Terremoto ad Amatrice, due rinvii a giudizio per crollo del convento

Lazio

Nel crollo della struttura, allora sede dell'Istituto femminile Opera Pia 'Padre Giovanni Minozzi', morirono sette persone

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Il gup del tribunale di Rieti, Riccardo Giovanni Porro, ha rinviato a giudizio l'ingegner Ivo Carloni e l'architetto Virna Chiaretti, nell'ambito dell'inchiesta sul crollo dell'ex convento di Amatrice (Rieti), in seguito al sisma del 24 agosto 2016. Nel crollo della struttura, allora sede dell'Istituto femminile Opera Pia 'Padre Giovanni Minozzi', morirono sette persone, tre suore e quattro ospiti a pagamento per il periodo estivo.

Il processo

Carloni, allora progettista e direttore dei lavori che interessarono la struttura religiosa, e Chiaretti, dirigente del stesso Comune di Amatrice, dovevano rispondere dei reati di disastro colposo, crollo di edificio e omicidio colposo plurimo. Il processo per Carloni e Chiaretti inizierà il prossimo 10 novembre.

Le parole dei legali di parte civile

"Prendo atto in maniera positiva della decisione del giudice, poiché in quell'edificio, la notte del sisma, morirono quattro signore e tre suore. Io rappresento e difendo, con il collega Guido De Luca, tutti i più stretti congiunti delle quattro vittime di quel crollo". È quanto ha detto all'ANSA l'avvocato Wania Della Vigna, commentando i rinvii a giudizio di oggi. "Le quattro ospiti - ha spiegato il legale di parte civile - si chiamavano Anna Maria Cicerone, Gilda Morante, Maria Silla e Matilde Colasanti. La signora Morante soggiornava per due mesi nell'edificio religioso, pur essendo proprietaria di una casa al centro di Amatrice che, seppur danneggiata , è rimasta in piedi quella notte". Per l'avvocato Della Vigna "è necessaria una verifica dibattimentale che accetti le responsabilità umane nella morte delle povere signore". "I figli e i più stretti congiunti - ha aggiunto ancora il legale di parte civile riportando le parole dei suoi assistiti - sono soddisfatti perché finalmente, con i rinvii a giudizio e il prossimo avvio del processo, si è fatto un piccolo passo verso la verità. Ci aspettiamo risultati positivi anche nel futuro e questo lo dobbiamo alla necessità di giustizia per i nostri cari".

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