Su quanto avvenuto il 2 giugno sul Lago di Garda sono stati aperti due fascicoli paralleli: uno sui disordini tra Peschiera e Castelnuovo, in città e in spiaggia, con l’ipotesi di rissa aggravata, danneggiamenti e tentata rapina; l’altro sulle molestie sessuali denunciate da cinque adolescenti lombarde sul treno che le riportava a casa dopo una giornata a Gardaland. Si stringe il cerchio intorno ai giovani coinvolti. Intanto, monta la polemica tra i sindaci per le responsabilità
La Procura di Verona ha aperto due inchieste parallele su quanto avvenuto il 2 giugno scorso sul Lago di Garda: la maxi-rissa e le molestie. La prima inchiesta riguarda appunto i disordini in città e in spiaggia tra Peschiera e Castelnuovo (dove giovedì scorso si sono dati appuntamento via social più di duemila ragazzini): per questo fascicolo l'ipotesi è di rissa aggravata, danneggiamenti e tentata rapina. Il secondo filone delle indagini, invece, si focalizza sulle molestie sessuali denunciate da cinque adolescenti lombarde sul treno che le riportava a casa dopo una giornata a Gardaland: secondo quanto trapela da fonti giudiziarie, non è escluso che la Procura valuti in questo caso anche l'aggravante dell'odio razziale, sulla base delle dichiarazioni delle cinque vittime. “Mentre ci toccavano senza lasciarci scampo ci urlavano ‘Qui non vogliamo italiani’”, avrebbe raccontato agli investigatori una delle adolescenti.
La maxi-rissa in spiaggia e le molestie sul treno
Grazie alle immagini dei molti video in rete, che riprendono devastazioni e aggressioni, si starebbe stringendo il cerchio attorno agli autori delle molestie denunciate dalle adolescenti lombarde sul treno che da Peschiera del Garda (Verona) le riportava a Milano. I giovani coinvolti sarebbero una trentina. Per capirne di più sulle molestie, però, gli investigatori non potranno contare sulle immagini delle telecamere di sorveglianza del treno. Secondo quanto è emerso, infatti, il convoglio non è di recente costruzione e - a differenza di quelli più nuovi che percorrono la linea Verona-Porta Nuova Milano - non ha telecamere di sorveglianza. Nelle ore precedenti, sulla spiaggia si era tenuto un raduno con maxi-rissa interrotto dalla polizia con equipaggiamento antisommossa: molte delle persone che avevano partecipato ai disordini si sono poi riversate in stazione e sono salite a bordo di quel treno. Al momento, alla Polfer di Milano sono state depositate le denunce delle cinque ragazze pesantemente molestate sul convoglio: secondo il loro racconto, nel gruppo di giovani coinvolti ci sarebbero anche nordafricani. Le ragazze sono poi riuscite a scendere alla stazione successiva rispetto a Peschiera, a Desenzano del Garda, dove sono state raggiunte dai genitori. Il giorno dopo hanno sporto denuncia a Milano e le denunce sono state trasmesse all'Autorità giudiziaria di Verona, competente per territorio. Si cerca di fare luce, poi, anche sull'organizzazione dell'evento che ha portato nella piccola cittadina di Peschiera centinaia e centinaia di persone e su come sia stato possibile che quel raduno degenerasse a tal punto: dal necessario intervento della polizia in assetto antisommossa, all'assalto a un trenino turistico, alle molestie avvenute sul treno diretto a Milano.
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La polemica sulle responsabilità
Intanto, sulle responsabilità di quanto avvenuto tra Peschiera e Castelnuovo monta la polemica. La sindaca di Peschiera Orietta Gaiulli ha chiamato direttamente in causa per i casi di guerriglia urbana sedati dalle forze dell'ordine l'omologo di Castelnuovo Giovanni Dal Cero: ha raccontato di aver inviato il 30 maggio una lettera a governo, Prefetto e Questore di Verona in cui si lamentava per "l'incapacità del Comune di Castelnuovo di dare una definitiva sistemazione alla spiaggia, ormai da tre anni teatro di violenze e scempi", e lanciava l'allarme "per possibili problemi di ordine pubblico nel territorio, a causa di gruppi che si dirigevano verso la spiaggia libera del vicino comune di Castelnuovo". Ricostruendo la vicenda, la sindaca ha detto che "migliaia di ragazzi, di colore e non, sono transitati dalla stazione di Peschiera, percorrendo il Lungolago Garibaldi, fino alla spiaggia libera di Castelnuovo". Non si è fatta attendere la replica del sindaco di Castelnuovo: "Non è questo il momento di fare inutili e sterili polemiche e di alimentare campanilismi, in quanto gli operatori economici, i nostri cittadini e i turisti, ci chiedono un Garda unito per risolvere le problematiche", ha detto. È intervenuto anche il governatore del Veneto Luca Zaia, per il quale "non ci possono essere giustificazioni" ed è indispensabile "abbassare la soglia di età per la punibilità" e uscire dall'idea che l'Italia sia "diventato il Bengodi dell'impunibilità".