
Covid, stato emergenza in scadenza il 31 marzo: cosa cambia e il parere degli esperti
Da mesi si discute sulla necessità o meno di continuare a mantenere lo stato di emergenza in Italia. Propendono per il no i sottosegretari alla Salute Pierpaolo Sileri e Andrea Costa. Più prudente il ministro della Salute Roberto Speranza: "Valuteremo". In cosa consiste la misura e cosa non si sarebbe potuto fare se non fosse stata dichiarata: il punto

Lo stato di emergenza sanitaria legato alla pandemia da Covid-19, proclamato la prima volta dall’ex premier Giuseppe Conte il 31 gennaio 2020, potrebbe essere vicino alla sua fine definitiva. La sua scadenza è stata prorogata di volta in volta sulla base dell’andamento epidemico. Al momento, dovrebbe terminare il 31 marzo 2022. Adesso che questa data si avvicina, sempre più voci chiedono di non prorogarlo un’altra volta
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È da mesi che se ne discute. Propende per il no il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (in foto). "Credo che il 31 di marzo lo stato di emergenza non sarà prorogato”, ha detto
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Sileri guarda anche più in là: “Forse andrebbe ripensato anche il green pass, in base all'andamento del virus, e anche il tipo di vaccinazione, che tra l'altro andrà rimodulata, fatta su persona”. A permettere di pensare alla fine definitiva dello stato di emergenza, per Sileri, è la speranza che la pandemia si stia trasformando in endemia, fase in cui un virus è ormai così diffuso che diventa presenza stabile nella vita di una comunità
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La curva del contagio da coronavirus “si sta appiattendo verso il plateau, inizierà a scendere. Scenderanno i contagi, i ricoveri e il numero di decessi. Inizieremo una fase di normalità con convivenza con il virus”, ha detto Sileri
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Andrea Costa (in foto), anche lui sottosegretario alla Salute, fa eco al collega: “L'obiettivo a cui stiamo lavorando è creare le condizioni affinché il 31 marzo finisca lo stato di emergenza”
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Costa si dice ottimista, ma prudente. "La pandemia ci ha insegnato che è difficile fare previsioni a lungo termine”, ha dichiarato a Radio Anch’io su Rai Radio Uno, sottolineando però come i dati che puntano alla fine dello stato di emergenza siano positivi. Per non tornare a un peggioramento della situazione “dobbiamo continuare a lavorare con la vaccinazione e soprattutto con le terze dosi”, così da tenere bassi i numeri dei ricoveri Covid negli ospedali

Una nuova fase nella gestione del coronavirus è all’orizzonte anche secondo il ministro della Salute Roberto Speranza (in foto) che però, in un’intervista al Corriere della Sera, frena sullo stop allo stato di emergenza

Lo stato di emergenza viene adottato per tutte le emergenze di rilievo nazionale che devono essere affrontate con prontezza d’intervento e fronteggiate con poteri straordinari, “durante limitati e predefiniti periodi di tempo", come stabilisce il decreto legislativo n.1 del 2 gennaio 2018 (Codice della protezione civile), all'articolo 7 (Tipologia degli eventi emergenziali di protezione civile). Ogni stato di emergenza ha una durata massima di due anni

In Italia gli eventi straordinari che possono dar vita a uno stato di emergenza sono tre: quelli su base comunale, regionale e nazionale (tipo A, tipo B e tipo C). Solo il Consiglio dei ministri può deliberare lo stato di emergenza nazionale, anche in via preventiva. Viene dichiarato su proposta del presidente del Consiglio

Lo stato d’emergenza attribuisce al governo e alla Protezione civile “poteri straordinari” o “speciali”, attuabili con ordinanze in deroga alle disposizioni di legge. I Dpcm (decreti presidenza Consiglio ministri), ad esempio, possono essere emanati solo in stato di emergenza. È con questi strumenti che, soprattutto durante il governo Conte II, si sono imposte forti limitazioni alle libertà dei cittadini, si è arrivati al sistema a colori delle regioni ed è stato concepito il Green pass

Lo stato di emergenza ha inoltre permesso alla struttura commissariale, guidata attualmente dal generale Francesco Figliulo (in foto), di rimanere in piedi per l'acquisto, la distribuzione e la conservazione dei dispositivi di protezione, di materiale medico e soprattutto dei vaccini. È anche il fondamento del Comitato Tecnico Scientifico