieste, 14.234 sono state approvate, con 4,3 miliardi di contributi concessi

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Ricostruzione della Basilica di San Benedetto a Norcia - ©Getty

Le domande di contributo

Il Rapporto 2022 sottolinea che le domande di contributo già avviate rappresentano il 45% di quelle attese in termini numerici e il 39% in valore. Negli ultimi due anni, le richieste sono raddoppiate e i contributi concessi triplicati. I cantieri privati completati sono 7.256, con la riconsegna alle famiglie di 16.520 singole unità immobiliari, il 92% di tipo residenziale e l'8% a carattere produttivo. I cantieri autorizzati oggi sono circa 7mila. "Anche gli interventi pubblici, nonostante le difficoltà generali, registrano passi avanti importanti", viene scritto sul documento e ribadito dal commissario. La spesa effettiva, "grazie anche alle procedure veloci delle Ordinanze speciali per i comuni più colpiti", ha spiegato Legnini, è arrivata a luglio a 768 milioni di euro, rispetto ai 559 di fine 2021 e i 265 milioni di fine 2020. Nel giro di un anno, considerando anche i lavori sulle chiese, il numero dei cantieri pubblici chiusi è salito da 151 a 365. Quello dei cantieri aperti, 316, è raddoppiato, ed "è destinato a crescere sensibilmente entro la fine del 2022, sia per l'avanzamento della programmazione, che oggi vede quasi un miliardo di interventi in fase di progettazione e sempre più vicini alla cantierizzazione, sia per l'avvio concreto, entro dicembre, dei 525 interventi previsti nel cratere da NextAppennino, il Fondo complementare al Pnrr per le aree sisma 2009 e 2016", ha specificato il commissario straordinario.

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La richiesta di un Codice Ricostruzione

Nella presentazione del report sui cantieri aperti, Legnini ha poi chiesto un “Codice delle ricostruzioni" per non ricominciare sempre daccapo con inutili e dannose perdite di tempo che tanta sofferenza aggiungono a chi è colpito da catastrofi e terremoti. Il consiglio dei ministri dell'esecutivo Draghi ha già approvato il disegno di legge del Codice in questione, ma l'iter ora dovrà essere completato in Parlamento. "Siamo bravissimi a gestire la prima fase delle emergenze, ma poi la storia ha più volte dimostrato che si fa molta fatica ad avviare il processo di ricostruzione perché ogni volta si ricomincia da zero", ha spiegato il commissario.

Cosa resta da fare

Il lavoro non è comunque ancora concluso. Si attendono altre 28mila richieste di contributo da parte dei privati, occorre realizzare 4.300 interventi pubblici e impostarne quasi altri 2mila nuovi. Le nuove procedure e le semplificazioni introdotte garantiscono oggi un buon funzionamento della macchina della ricostruzione, come riconoscono anche le istituzioni internazionali che forniscono la provvista finanziaria alla ricostruzione e la stessa Corte dei Conti, e un ulteriore passo avanti per consolidare e rendere più efficiente e veloce questo difficilissimo processo, potrà arrivare dal Testo Unico della ricostruzione privata, atteso a ottobre, e dalla nuova piattaforma telematica per la gestione delle pratiche, che da gennaio 2023 sostituirà quella attuale, ormai obsoleta. Oggi, conclude il Rapporto, le risorse garantite da NextAppennino, 1 miliardo e 780 milioni, dei quali 700 sotto forma di incentivi ai nuovi investimenti delle imprese, possono rappresentare un ulteriore volano alla crescita e allo sviluppo dell’Appennino Centrale, oltre la ricostruzione materiale degli enormi danni causati dai terremoti.

