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Doppio femminicidio Vicenza, la lettera anonima all'ex compagna del killer: "Attenta"

Cronaca

L'avvertimento era stato trovato nella cassetta della posta dal nuovo compagno di Lidia Miljkovic, tre giorni prima del duplice omicidio. In corso oggi le autopsie sui corpi di Miljkovic, Gabriela Serrano e dell'assassino Zlatan Vasiljevic

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Una lettera anonima di avvertimento a Lidia Miljkovic era stata trovata nella cassetta della nuova abitazione che lei e il nuovo compagno, Daniele Mondello, stavano acquistando a Vicenza. Il ritrovamento, come ha rivelato l'uomo, è avvenuto tre giorni prima del duplice femminicidio. Il testo, scritto in una calligrafia quasi incomprensibile, avvertiva Lidia di "non andare in giro", ed era firmato "una tua amica". Mercoledì 8 giugno Zlatan Vasiljevic, 42enne disoccupato di origini bosniache, avrebbe dapprima ucciso l'ex compagna Gabriela Serrano, 36enne venezuelana, con un colpo alla nuca. Poi, con il corpo della donna in auto, sarebbe andato ad assassinare anche l’ex moglie, Lidija Miljkovic, dopo averla attesa all’ingresso del quartiere residenziale la Gogna di Vicenza, dove lei lavorava come domestica. Questa la ricostruzione degli inquirenti. L'uomo poi, dopo aver commesso il duplice femminicidio, ha percorso la tangenziale e ha concluso la sua corsa sparandosi un colpo di pistola in bocca ai bordi della strada.

Oggi le autopsie sui tre corpi

Da questa mattina sono in corso gli esami post-mortem sui corpi di Lidia Miljkivic, Gabriela Serrano e del killer Zlatan Vasiljevic. Al termine delle autopsie il magistrato potrà dare il via libera alle esequie. I funerali potrebbero quindi essere celebrati tra lunedì e martedì della prossima settimana. Questa mattina sono proseguite in Questura le audizioni dei parenti e dei testimoni. Fra le persone sentite dalla Polizia anche l'ex marito di Gabriela, che con la figlia si era trasferito in Spagna. Gli inquirenti stanno vagliando anche le immagini delle telecamere di sorveglianza nella zona del quartiere Gogna, dove Lidia è stata uccisa in strada. Gli investigatori stanno cercando gli ultimi particolari per ricostruire la dinamica degli eventi.

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Cosa sappiamo

Gabriela Serrano, venezuelana di 36 anni, e Lidia Miljkovic, 42enne serba, sono le due vittime della tragedia che ha colpito la città di Vicenza lo scorso 8 giugno. Sono morte per mano di Zlatan Vasiljevic, ex compagno della prima ed ex marito della seconda che, dopo aver commesso il duplice femminicidio, ha deciso di togliersi la vita sparandosi un colpo in bocca ai bordi della tangenziale. Dalle prime indagini è emerso che l'uomo, 46enne bosniaco, era già stato condannato per maltrattamenti e lesioni gravi. Arrestato nel 2019 per maltrattamenti in famiglia e minacce, nel febbraio 2021 aveva finito di scontare tutte le misure cautelari, compreso il divieto di avvicinamento alla ex moglie e l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Zlatan Vasiljevic, oltre all'abuso di alcol e la "lunghissima protrazione delle condotte di maltrattamento" nei confronti di Lidia Vasiljevic, aveva "un sostrato culturale arretrato, basato su una concezione del rapporto uomo-donna di tipo padronale e dominante". Così scriveva il 2 luglio 2020 il Giudice per l'udienza preliminare di Vicenza, motivando la non concessione della sospensione condizionale della pena di un anno e 10 mesi in primo grado per maltrattamenti e lesioni gravi. Successivamente, in secondo grado, la pena era stata attenuata a un anno e sei mesi.

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La ricostruzione dei delitti

Per Lidia, ex moglie dell'assassino, è stato probabilmente un agguato inaspettato. La donna infatti si stava costruendo una nuova vita con il compagno, Daniele Mondello, e i due figli. La coppia, come ha rivelato Mondello, proprio il giorno dell'omicidio avrebbe dovuto firmare il rogito per l'acquisto della loro casa. Gabriela invece, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, potrebbe essersi inconsapevolmente messa in pericolo. Zlatan avrebbe fatto arrivare Gabriela a Vicenza dal padovano e, dopo averla fatta salire in macchina, l'avrebbe freddata con un colpo di pistola alla nuca. Poi, con il corpo in macchina, Miljkovic si sarebbe diretto dalla ex moglie. Lidia Miljkovic era ancora al volante della propria auto quando è stata raggiunta dai primi colpi di pistola, in tutto 5 o 6. La donna ha tentato la fuga ma è morta sull'asfalto.

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Una morte annunciata

Il nuovo compagno di Lidia Miljkovic oggi è tornato a parlare di morte annunciata: i maltrattamenti, le denunce, le battagli legali e, tre giorni prima del femminicidio, la lettera anonima di avvertimento. "Vorrei che giudici e assistenti venissero al funerale di Lidia e guardassero bene quella bara" dice Daniele Mondello. Parole che spingono il residente del Tribunale di Vicenza, Alberto Rizzo, a una riflessione: "Purtroppo non possiamo pensare a misure cautelare permanenti. Il sistema deve dare una risposta di ampio respiro e che coinvolga diversi interlocutori: l'autorità giudiziaria, il coordinamento dei prefetti, l'autorità di pubblica sicurezza, le forze di Polizia, i comuni e i servizi sociali". Per Rizzo, "pensare che sia l'autorità giudiziaria, da sola, a neutralizzare il rischio è una illusione".

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