Lavoro, quattro morti in poche ore in tutta Italia. Sindacati: “Piaga inaccettabile”

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Venerdì 15 aprile quattro persone sono morte mentre lavoravano: un operaio di 23 anni in provincia di Sassari per il crollo di un ponteggio, uno di 39 anni per il cedimento di un solaio a Trento, uno di circa 60 anni travolto dal materiale che stava scaricando da un camion a Cesena e un operaio di 54 anni nel Bresciano

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La strage sui luoghi di lavoro continua. Venerdì 15 aprile quattro persone sono morte mentre lavoravano: un operaio di 23 anni in provincia di Sassari per il crollo di un ponteggio, uno di 39 anni per il cedimento di un solaio a Trento, uno di circa 60 anni travolto dal materiale che stava scaricando da un camion a Cesena e uno di 54 anni nel Bresciano. Quattro morti sul lavoro in poche ore, in Sardegna, Trentino, Emilia-Romagna e Lombardia. Le persone che nel 2022 hanno perso la vita sui luoghi di lavoro sono 182, secondo i dati dell'Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro.

Gli incidenti

Il primo incidente intorno alle 12 nel Sassarese: un operaio edile di 23 anni, Salvatore Piras, ha perso la vita a Sorso, dopo essere stato colpito alla testa dagli elementi di un ponteggio che stava caricando su un furgone. L'operaio, dipendente di una azienda edile, era impegnato in un deposito nella zona artigianale di Sorso, cittadina di 15mila abitanti distante una manciata di chilometri da Sassari, e da Ossi, il paese dove Salvatore viveva con la famiglia. Stava caricando su un furgone gli elementi di un ponteggio quando, per cause in fase di accertamento da parte dei carabinieri della Compagnia di Porto Torres e degli ispettori dello Spresal della Assl di Sassari, alcuni di questi lo hanno travolto colpendolo alla testa. Per il 23enne, soccorso dai colleghi che hanno chiesto immediatamente l'intervento del 118 e dei Vigili del fuoco, i tentativi di salvargli la vita sono risultati inutili. La seconda vittima è Sander Cerri, muratore 39enne, morto nel primo pomeriggio a Trento in seguito alle ferite al capo causate dal crollo di un solaio, nel cantiere di ristrutturazione di un edificio in cui stava lavorando per conto di una impresa edile di Mezzolombardo. L'uomo, trasportato all'ospedale Santa Chiara di Trento con un'ambulanza del 118, ha cessato di vivere poco dopo il ricovero. La terza morte bianca si è verificata poco prima delle 16 a Pievesestina di Cesena, dove un uomo di 60 anni dipendente di una ditta di autotrasporto con sede ad Avellino, è stato travolto dai bidoni per la raccolta dei rifiuti che stava scaricando da un mezzo; è caduto e ha sbattuto la testa sull'asfalto, perdendo conoscenza; caricato sull'ambulanza del 118, è morto prima di arrivare al Trauma center dell'ospedale Bufalini di Cesena, senza che i medici potessero far nulla per cercare di salvargli la vita. In tarda serata un operaio è deceduto in ospedale dopo che nel pomeriggio a Sirmione, nel Bresciano, era caduto nel vuoto da un lucernario mentre stava effettuando lavori di manutenzione. Le condizioni dell'operaio, 54 anni, erano apparse subito disperate dopo un volo di diversi metri.

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Le reazioni: “Primo Maggio in piazza per questa piaga inaccettabile”

Numerose le reazioni alla triplice tragedia: "Il fenomeno delle morti bianche non accenna a rallentare, anzi i numeri di quest'anno già ci prospettano un aggravamento. Credo che i lavoratori, soprattutto quelli più giovani e forse più inesperti o meno tutelati, stiano pagando un prezzo assurdo in termini di vite ma anche di infortuni. Questa non è la ripresa che si può volere, questo non è un 'danno collaterale' accettabile", ha detto la presidente della Commissione Lavoro della Camera, Romina Mura. Duri i sindacati. "Tre operai hanno perso la vita oggi mentre svolgevano le loro mansioni. Ancora vite spezzate e famiglie distrutte in un paese dove la sicurezza resta una grande emergenza nazionale. Non si può morire di lavoro. Il Primo Maggio saremo in piazza anche contro questa piaga inaccettabile", ha sottolineato il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. La segretaria della Fillea Cgil Sardegna, Erika Collu, chiede "chiarezza su quanto successo, consapevoli che c'è sempre un nesso tra gli incidenti mortali o infortuni e il rispetto o meno di tutta la catena di regole, norme e prescrizioni che servono a garantire la sicurezza sui posti di lavoro. Se da una parte l'edilizia ha ritrovato nuovo slancio grazie ai bonus introdotti dal Governo, dall'altra non sembra sempre attrezzato a far fronte alla mole di lavoro e scadenze e a pagare le spese di queste situazioni sono sempre i lavoratori, anello debole della catena".

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I numeri

Per le cifre ufficiali dell'Inail, aggiornate al 31 marzo ma che si riferiscono ai primi due mesi del 2022, i morti sul lavoro sono stati 114, con un incremento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente di un +9.6%. Nello stesso periodo sono state 121.994 (+47,6% rispetto allo stesso periodo del 2021) le denunce di infortunio arrivate all'Inail. Nel 2021, secondo il rapporto Inail, sono state ben 1.221 le denunce di incidenti mortali sul lavoro, con una media di oltre tre al giorno. I dati rilevati al 28 febbraio di ciascun anno, per l'Inail, "evidenziano a livello nazionale per il primo bimestre del 2022 un incremento rispetto al pari periodo del 2021 sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 74.688 del 2021 ai 111.975 del 2022 (+49,9%), sia di quelli 'in itinere', avvenuti cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un aumento del 26,1%, da 7.946 a 10.019".

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