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Un condominio ricostruito ad Amatrice - ©Getty

Come procede il cantiere di Casa Futuro ad Amatrice

Intanto, procede spedito "Casa Futuro", il progetto realizzato dallo Studio Boeri Architetti che la Diocesi di Rieti e l'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia stanno realizzando nell'area del complesso "Don Minozzi". Dalla posa della prima pietra, il 15 ottobre 2021, il più grande intervento di ricostruzione privata nel paese Reatino è tra quelli che sono più vicini al termine. Tutte le opere di demolizione sono state completate. Quasi finito il lavoro di consolidamento e ristrutturazione dell'ex fattoria. L'architettura di "Casa Futuro" sarà suddivisa in varie corti e prevede un uso virtuoso delle macerie e delle terre di scavo e tiene conto della sostenibilità energetica e ambientale dei fabbricati, con un ampio uso di pannelli fotovoltaici e di una particolare attenzione al recupero e riciclo delle acque meteoriche. L'esecuzione dei lavori è finanziata dall'Ufficio speciale per la ricostruzione (Usr) del Lazio con 48 milioni di euro. Alla realizzazione del progetto contribuiscono sia specifiche donazioni alla Diocesi di Rieti, sia realtà diverse come Banca Mediolanum e le Comunità Laudato si', che attendono un centro di studi ambientali all'interno del complesso. Questa vocazione alla ricerca, e dunque ai giovani, sarà uno dei fili conduttori di "Casa Futuro". Sono già avviati contatti con il Gran Sasso Science Institute per ospitare nella Corte dell'Accoglienza stage formativi per studenti. Anche per la Corte delle Arti e dei Mestieri l'idea è di coinvolgere l'Università degli Studi di Teramo per il suo Corso di laurea in Viticoltura ed Enologia e, insieme a Slow Food, ragionare sul tema della filiera agroalimentare. L'attenzione ai giovani richiede anche dialogo tra le generazioni: oltre ad ospitare i Discepoli di Don Minozzi e le Ancelle del Signore, la Corte del Silenzio vedrà la presenza di una casa di riposo, anche in segno di continuità con l'ultima fase dell'esperienza dell'area prima del terremoto. La Corte Civica, infine, sarà una vera e propria area dei beni comuni: oltre ad ospitare gli uffici amministrativi sarà dedicata alla memoria di Amatrice, alla sua arte e alla sua storia.

A che punto è la ricostruzione ad Arquata del Tronto

Ad Arquata del Tronto c’è ancora molto da fare per far tornare all’antico splendore il borgo devastato dal sisma del 2016. Il sindaco Michele Franchi ha spiegato che la ricostruzione "può dirsi avviata, anche se manca il grosso che è circoscritto alle zone perimetrate, come ad esempio il borgo storico". "L'impennata dei prezzi, la difficoltà di reperire materiali e il superbonus 110, che ha allontanato le ditte edili dal cratere sismico, sono stati motivi di ulteriori lungaggini - ha evidenziato il primo cittadino - ma con il nuovo prezzario e con le nuove ordinanze della struttura commissariale contiamo di riportare imprese e professionisti a lavorare da noi, per non fermarsi più". "Ma al di là della ricostruzione che comunque si farà - ha sottolineato - qui il problema è garantire a queste zone di montagna un'attenzione speciale che io chiamo Zona Economica franca, così da permettere agli imprenditori e ai cittadini di venirci a investire e vivere". "Un piccolo borgo ha un futuro se può contare su scuola, sanità e lavoro - ha detto ancora Franchi - Il discorso vale per tutte le realtà dell'Appennino, è fondamentale avere un'attenzione in più rispetto ad altri territori". "So che non è semplice creare una Zona economica speciale, ma il governo che verrà mi auguro che abbia un occhio di riguardo per noi e se c'è da mettere un euro in più, lo investa nel Centro Italia terremotato", ha aggiunto il sindaco. Franchi ha ricordato che gli edifici danneggiati dai vari terremoti erano stati circa 2mila, "al momento - fa sapere - le pratiche per ricostruire fin qui presentate sono circa 250, mentre 70 cantieri sono stati ultimati e alcune famiglie hanno potuto lasciare le Sae o il Cas per fare ritorno nelle loro abitazioni". Ma a non farlo dormire la notte è il pensiero di un ulteriore spopolamento: "Prima del sisma Arquata contava 1.050 residenti, oggi siamo circa 650. Se non si interviene con misure di sostegno adeguate temo che sarà difficile riportare qui la gente". Intanto, una decisione dolorosa è stata già da tempi adottata: la frazione di Pescara del Tronto non verrà ricostruita, qui sorgerà il parco della memoria.

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