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Allarme siccità, Cirio chiede lo stato di calamità per il Piemonte

Cronaca

Inviata la richiesta a Roma. Coldiretti Torino: "Già perso 20% delle produzioni agricole"

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Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha inviato a Roma la richiesta di stato di calamità per l'agricoltura a causa della persistente siccità. Lo riferisce la Regione Piemonte, annunciando per l'indomani un incontro per fare il punto della situazione. 

Coldiretti: "A rischio culture di mais e foraggio"

In giornata Coldiretti Torino aveva chiesto alla Regione Piemonte lo stato di calamità per risarcire gli agricoltori colpiti dagli effetti della siccità e delle alte temperature. Secondo l'associazione sono a rischio sono soprattutto "le colture di mais e i prati stabili a foraggere, con diminuzioni dei raccolti che costringeranno gli allevatori a comprare fieno e mangimi a prezzi letteralmente impazziti che vedono rincari di oltre il 100% per effetto delle speculazioni sulla guerra in Ucraina". Spiega Coldiretti che nella seconda decade di giugno  i danni per la siccità "ammontano già a oltre il 20% dei raccolti. Cifre che mettono a rischio la sopravvivenza di un comparto tipico dell'agricoltura del Torinese come l'allevamento bovino da carne e latte, che affrontano anche l'aumento dei costi dell'energia impiegata per esempio per il raffrescamento e la ventilazione forzata degli spazi di stabulazione degli animali". 

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Ricadute sulle produzioni di mele, pere, pesche, pomodori

Ma a rischio, aggiunge Coldiretti Torino, sono anche le produzioni di frutta e ortaggi come mele, pere, pesche, kiwi, peperoni, pomodori, verdure a foglia, cavoli dove sono molto presenti prodotti tipici che sono il vanto dei territori". "Oggi la cosa più urgente da fare è semplicemente mettere le aziende agricole in condizione di continuare a esistere - è la dichiarazione del presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici -. Gli effetti economici della siccità combinati con quelli della guerra rischiano di essere mortali per la maggior parte delle nostre aziende. Le risorse vanno stanziate fin da subito e rese disponibile per le imprese agricole".

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