
Stato d’emergenza e Green pass in scadenza: le ipotesi di proroga e cosa potrebbe cambiare
La misura straordinaria e la certificazione verde scadono il 31 dicembre 2021, ma non è escluso che il governo scelga di prorogarli anche nel 2022. Per lo stato d’emergenza, l’ipotesi è marzo: a questo sono legati i protocolli che riguardano, ad esempio, lo smart working e i viaggi. La strada del Green pass potrebbe essere invece separata: l’ipotesi è tenerlo fino all’estate

Lo stato d’emergenza, introdotto per fronteggiare l’emergenza coronavirus, scade il 31 dicembre 2021, così come l’obbligo di green pass. Non è escluso, però, che il governo scelga di prorogarli anche nel 2022. Allo stato d’emergenza sono legati i protocolli che riguardano, ad esempio, lo smart working e i viaggi. Ecco cosa potrebbe cambiare se il governo non dovesse prorogarlo
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Il governo è pronto a un nuovo stato di emergenza se ce ne sarà la necessità e con la curva dei contagi in risalita il Green pass "è fondamentale", ha confermato il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto dopo che da giorni si registra una ripresa del contagio da Covid
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Coi dati in risalita in tutta Italia, quindi, Speranza non ha escluso né una proroga dello stato di emergenza né del Green pass. Sul certificato verde, il ministro ha sottolineato che "ci consente di tenere aperti tutti i luoghi della socializzazione, della cultura, i ristoranti, le scuole e le università: in un quadro epidemiologico diverso, faremo naturalmente tutte le valutazioni necessarie"
Green Pass, verso proroga fino all’estate 2022: ecco le ipotesi allo studio
Per lo stato d’emergenza, l’ipotesi è di una proroga fino a marzo 2022. In realtà, tecnicamente l'attuale stato di emergenza può essere prorogato solo fino al 31 gennaio del 2022: però il governo, se lo riterrà opportuno, potrà procedere per via parlamentare a emanare un provvedimento che preveda un nuovo stato di emergenza
Cos’è lo stato di emergenza nazionale, chi può deliberarlo e cosa prevede
Lo stato d’emergenza è una misura straordinaria che, su proposta del presidente del Consiglio e d’intesa con i presidenti delle Regioni e delle Province autonome, viene deliberata dal Consiglio dei ministri. Di solito si ricorre a questo provvedimento in casi di eventi eccezionali, come terremoti, alluvioni o, come in questo caso, una pandemia
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Quando è in corso lo stato d’emergenza possono essere autorizzate misure eccezionali e interventi speciali con ordinanze in deroga alle disposizioni di legge (rispettando i principi generali dell’ordinamento giuridico). Per rispondere più velocemente, le procedure di approvazione di leggi e decreti sono snellite. Il governo può usare i Dpcm, decreti che non devono ricevere approvazione parlamentare. È poi in funzione la “cabina di regia”, a cui partecipano i governatori: le Regioni, infatti, possono emanare ordinanze ma devono presentare le linee guida al governo
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Com’è successo durante la pandemia, possono essere introdotte anche misure sanitarie, come il distanziamento sociale o l’obbligo delle mascherine. Inoltre, sono state semplificate anche le regole per lo smart working nelle aziende
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L’attuale stato d’emergenza è stato introdotto dall’allora premier Giuseppe Conte il 31 gennaio 2020 ed è poi stato prorogato più volte, l’ultima a luglio 2021 da Mario Draghi. Come previsto dall’articolo 24 del decreto legislativo 1/2008, la durata dello stato d’emergenza nazionale non può superare i dodici mesi ed è prorogabile per non più di ulteriori dodici mesi. Per questo, come spiegato prima, non è possibile estenderlo oltre gennaio 2022 senza un passaggio parlamentare

Allo stato d’emergenza, come detto, sono legati anche i protocolli riguardanti per esempio i viaggi, lo smart working, il rientro dei lavoratori nei rispettivi posti di lavoro e la cassa integrazione. Se non venisse prorogato dopo il 31 dicembre 2021, quindi, ci sarebbero diversi cambiamenti

Prima di tutto, non esisterebbero più alcuni organismi creati per affrontare la pandemia, come il commissario straordinario e il Comitato tecnico scientifico (istituito il 5 febbraio 2020 con ordinanza del ministero della Salute)

Riguardo allo smart working, i lavoratori dovrebbero negoziare accordi individuali con le aziende. Lo stato d’emergenza, infatti, ha permesso l’adozione dello smart working semplificato, cioè senza la necessità dell’accordo individuale tra azienda e lavoratore e in deroga ad accordi sindacali. Quando la proroga scadrà, le norme che regolano il lavoro lontano dagli uffici dovranno essere riviste

Anche il Green pass, obbligatorio anche per accedere ai luoghi di lavoro pubblici e privati, ha per ora la stessa data di scadenza dello stato d’emergenza: il 31 dicembre 2021. Il governo, secondo alcune fonti, sta però pensando di separare le due strade. L’ipotesi per il certificato verde è quella di un decreto a parte che ne proroghi gli effetti fino, ad esempio, all'estate