Crollo ghiacciaio Marmolada, ancora 5 dispersi. Procura: "Evento imprevedibile"

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I soccorritori sono al lavoro per ritrovare le persone - tutte italiane - che mancano all’appello, ma a causa del pericolo di ulteriori crolli nessuno risalirà il ghiaccio a piedi. Al momento le vittime confermate sono 7, di cui 4 sono state identificate. Le auto parcheggiate a Passo Fedaia sono state "tutte abbinate a persone in vita", ha fatto sapere la Procura. Ordinanza del sindaco di Canazei: l'area della Marmolada è stata chiusa. Il capo del Soccorso alpino nazionale: "Rimane ancora il rischio di distacco"

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Proseguono le ricerche di 5 persone, tutte italiane, che risultano ancora disperse nella tragedia della Marmolada, dove un seracco si è staccato dal ghiacciaio travolgendo gli alpinisti che stavano salendo in vetta (IL VIDEO DEL CROLLO). Al momento, delle sette vittime accertate quattro sono state identificate, due sono in corso di riconoscimento e "una è sconosciuta", comunica la Procura di Trento spiegando anche che i feriti sono otto, di cui uno dimesso, e i dispersi sono cinque. Dunque, le auto parcheggiate sul sentiero sono state "tutte abbinate a persone in vita", da togliere dal numero dei dispersi. "In questo momento possiamo escludere assolutamente una prevedibilità e una negligenza o un'imprudenza - ha detto il procuratore capo di Trento, Sandro Raimondi, intervistato dal Tg3 - L'imprevedibilità in questo momento è quella che la fa da protagonista. Per avere una responsabilità bisogna poter prevedere un evento, cosa che è molto molto difficile". Intanto la Marmolada sarà off limits in seguito a un'ordinanza di chiusura da parte del sindaco di Canazei, Giovanni Bernard. Il provvedimento, che ha al momento una durata indefinita, segue l'ordinanza di chiusura parziale di domenica ed è ritenuto necessario per operare in sicurezza e allontanare i curiosi dall'aria del disastro. "Rimane ancora il rischio di distacco della parte di seracco rimasta ancora pericolante sulla montagna", avverte il capo del Soccorso alpino nazionale Maurizio Dellantonio.

Le ricerche con elicotteri e droni

Le ricerche dei dispersi sono riprese in mattinata, con i primi sorvoli degli elicotteri e dei droni sul ghiacciaio. Per il momento, a causa del pericolo di ulteriori crolli di ghiaccio la zona è interdetta e, quindi, nessun soccorritore risalirà il ghiacciaio a piedi. Il pendio della Marmolada è monitorato giorno e notte ma sono possibili solo recuperi in superficie, perché è impossibile scavare: la massa di neve si è talmente consolidata "che non si può incidere nemmeno con un piccone", ha spiegato il Corpo nazionale del soccorso alpino. Sul luogo si è alzato in volo anche l'elicottero della Guardia di Finanza attrezzato con il sistema 'Imsi Catcher', per intercettare i segnali dei cellulari accesi. "Anche questa mattina, in tre o quattro punti, abbiamo ritrovato sia dei resti umani che attrezzatura alpinistica e tutto è stato già prelevato dagli operatori in elicottero", ha spiegato il presidente del Soccorso alpino nazionale, Maurizio Dellantonio. "Ci sono - ha aggiunto - parti umane, di dimensioni molto piccole, tante neanche collocabili in una parte del corpo o l'altra. Tutti quanti verranno esaminati per trovare anche un minimo di relazione tra un reperto e l'altro". Malgrado la pericolosità della situazione, giovedì - probabilmente - una squadra con personale esperto pratico della zona interverrà sul posto, anche con il supporto di Unità cinofile. I droni, che hanno sorvolato per due giorni il ghiacciaio, faticano ormai a rilevare tracce utili, perché nella parte più bassa la neve si è sciolta lasciando scoperto uno strato polveroso e ghiaioso.

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I feriti 

Intanto sembra che si sia arrivati a conoscere il nome di uno dei feriti nel disastro e  ricoverato da domenica all'ospedale di Treviso. Secondo quanto apprende l'Ansa da fonti sanitarie, si tratta di un giovane di 30 anni, originario del Trentino. Si trova tuttora in prognosi riservata. I medici del Ca' Foncello avevano accertato al momento del ricovero un importante edema cerebrale e lesioni agli organi interni. Il giovane, in stato di incoscienza, era stato trovato senza documenti. Un 33enne trentino ricoverato in rianimazione a Trento dopo essere stato operato a Bolzano, è stato trasferito oggi in reparto: non è più in pericolo di vita. Rimane invece in terapia intensiva una donna di 30 anni. Le condizioni di due pazienti tedeschi attualmente ricoverati negli ospedali dell'Ulss Dolomiti sono in via di stabilizzazione ma necessitano comunque di un monitoraggio costante. L'uomo, 67 anni, è stato oggi sottoposto a intervento chirurgico ortopedico, in seguito ai traumi riportati. L'intervento è riuscito e il paziente rimane in Terapia Intensiva per il normale decorso post operatorio. La donna, di 58 anni, è stata trasferita in un'area di degenza dove rimane in monitoraggio e continuano gli accertamenti. Inoltre dopo i quattro stranieri rintracciati questa mattina, le autorità che coordinano gli interventi alla Marmolada sono riuscite a contattare altre tre persone, di cui non è stata comunicata la nazionalità, inserite in un primo momento nell'elenco dei dispersi, subito dopo la caduta del ghiacciaio. A quanto è stato detto, i tre alpinisti stanno bene.

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Preoccupazione per le crepe

Parlando del rischio di un ulteriore distacco, Dellantonio ha spiegato: "Tutte le attività che facciamo tengono in considerazione questo aspetto. Non è così banale: uno può pensare che dopo tre giorni, visto che non è caduto, possa rimanere lì, ma non è per niente così. La parte rimanente è stata più volte visionata dagli esperti nivologici e glaciologici della Provincia che sono molto preoccupati per le fratture che si sono create a monte della parte che è rimasta. Per cui noi abbiamo il dovere di garantire la sicurezza di tutti". "Abbiamo già fatto un calcolo per un nuovo distacco - ha aggiunto - cioè quanti secondi ci metterebbe ad arrivare in una zona che noi riteniamo primaria e le cifre sono basse. Si parla di un paio di decine di secondi nella zona più alta. Questo ci impone di attenzionare con molta cura questa problematica".

Uncem: “Montagne sono fragili, mettiamo regole”

"La tragedia della Marmolada impone di ricordare i morti e unirci tutte alle famiglie di chi non c'è più. Le montagne sono fragili e vi è bisogno di una attenta riflessione sull'accesso e sulla fruizione al tempo del cambiamento climatico". Ad affermarlo, in una nota, è Marco Bussone, presidente dell'Uncem (Unione nazionale comuni, comunità enti montani), a proposito del crollo, con vittime e dispersi, avvenuto domenica. "Con il permafrost che si scioglie e i distacchi di roccia che sono sempre più frequenti, non basta raccomandare prudenza quando si fanno escursioni sotto i saracchi. Occorre ragionare sulle regole. Se le regole che ci sono, siano o meno adeguate. 'Come si è sempre fatto', come si è sempre andato in montagna, non funziona più”, ha aggiunto Bussone. "Vanno messi precisi limiti e anche restrizioni alla fruizione. In certe aree complesse, in certi periodi dell'anno, non si va. E non si può andare. Se la montagna non è un parco giochi, e Uncem da sempre crede non lo sia, mettiamo delle regole. E limiti chiari".

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