
Scuola, si pensa a come tagliare i consumi: luci a led, caldaie autonome, anticipo lezioni
Visto l’aumento dei costi energetici, i presidi pensano a come ridurre le spese. Tante le proposte sul tavolo, come sostituire le lampadine e gli infissi e anticipare le lezioni pomeridiane. In molte strutture non è possibile spegnere le luci nelle aule vuote perché gli interruttori non sono sezionati. Gli istituti, poi, non possono gestire in autonomia gli orari delle caldaie né regolarle nelle varie classi. Attenzione anche allo spreco d’acqua

Si avvicina l’inizio dell’anno scolastico e gli istituti cominciano a pensare a come ridurre i consumi, visto l’aumento dei costi energetici. Se non basta - o non si può - spegnere le luci e i riscaldamenti nelle classi quando non servono, servirebbe anche ammodernare gli impianti e installare infissi più nuovi
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Il tema, comunque, non sta tenendo banco solo in Italia. Anche nel Regno Unito, come riferisce il Telegraph, i presidi si stanno riunendo in questi giorni per delle vere e proprie “riunioni di crisi”: c’è da decidere, tra l’altro, come far fronte al costo salato di luce e riscaldamento e c’è chi - per tagliare le spese - propone di ridurre a tre i giorni di frequenza durante la settimana
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Il Messaggero ha sentito i presidi italiani per capire a che punto è la discussione nel nostro Paese. I consumi, come spiega il giornale, pesano sia sulle casse delle scuole sia su quelle dei comuni e delle province che ne gestiscono le spese: stiamo parlando in tutto di circa 8mila istituti, per un totale di circa 40mila plessi con decine di aule, palestre e laboratori
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Per ridurre i consumi senza danneggiare la vita in classe, “dobbiamo innanzitutto pensare a utilizzare gli strumenti più adatti, vale a dire, ad esempio, sostituire tutte le luci di vecchia generazione con quelle al Led. Inoltre dobbiamo assolutamente abituarci all’idea di spegnere la luce nelle aule quando non c’è nessuno. Sembra banale, ma ci sono casi in cui è impossibile perché gli impianti non sono sezionati”. A dirlo al Messaggero è Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma
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Come ricorda Rusconi, infatti, il problema delle luci è che in molte scuole c’è un interruttore generale che controlla un intero piano o, a volte, un intero edificio: non si può, quindi, spegnere la luce in una singola aula o in una zona dell’edificio, con conseguente spreco di energia
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Rusconi parla anche del riscaldamento: “Dobbiamo abituarci ad abbassare la temperatura di uno o due gradi rispetto al passato, nel rispetto dell’interesse generale. Non sono le scuole a decidere gli orari dell’accensione della caldaia ma i singoli municipi. Potrebbe essere allora utile un confronto con gli enti locali visto che con l’autonomia nell’accensione potremmo tagliare i costi del 30%”

È d’accordo Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi del Lazio. Sempre al Messaggero, dice: “Gli istituti dovrebbero avere l’autonomia di poter accendere e spegnere le caldaie gestendo le singole classi: quella esposta al sole è ovviamente più calda di una in ombra. Inoltre a novembre potrebbe non esserci bisogno di accendere i riscaldamenti tutti i giorni, mentre ad aprile può fare ancora freddo. Dovremmo avere la facoltà di procedere con l’accensione modulare. Dove non serve, si spegne, proprio come facciamo nelle nostre case”

Inoltre, ricorda Costarelli, “una scuola ha decine di aule e non sono sempre tutte utilizzate nello stesso momento”. Basti pensare alle aule per i corsi pomeridiani extrascolastici, che hanno il riscaldamento attivo anche quando nessuno le usa. Ma sul riscaldamento, probabilmente, ci sarebbe da fare un discorso più ampio: ogni anno, infatti, molte scuole fanno i conti con i guasti alla caldaia. Oltre alla gestione diretta, servirebbe un intervento generale sugli impianti

Riguardo alle lezioni pomeridiane, Costarelli spiega: “Ci stiamo già orientando sull’anticipo delle lezioni pomeridiane alle 14, subito dopo la fine delle lezioni mattutine, per far sì che gli ambienti siano ancora caldi senza la necessità di tenere sempre i riscaldamenti accesi. Di sicuro funziona nelle superiori, per le elementari è più complicato perché le lezioni finiscono alle 16.30. Dobbiamo provvedere inoltre a sostituire gli infissi, perché nelle scuole più datate con le finestre in legno la dispersione è altissima”

Tra i temi di cui si discute c’è anche quello del consumo dell’acqua, per evitare sprechi soprattutto nei bagni. I dirigenti scolastici stanno pensando anche a dei corsi mirati durante l’anno, per sensibilizzare gli studenti ed educarli al rispetto dell’ambiente